Alla Mostra del Cinema di Venezia, il regista Luca Guadagnino ha svelato il suo ultimo lavoro cinematografico intitolato "Queer", una trasposizione dell'omonimo romanzo di William Burroughs. L'opera si propone di esplorare temi di connessione umana, introspezione e le sfide dell'identità in un contesto storico ricco di emozioni e contrasti. Attraverso le parole del regista, emerge un progetto che non è solo un film, ma una riflessione profonda sulle esperienze umane, con l'intento di toccare il pubblico su un piano personale e universale.
Il percorso creativo di Luca Guadagnino
Nel corso della presentazione, Guadagnino ha condiviso con entusiasmo il suo legame personale con il romanzo, ricordando come la lettura lo abbia ispirato nella sua giovinezza. "Ho letto il libro a 17 anni e da ragazzo sognavo di cambiare il mondo attraverso il cinema," ha dichiarato, evidenziando come l'opera di Burroughs abbia influenzato la sua visione artistica. Il regista ha enfatizzato la potenza della scrittura di Burroughs, che offre una rappresentazione non giudicante dei personaggi e una profonda esplorazione delle dinamiche romantiche. "Questo romanzo mi ha dato qualcosa di importante," ha affermato, esprimendo il desiderio di rimanere fedele a quel giovane sognatore che una volta era. Il suo obiettivo con "Queer" è di riflettere su tematiche come l’identità personale e le relazioni interpersonali, auspicando che il pubblico possa interrogarsi su chi sono realmente quando si trovano da soli e su ciò che cercano negli altri.
Un cast eccezionale: Daniel Craig e Drew Starkey
Il film vede la partecipazione di Daniel Craig, noto per il suo ruolo iconico di James Bond, che stavolta interpreta William Lee, un uomo in cerca di identità nella calda e vibrante Città del Messico degli anni '50. Craig ha espresso la sua gratitudine nei confronti di Guadagnino, dichiarando: "Ho detto subito sì a questo film, lavorare con Luca Guadagnino era un mio desiderio da tempo." Riguardo alle scene intime, Craig ha condiviso la propria esperienza sul set, affermando come la chiave sia stata la preparazione e la naturalezza: "Volevamo solo renderlo il più toccante, reale e naturale possibile." Le prove iniziali hanno permesso a Craig e al suo coprotagonista Drew Starkey di costruire una chimica autentica, fondamentale nel trasmettere le emozioni del racconto. Starkey ha aggiunto che l'approccio di Guadagnino ha reso il processo unico, un’opportunità per esplorare e sperimentare come attori.
La sceneggiatura e il viaggio di realizzazione
La concezione del film ha avuto inizio sul set di un'altra collaborazione tra Guadagnino e Zendaya, "Challengers". Lo sceneggiatore Justin Kuritzkes ha raccontato come il regista gli abbia proposto il romanzo, invitandolo a scrivere la sceneggiatura. "Quando l'ho letto, sono rimasto colpito dalla linearità disarmante della storia d'amore," ha dichiarato Kuritzkes, sottolineando la sfida di racchiudere il sentimento puro del racconto senza perdere i temi più ampi che Burroughs affronta. Guadagnino ha descritto l'esperienza di girare "Queer" come sorprendentemente lineare e coinvolgente. La scelta di ricreare l'ambientazione a Cinecittà ha contribuito a rendere il progetto un viaggio gioioso e creativo.
Il coraggio di affrontare temi complessi
Infine, "Queer" non si sottrae alla complessità di tematiche scomode e tabù, come l'abuso di alcol e droghe. Guadagnino ha osservato che il suo compito di regista è cercare l'umanità anche nelle storie più oscure. La sua ammirazione per Craig emerge chiaramente, descrivendo l'attore come un professionista che consente ad altri di esprimere le loro fragilità e vulnerabilità. La narrazione, che si concentra sulla ricerca dell'identità e il potere delle relazioni umane, promette di essere un'esperienza potente e provocatoria per gli spettatori, suscettibile di stimolare una vasta gamma di emozioni e riflessioni.
