Lo schermidore LUIGI SAMELE, già medaglia di bronzo ai Giochi di Parigi, con un palmarès che conta quattro medaglie olimpiche, sta dedicando la sua carriera alla promozione di sport inclusivo per le persone con disabilità. Attraverso l’esperienza diretta con il fratello Francesco, affetto da sindrome di down, Luigi mira a cambiare la narrazione attorno alla disabilità e a creare opportunità sportive per tutti.
Un’atleta con il cuore grande: la storia di Luigi e Francesco
Luigi Samele, originario della Puglia e attualmente residente a Bologna, ha sempre avuto una forte connessione con la sua famiglia, in particolare con suo fratello Francesco, comunemente conosciuto come Checco. “Il vero campione a casa Samele non sono io, ma Checco” afferma Luigi, portando alla luce un legame profondo che va oltre il semplice rapporto fraterno. Francesco, a 35 anni, ha la sindrome di down e, per Luigi, è un faro di insegnamenti e valori. “Checco ci mostra ogni giorno la bellezza della vita”, dice l’atleta, dando un forte messaggio di umanità e rispetto.
La famiglia Samele è composta da tre fratelli, con Luigi e Francesco che si fanno forza a vicenda, affiancati dal loro fratello maggiore Riccardo. Luisa poi racconta come la dinamica familiare non ruoti attorno alla disabilità, ma piuttosto su capacità e comprensione reciproca. “Non l’ho mai trattato come ‘il fratello con disabilità’, perché per me Checco è prima di tutto una persona”, sottolinea Luigi, riecheggiando l’importanza di riconoscere le persone per le loro qualità e non per le loro limitazioni.
La connessione tra i due è talmente profonda che Checco riesce a percepire lo stato d’animo di Luigi senza bisogno di parole. “Con un semplice sguardo, capisce se sono felice o triste”, dice Luigi, evidenziando una forma di empatia che va oltre la comunicazione verbale. Questa vicinanza non solo fonda un legame indissolubile tra i due, ma rappresenta anche un esempio di ciò che una relazione autentica può realizzare.
Un futuro inclusivo: i progetti di Luigi Samele
Dopo aver conquistato la medaglia di bronzo ai recenti Giochi di Parigi, Luigi sta concentrando i suoi sforzi su un innovativo progetto di sport inclusivo. Obiettivo centrale è l’organizzazione di camp per persone con sindrome di down e disturbi dello spettro autistico, dove gli individui possano praticare scherma. Lo sport ha sempre fatto parte della vita di Checco, che nel nuoto ha raggiunto notevoli successi, una testimonianza del potere dell’attività fisica.
Luigi sottolinea che non si tratta solo di competere, ma di offrire esperienze che portino benessere e facilità sociale. “L’obiettivo non è vincere, ma dare un’opportunità a chi spesso non ce l’ha”, afferma. Le attività fisiche, in particolar modo la scherma, possono rivelarsi vitali per il miglioramento delle competenze sociali e delle abilità di vita quotidiana.
Il progetto si origina dalla convinzione profonda di Luigi che lo sport possa essere un elemento di inclusione, e che le persone con disabilità debbano essere considerate parte integrante di qualsiasi iniziativa sociale. Costruire una comunità inclusiva è fondamentale per abbattere le barriere esistenti, ed è appunto questo fine che Luigi persegue attraverso le sue iniziative.
Oltre le etichette: una nuova narrativa per la disabilità
Luigi Samele è consapevole delle etichette che spesso vengono associate alle persone con disabilità, come “diverso” o “speciale”. La sua battaglia è volta a cambiare questa narrativa, sottolineando che la comunicazione è fondamentale per superare pregiudizi e stereotipi. “Checco è una persona, non deve essere visto come qualcuno che non può fare nulla né come un supereroe”, ribadisce, indicando la necessità di una maggiore considerazione della personale individualità.
Il problema principale che Luigi riconosce è la mancanza di relazioni significative e conoscenza, che ostacola la creazione di opportunità per le persone con disabilità. Mentre i progressi per le persone con disabilità fisica sono evidenti, il settore dello sport per persone con disabilità intellettiva e relazionale è ancora in fase di sviluppo.
Luigi ritiene che lo sport, e in particolare la scherma, possa svolgere un ruolo cruciale per l’emancipazione delle persone con disabilità cognitive, fornendo strumenti per allenare la concentrazione, la coordinazione e la responsabilità. Queste competenze possono poi essere applicate nella vita quotidiana, aiutando gli individui a interagire più facilmente con il mondo che li circonda, sia a scuola che nel lavoro e nelle piccole sfide quotidiane.
Luigi Samele, attraverso il suo impegno e la sua dedizione, rappresenta un faro di speranza per un futuro dove lo sport possa essere realmente inclusivo, costruendo ponti e opportunità per tutti, senza eccezioni.