Il Tar della Lombardia ha ufficialmente confermato il calendario venatorio per il 2024/2025, portando a una risoluzione definitiva rispetto alle incertezze legate alle attività di caccia. La sentenza, emessa dalla seconda sezione del tribunale amministrativo regionale, ha respinto il ricorso presentato da diverse associazioni di settore, avallando così le decisioni adottate dalla giunta regionale lo scorso 15 luglio. Questa notizia rappresenta un importante passo avanti per i cacciatori lombardi, che possono continuare le loro attività secondo le modalità stabilite.
La sentenza del Tar e le sue implicazioni
La decisione del Tar di confermare il calendario venatorio ha avuto un impatto rilevante sulle pratiche di caccia in Lombardia. Innanzitutto, la conferma delle date di apertura e chiusura della stagione venatoria, così come delle giornate integrative, consente una pianificazione a lungo termine per tutti gli operatori del settore. Grazie a questa chiarezza normativa, gli enti locali, le associazioni di cacciatori e i singoli praticanti possono operare con maggiore sicurezza, evitando confusione e disputi legali.
Inoltre, la sentenza ha reso evidente che le scelte fatte dalla giunta regionale si basano su studi e motivazioni solide, nonostante il parere dell’Ispra sia stato considerato un mero suggerimento. Questo aspetto assume particolare importanza poiché segna una chiara distinzione tra linee guida e obblighi normativi, evidenziando che le decisioni regionali possono prendere in considerazione anche altri fattori oltre quelli suggeriti dall’ente nazionale.
La posizione della giunta regionale
L’assessore all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, ha espresso soddisfazione per il risultato conseguito dal Tar, sottolineando che si tratta di una “vittoria su tutta la linea”. Secondo Beduschi, la decisione conferma le ragioni esposte dall’amministrazione regionale e premia il lavoro meticoloso degli uffici competenti, impegnati nella redazione di un calendario venatorio che sia equilibrato e rispondente alle esigenze del territorio.
Beduschi ha anche fatto riferimento alla necessità di un approccio scientifico nella gestione della fauna selvatica. La giunta, nel pianificare le attività di caccia, ha tenuto in considerazione i dati disponibili e le dinamiche ambientali, assumendo decisioni che non si allontanano dal rigore scientifico. Questa posizione mette in risalto la volontà della Regione di tutelare non solo gli interessi dei cacciatori, ma anche la biodiversità e l’equilibrio degli ecosistemi.
Reazioni delle associazioni di cacciatori
Le reazioni delle associazioni di cacciatori sono state caratterizzate da un sentimento di sollievo e soddisfazione. Con la conferma del calendario venatorio, i cacciatori lombardi possono pianificare le loro attività senza l’incertezza di possibili modifiche o sospensioni. Questo è particolarmente significativo poiché la caccia non rappresenta solo una tradizione culturale, ma anche un’importante attività economica per le comunità locali.
Le organizzazioni di settore hanno accolto con favore la decisione del Tar, evidenziando la necessità di un dialogo continuo tra le istituzioni e gli enti di tutela della fauna. Questo approccio collaborativo è visto come cruciale per gestire efficacemente le relazioni tra caccia, conservazione della natura e altre attività umane.
In sintesi, la decisione del Tar della Lombardia ha fornito sicurezza e stabilità al settore venatorio regionale, confermando un calendario che rispecchia un equilibrio tra esigenze economiche e necessità di conservazione dell’ambiente.
Ultimo aggiornamento il 7 Ottobre 2024 da Donatella Ercolano