L’Unione Europea si trova a dover affrontare una nuova sfida commerciale lanciata dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Questo avviene a seguito dell’annuncio di una serie di dazi su acciaio e alluminio che colpiranno le esportazioni europee. Con i controdazi già in fase di pianificazione, i ministri del commercio europeo si sono riuniti a Lussemburgo per valutare le possibili risposte a Washington, con particolare attenzione su un elenco di prodotti americani da tassare. La tensione sale mentre la data di attuazione dei nuovi dazi si avvicina.
Riunione straordinaria dei ministri del commercio dell’ue
Martedì scorso, i ministri del Commercio Estero dei Paesi dell’Unione Europea si sono riuniti a Lussemburgo, convocati dalla presidenza polacca in sessione straordinaria. L’obiettivo era discutere le strategie di risposta ai dazi imposti da Trump. Durante l’incontro, è emerso un consenso sul fatto che, sebbene la competenza nel commercio estero appartenga esclusivamente all’ue, un confronto tra i vari Stati membri sarebbe utile per definire una linea comune.
Tra i risultati già ottenuti, Italia e Francia si sono detti soddisfatti sulla possibile esclusione del bourbon americano dalla lista dei prodotti da tassare, una mossa strategica per evitare ulteriori dazi sui vini europei. Il ministro degli Affari Esteri italiano, Antonio Tajani, ha espresso un cauto ottimismo riguardo a questo punto, suggerendo che potrebbero esserci spazi di manovra.
Le divisioni sull’approccio ai dazi
Mentre i Paesi membri concordano sulla necessità di rispondere ai dazi imposti da Trump, le differenze emergono nel modo in cui farlo. Francia e Germania sono favorevoli a una risposta forte, mentre altre nazioni preferiscono un approccio più conciliatorio. Uno dei principali punti di divergenza riguarda l’attivazione dello strumento anti-coercizione economica , istituito nel 2023 per contrastare le azioni commerciali aggressive di paesi terzi, come fatto con la Cina.
Il ministro al Commercio francese, Laurent Saint-Martin, ha sottolineato che tutte le opzioni devono rimanere sul tavolo, incluso lo strumento Aci, per garantire una risposta efficace. Dall’altra parte, il ministro degli Esteri irlandese, Simon Harris, ha fissato un freno all’idea di usare l’Aci, definendola una “opzione nucleare” e suggerendo piuttosto un’azione orientata alla “de-escalation“. Anche il ministro lituano Kestutis Budrys ha avvertito che l’Aci dovrebbe essere visto come un’arma negoziale, ma non va affrettato ad utilizzarlo.
I piani dell’ue per trattare con gli Stati Uniti
L’Unione Europea manifesta chiaramente la propria intenzione di negoziare con Washington per risolvere la questione dei dazi. Michal Baranowski, sottosegretario polacco, ha chiarito che “il piano A” prevede l’avvio di colloqui con gli Stati Uniti, mentre “il piano B“, cioè la risposta a breve termine, rimane una misura di emergenza. Tajani ha ribadito che è cruciale evitare una guerra commerciale, che danneggerebbe entrambi i lati dell’Atlantico.
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha rivelato che l’Unione ha proposto di ridurre a zero i dazi reciproci su tutti i beni industriali, comprese le auto e altri settori come chimico e farmaceutico. Nonostante questa offerta sia sul tavolo, gli Stati Uniti non hanno risposto positivamente, mostrando l’intenzione di rimanere su posizioni forti nel negoziato.
Impatto dei dazi imposti da trump sulle esportazioni ue
Maros Sefcovic, commissario al Commercio dell’ue, ha indicato che i dazi di Trump impatteranno circa il 70% delle esportazioni europee verso gli Stati Uniti, per un controvalore di circa 380 miliardi di euro. Sebbene l’Unione sia motivata a negoziare, Sefcovic ha invitato a non sottovalutare le complessità del dialogo con Washington. Egli ha specificato che le negoziazioni si trovano solo nelle fasi iniziali, e che gli Usa vedono i dazi come una “misura correttiva” piuttosto che una mera strategia commerciale.
In ambito automobilistico, Sefcovic ha menzionato che l’Unione è disposta a discutere una riduzione dei dazi su veicoli come pickup e van importati dagli Stati Uniti. Anche Tajani ha affermato che il suo auspicio è di arrivare a “zero dazi reciproci“. Ma la risposta di Trump apparentemente mira a mantenere una pressione forte.
Tempistiche per la risposta dell’ue
L’Unione Europea si prepara a emettere una risposta concreta agli Stati Uniti. Una prima fase che prevede un voto dei Paesi membri riguardo la lista dei prodotti da sottoporre a controdazi avverrà mercoledì 9 aprile, seguita dall’adozione definitiva della lista il 15 aprile. I primi dazi entreranno in vigore quel giorno, con il resto che scatterà un mese dopo. L’Italia ha tentato di posticipare l’attuazione al 30 aprile per permettere di attuare ulteriori negoziati, ma la proposta è stata bocciata per ragioni tecniche e legali.
Un aspetto rilevante è la preoccupazione che gli eccessi di produzione in Cina possano riversarsi sul mercato europeo a causa del blocco verso gli Stati Uniti. Questa evenienza è ben presente alla Commissione ue, che ha promesso di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per proteggere il mercato unico. Le recenti turbolenze nei mercati finanziari evidenziano l’incertezza generata dalla situazione commerciale, con la borsa europea che ha subito cali significativi in risposta ai dazi.