La recente decisione dell’Unione Europea riguardo al lupo, uno dei pochi grandi predatori rimasti nelle foreste europee, segna un cambiamento significativo nella gestione della biodiversità. Il Consiglio dell’Unione ha approvato un mandato che modifica lo status di protezione del lupo, seguendo le linee della riforma della Convenzione di Berna. Questa mossa ha l’obiettivo di facilitare una coexistence più equilibrata tra l’uomo e la fauna selvatica, con particolare attenzione alle problematiche socioeconomiche legate agli allevatori.
Modifica dello status di protezione del lupo
Il Consiglio dell’Unione Europea ha recentemente condiviso le informazioni riguardo la modifica della direttiva Habitat, norma fondamentale per la protezione degli animali e degli habitat nell’Unione. Il progetto di modifica prevedrà un cambio di status per il lupo, da “strettamente protetto” a “protetto”.
Questa decisione segue la necessità di allineare la legislazione europea agli aggiornamenti della Convenzione di Berna, che, dal 7 marzo 2025, ha introdotto nuove disposizioni riguardo la tutela del lupo. Il Consiglio giustifica questa modifica come un passo verso una gestione più flessibile delle popolazioni di lupi, intesa a migliorare la relazione tra uomo e animale.
Gli Stati membri avranno la facoltà di implementare livelli di protezione più severi, se lo desiderano. La proposta non presenta variazioni rispetto a quella inizialmente suggerita dalla Commissione Europea nel dicembre 2023. In quel frangente, molte altre riforme importanti, come quelle legate al patto di stabilità, avevano ricevuto maggiore attenzione dai media.
Le istanze degli allevatori e il contesto politico
La modifica dello status del lupo si inserisce in un contesto politico complesso, in risposta alle richieste dei contadini europei preoccupati per l’aumento della popolazione di lupi e il loro impatto sull’agricoltura. Le elezioni europee del 2024 hanno portato i rappresentanti del Partito Popolare Europeo a prendere in considerazione le lamentele degli agricoltori, specialmente nei territori dove i lupi sono tornati a popolare il territorio. Durante le proteste, divampavano i trattori a Bruxelles e scene di dissenso, che hanno incluso lanci di letame, dimostravano l’urgenza della situazione per gli agricoltori.
I dysfunzionamenti burocratici imposti dalle politiche ambientali, come il Green Deal, sono stati percepiti come aggravanti per gli agricoltori, spingendo il Ppe a trovare un compromesso con il mondo rurale. Ridurre la protezione del lupo è stato visto come un passo necessario per recuperare consensi in un elettorato sempre più deluso.
Il processo legislativo e il voto
Il passaggio decisivo è stato il voto in Coreper, che ha visto l’accettazione, a maggioranza qualificata, della proposta di modifica dello status di protezione del lupo. Alcuni Stati membri, tra cui Polonia, Spagna e Belgio, si sono astenuti, mentre gli altri hanno sostenuto la proposta.
Tuttavia, il percorso non si considera concluso. Il progetto di modifica ora attende la revisione parlamentaria del Parlamento Europeo, attesa nel mese prossimo. Se la posizione del Parlamento allineerà con quella del Consiglio, si procederà all’approvazione formale della direttiva emendata, portando a una minore protezione per il lupo in tutta Europa. Anche se l’animale perderà parte della sua tutela, il Consiglio sottolinea comunque che i paesi membri dovranno garantire un “stato di conservazione favorevole” e pianificare misure di monitoraggio, che possono includere divieti di caccia temporanei o locali.
La questione del lupo rimane quindi un tema caldo, sul quale si confrontano interessi economici e culturali, rappresentando un tratto distintivo della discussione sulla biodiversità nel Vecchio Continente.