L'opera di Enrico Baj 'I funerali dell'anarchico Pinelli' trova casa al Museo del Novecento di Milano

L’opera di Enrico Baj ‘I funerali dell’anarchico Pinelli’ trova casa al Museo del Novecento di Milano

Domani riapre al pubblico la nuova sala monografica del Museo del Novecento di Milano, ospitando l’opera di Enrico Baj “I funerali dell’anarchico Pinelli”, simbolo di memoria storica e arte contemporanea.
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L'opera di Enrico Baj 'I funerali dell'anarchico Pinelli' trova casa al Museo del Novecento di Milano - Gaeta.it

A partire da domani, il celebre dipinto di Enrico Baj, “I funerali dell’anarchico Pinelli“, sarà visibile al pubblico nella nuova sala monografica del Museo del Novecento di Milano. Questo spazio espositivo, ristrutturato di recente, offre una straordinaria opportunità per riflettere sull’arte contemporanea e il suo significato nel contesto della memoria storica collettiva.

La storia dell’opera: un tributo a Pinelli

Realizzato nel 1972, “I funerali dell’anarchico Pinelli” è un’opera straordinaria che rappresenta un momento cruciale della storia italiana. Giuseppe Pinelli, un ferroviere e attivista anarchico, perse la vita tragicamente in circostanze controverse, cadendo da una finestra della questura di Milano mentre era trattenuto sotto accusa per la strage di piazza Fontana. La sua morte, avvenuta in un contesto di grande tensione sociale e politica, ha suscitato indignazione e ha sollevato interrogativi sulla responsabilità delle autorità. Il dipinto di Baj non solo ricorda la figura di Pinelli, ma diventa anche un simbolo della lotta contro le ingiustizie.

L’opera riflette un periodo di grandissime trasformazioni in Italia, imbevuto di tensioni politiche e culturali. Baj, attraverso il suo stile distintivo e le sue scelte artistiche, riesce a catturare la disperazione e l’assurdità della situazione, rendendo il dolore collettivo tangibile. “I funerali dell’anarchico Pinelli” rappresenta così un punto di incontro tra arte e storia, un veicolo di memoria per le generazioni future.

Una collocazione definitiva per un’opera leggendaria

Dopo anni di assenza dalle esposizioni pubbliche, l’opera di Baj trova finalmente una collocazione permanente all’interno della Galleria “Gesti e processi” del museo. Questa scelta non è casuale. Il Museo del Novecento, come molti altri spazi culturali, ha il compito di ornare la discussione sull’arte italiana contemporanea e di rendere omaggio a chi ha partecipato attivamente alla sua definizione. La presenza dell’opera di Baj in questo contesto arricchisce il percorso espositivo, facendo da ponte tra l’arte e gli eventi storici significativi.

Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del comune di Milano, ha commentato con entusiasmo l’importanza di questa collocazione, sottolineando come il museo diventi un luogo in cui si riflette sul valore della memoria attraverso l’arte. “Restituendo quest’opera alla città, invitiamo i visitatori a soffermarsi sulla sua rilevanza e sul messaggio che porta con sé”, ha affermato Sacchi. La presenza di “I funerali dell’anarchico Pinelli” diventa così un invito a riflettere su eventi passati e sulle loro ripercussioni nel presente.

Un confronto con l’arte di Pablo Picasso

I funerali dell’anarchico Pinelli” non è solo un omaggio alla memoria di un uomo, ma è un’opera che dialoga con la grande tradizione dell’arte contemporanea, richiamando alla mente mostri sacri come Pablo Picasso. L’impianto compositivo dell’opera di Baj è chiaramente ispirato a “Guernica“, il famoso dipinto di Picasso che rappresenta la guerra e le sue conseguenze sull’umanità. Le figure scomposte e le espressioni di sgomento nel lavoro di Baj evocano le stesse emozioni e l’orrore dell’atto di violenza.

Questo parallelo tra due opere emblematiche sottolinea come l’arte possa servire da veicolo per l’emozione e la memoria. In un momento storico in cui la società si confronta con il passato e il presente in un costante dialogo, l’opera di Baj si fa portavoce di valori e sentimenti che non dovrebbero mai essere dimenticati. La combinazione di estetica e storia crea un’esperienza immersiva per il visitatore, incoraggiandolo a riflettere e a interagire con l’opera e i messaggi che porta con sé.

La ristrutturazione della Galleria “Gesti e processi” dunque non solo offre uno spazio per l’opera di Baj, ma posiziona anche il Museo del Novecento come un centro vitale per la cultura artistica e sociale di Milano, rinvigorendo la comunità con esperienze significative legate all’arte e alla storia.

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