L'omicidio di Ezio Tarantelli: ricordo di un economista ucciso dalle Brigate Rosse 40 anni fa

L’omicidio di Ezio Tarantelli: ricordo di un economista ucciso dalle Brigate Rosse 40 anni fa

Il 27 marzo 1985, l’economista Ezio Tarantelli fu assassinato dalle Brigate Rosse, un evento che segnò la lotta contro il terrorismo in Italia e lasciò un’eredità duratura nel dibattito economico.
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L'omicidio di Ezio Tarantelli: ricordo di un economista ucciso dalle Brigate Rosse 40 anni fa - Gaeta.it

Il 27 marzo 1985 segna un tragico anniversario nella storia italiana: l’assassinio di Ezio Tarantelli, un economista rispettato e docente universitario, noto per il suo impegno nella Cisl e per le sue analisi sul mercato del lavoro. A distanza di quarant’anni, il suo nome continua a rimanere un simbolo della lotta contro il terrorismo e un monito per le future generazioni. L’evento che ha segnato la sua morte è un fatto di cronaca che ha scosso profondamente l’Italia di quegli anni, in un contesto politico e sociale già carico di tensioni.

Gli eventi dell’omicidio

Ezio Tarantelli era di ritorno da una lezione presso l’Università La Sapienza, dove insegnava economia. Mentre stava uscendo dal parcheggio, fu avvicinato da due sicari armati. Estratti una mitraglietta e una pistola da una borsa, cominciarono a fire numerosi colpi. L’accaduto fu rapido e terribile: Tarantelli fu colpito da circa dieci proiettili e morì poco dopo il suo arrivo al Policlinico Umberto I. La polizia, al termine delle indagini, trovò un documento di 70 pagine firmato dalle Brigate Rosse, che faceva riferimento alla pianificazione dell’attentato.

Questo crimine, rivendicato da un gruppo terroristico che stava mettendo in atto una strategia violenta contro figure di riferimento nel panorama politico e sociale, evidenziò la vulnerabilità degli intellettuali e dei professionisti impegnati nel miglioramento della società italiana. Tarantelli, all’epoca della sua morte, aveva solo 44 anni, una vita spezzata nel prime della sua carriera, quando stava dando un contributo significativo al dibattito economico nazionale.

La carriera di Ezio Tarantelli

Studioso dell’economia del lavoro, Tarantelli ricopriva anche il ruolo di direttore dell’Isel, un centro di ricerca istituito dalla Cisl, dedicato all’analisi del mercato del lavoro. Le sue ricerche si concentravano sulla disoccupazione e sugli accordi tra governo e sindacati, cercando sempre di analizzare le problematiche occupazionali con un occhio critico e propositivo. Il suo lavoro assumeva una particolare importanza in un’epoca caratterizzata da un fermento sociale e da un crescente attivismo sindacale.

Un punto cruciale della sua carriera fu rappresentato dall’accordo stipulato tra governo, Cisl e Uil il 14 febbraio 1984. Questo accordo si focalizzava sul controllo della spirale inflazionistica attraverso meccanismi economici definiti, riflettendo le sue idee sulla necessità di mantenere un equilibrio tra diritti dei lavoratori e stabilità economica. Tuttavia, questa visione non era esente da controversie, portando a una divisione all’interno del sindacalismo stesso sul referendum per abolire il decreto riguardante la scala mobile. La sconfitta del referendum non fermò però l’influenza delle idee di Tarantelli, le quali continuarono a guadagnare attenzione fino alla sua morte.

L’eredità di Tarantelli

La figura di Ezio Tarantelli continua a essere evocata nei dibattiti contemporanei sul mondo del lavoro in Italia. La sua visione economica, improntata al benessere occupazionale e al dialogo tra le parti sociali, rimane un faro per molti che si occupano di tematiche lavorative. La sua morte è stata un grave colpo per il mondo accademico e parlamentare, ma il suo lavoro ha continuato a ispirare studiosi e attivisti nel loro impegno verso una società più giusta e equa.

Il ricordo di Tarantelli viene annualmente commemorato, con eventi che richiamano l’attenzione sulle sue idee e sul significato della sua perdita. In un periodo in cui l’Italia affronta sfide economiche e sociali, il suo contributo rimane rilevante e stimolante per generazioni di economisti e sociologi che continuano a lottare per dignità e giustizia nel lavoro. L’uccisione di Tarantelli rappresenta non solo un evento tragico, ma anche un momento di riflessione per comprendere l’importanza della pace e del confronto democratico in un contesto di profonda crisi.

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