La notizia della morte di papa Francesco ha colpito anche la Lombardia, dove si conservano vividi ricordi della sua visita pastorale del 25 marzo 2017. Quel giorno il pontefice si spostò tra Milano e Monza, concentrandosi soprattutto sulle fasce più deboli della città e su luoghi simbolo della vita civile e religiosa. Tante persone si ritrovano a ripensare a quell’evento, che mise in luce l’attenzione del papa verso gli ultimi.
la visita alle case popolari di via salomone: un abbraccio ai dimenticati della città
La giornata di papa Francesco a Milano iniziò nella periferia, in via Salomone, dove si trovano le cosiddette “case bianche”. Si tratta di un quartiere popolare, noto per ospitare sia anziani sia molti immigrati. Il pontefice volle incontrare in prima persona questi residenti, manifestando attenzione concreta verso chi è spesso dimenticato dalla società. Il suo saluto si concentrò molto sugli “ultimi”, come amava chiamarli. Lì, il papa ha parlato con persone che vivono in condizioni precarie, portando la Chiesa fuori dai luoghi tradizionali di culto e dentro le case reali.
un gesto dal forte valore simbolico
Questo gesto ha un peso simbolico, soprattutto vista la complessità sociale milanese. La scelta di cominciare la visita proprio in questo contesto ha mostrato come Francesco intendesse avvicinare la Chiesa alla vita quotidiana della città e alle sue difficoltà. La presenza del pontefice nelle “case bianche” trovò eco nelle periferie non solo di Milano, ma anche di molte altre città italiane segnate da disparità sociali.
la celebrazione in Duomo e il pranzo al carcere di San Vittore: fede e vicinanza nei luoghi istituzionali
Subito dopo l’incontro con gli abitanti di via Salomone, papa Francesco si spostò verso il centro della città, facendo tappa nel Duomo di Milano insieme al cardinale Angelo Scola. La visita in cattedrale rappresentò un momento di grande solennità e raccolta. Il papa sottolineò il valore del dialogo tra Chiesa e comunità cittadina, inoltre confermò l’importanza di mantenere vive le radici religiose pur affrontando le sfide moderne.
un gesto di umanità nella mensa del carcere
Questa pausa nel cuore spirituale di Milano fu solo una delle tappe formali della giornata. Infatti, nel pomeriggio papa Francesco fece visita al carcere di San Vittore e pranzò con i detenuti. Quel gesto fu particolarmente significativo: non si limitò a una breve comparsa ma volle condividere un momento umano e semplice nella mensa della prigione. La scelta del papa di stare con chi vive in carcere evidenziò la sua predilezione verso chi è escluso dalla società.
Nel carcere, la sua presenza non solo portò conforto agli internati, ma sottolineò un messaggio di speranza e perdono, temi costanti nel suo pontificato. In un contesto spesso dimenticato, il papa regalò attenzione e umanità, ricordando a tutti che la dignità umana non si perde nemmeno nelle condizioni più difficili.
la messa nel parco di Monza e l’incontro con i giovani a San Siro: momenti di fede condivisa
Nel pomeriggio la visita si spostò nel parco di Monza, dove papa Francesco celebrò una messa davanti a una folla molto numerosa. Si stimarono circa un milione di persone presenti, radunate da tutta la Lombardia e oltre. La messa venne vissuta come un evento di grande spiritualità collettiva, con molte famiglie e gruppi provenienti da diverse realtà regionali.
Il parco di Monza divenne così un luogo di incontro tra la fede popolare e la presenza del pontefice. L’atmosfera era di festa ma anche di riflessione: papa Francesco richiamò spesso nelle sue parole la necessità di solidarietà, giustizia e attenzione verso i più fragili. Quel momento è ricordato come uno dei più intensi della visita.
un incontro con la gioventù allo stadio
In seguito, la giornata si chiuse con un incontro allo stadio San Siro, dove il papa si rivolse a circa 50 mila giovani provenienti dagli oratori di Milano e della Lombardia. Fu una conferma della cresima per diversi ragazzi, un rito religioso che rappresenta un passaggio importante nella vita dei giovani cattolici. Il pontefice si mostrò vicino alle nuove generazioni, incoraggiandole a vivere con coraggio e responsabilità la loro fede.
Questo appuntamento allo stadio è rimasto impresso come una delle occasioni in cui papa Francesco ha rafforzato il legame con la gioventù del territorio. Il confronto diretto con i ragazzi, in uno spazio così iconico per lo sport e la vita sociale milanese, è testimone della volontà di costruire ponti fra la Chiesa e la società laica.
il commento del cardinale Scola e la memoria della Lombardia sul pontefice
Il giorno dopo la visita, papa Francesco disse dall’Angelus in Vaticano che a Milano si era sentito “come a casa”. Quella frase segnò la sintesi di un legame che si era creato profondamente durante la giornata milanese. A commentare la visita, anche il cardinale Angelo Scola detto che la partecipazione record alle celebrazioni era la prova dell’ammirazione della gente per il pontefice.
Scola evidenziò come il papa, durante la sua lunga giornata lunghissima tra i due capoluoghi lombardi, avesse percorso circa 100 chilometri, vedendo tante realtà diverse. La sua attenzione verso precari, detenuti, anziani, giovani confermò la centralità di un messaggio inclusivo e di vicinanza, che ancora oggi rimane un segno nella memoria della regione.
L’affetto verso papa Francesco continua a vivere nelle comunità locali, che ricordano con precisione quegli incontri. La visita del 2017 ha segnato un momento importante nella storia religiosa e sociale della Lombardia. Le immagini e le testimonianze di quel giorno mantengono vivo il valore di quella presenza, che ha superato i semplici confini della Chiesa per diventare parte integrante della vita cittadina.