L'Unione Europea si prepara a rispondere a una guerra commerciale minacciata da Trump

L’Unione Europea si prepara a rispondere a una guerra commerciale minacciata da Trump

L’Unione Europea si prepara a rispondere con misure di rappresaglia economica alle politiche commerciali aggressive degli Stati Uniti, utilizzando un nuovo strumento anti coercizione per proteggere i propri interessi.
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L'Unione Europea si prepara a rispondere a una guerra commerciale minacciata da Trump - Gaeta.it

Un possibile conflitto commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea potrebbe avere conseguenze significative, come ha recentemente rivelato il Financial Times. L’esecutivo comunitario è pronto a utilizzare uno strumento progettato per affrontare situazioni di coercizione economica, ponendo così le basi per una reazione robusta nei confronti delle politiche aggressive dell’attuale amministrazione americana. Questo articolo esplorerà i dettagli di questa situazione e le ramificazioni della possibile applicazione di questo “bazooka” economico.

La strategia dell’Unione Europea

Bruxelles mostra chiaramente che l’Ue non è disposta a subire passivamente eventuali pressioni economiche, in particolare se a provocare tali tensioni è il presidente Donald Trump, il quale potrebbe utilizzare i dazi come strumento di coercizione politica. Secondo il Financial Times, la Commissione europea potrebbe attivare lo “strumento anti coercizione” economica, una misura approvata nel 2023 per contrastare le pratiche commerciali sleali, originariamente pensata per affrontare i comportamenti della Cina. Questo strumento permette di estendere le misure di rappresaglia commerciale anche al settore dei servizi, aspetto che potrebbe colpire direttamente i colossi tecnologici americani.

Questo strumento è considerato un forte deterrente e rappresenta un avvertimento significativo per l’Amministrazione americana, sottolineando la determinazione dell’Ue a difendere i propri interessi in caso di un’accesa escalation commerciale. Tuttavia, ci si chiede se si arriverà realmente a escludere aziende come Google, Apple o Amazon dall’accesso al mercato europeo, un passo che avrebbe ripercussioni enormi, tanto per le aziende quanto per i consumatori europei.

La storia e il contesto dello strumento anti coercione

L’introduzione dello “strumento anti coercione” è avvenuta in un periodo di crescente tensione tra Cina e Lituania, una situazione che ha messo in evidenza come tali misure possano essere utilizzate per rispondere a comportamenti repressivi da parte di stati terzi. Infatti, nel 2021, la Cina ha preso misure drastiche contro la Lituania, cancellando il suo nome dal sistema doganale e bloccando le esportazioni e importazioni in risposta all’apertura di un ufficio diplomatico di Taiwan a Vilnius. Questa situazione complessa ha reso evidente la potenza e la necessità di strumenti per fronteggiare la coercizione economica, e ha aperto la strada a un utilizzo simile contro le azioni di Trump.

Secondo il regolamento, le pratiche di coercizione economica possono manifestarsi quando un paese terzo minaccia o attua misure che incidono negativamente sugli scambi o sugli investimenti. Tale comportamento viene visto come un tentativo di influenzare le decisioni legittime dell’Unione o dei suoi stati membri. L’elenco delle possibili sanzioni contempla una varietà di azioni, dalle tariffe sui prodotti, all’esclusione dalle gare d’appalto, fino a restrizioni sul settore dei servizi e sugli investimenti stranieri. La differenza principale rispetto alle sanzioni legate alla politica estera è che l’applicazione dello “strumento anti coercione” può avvenire attraverso un meccanismo di votazione a maggioranza qualificata, evitando così che un singolo stato membro possa opporsi per proteggere gli interessi americani.

La risposta dell’Unione Europea a Trump

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione, ha ribadito che l’Europa è pronta a rispondere in modo deciso a qualsiasi attacco commerciale. Nel corso di recenti incontri tra i leader europei a Bruxelles, ha affermato con fermezza che “l’Ue risponderà in modo fermo” se sarà colpita ingiustamente da misure di ritorsione. Tuttavia, von der Leyen ha anche evidenziato l’importanza della comunicazione, promettendo un approccio “aperto e pragmatico” al dialogo con Washington per prevenire la guerra commerciale.

La Commissione ha in mente diverse soluzioni per rendere l’interazione più proficua, tra cui un aumento delle importazioni di gas naturale liquefatto e di armi americane, oltre a facilitazioni per le grandi aziende tecnologiche. Tuttavia, l’amministrazione americana non ha ancora risposto a queste proposte, creando domande sulla reale volontà di Trump di confrontarsi su tali questioni.

Il quadro commerciale tra Stati Uniti e Ue è complesso. Nonostante esista un deficit commerciale di 150 miliardi di euro per l’Europa, lo stesso settore dei servizi mostra un significativo surplus per gli Usa. Con 396,4 miliardi di euro di esportazioni verso l’Europa, a fronte di 292,4 miliardi di euro di importazioni dall’Europa da parte degli Stati Uniti, si evidenzia un’integrazione economica reciproca che potrebbe dissuadere una guerra commerciale.

Questi aspetti economici e le strategie messe in campo dall’Ue per gestire le tensioni con Washington potrebbero avere un impatto significativo nel determinare la direzione delle future relazioni transatlantiche.

Ultimo aggiornamento il 6 Febbraio 2025 da Elisabetta Cina

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