L’Unione Europea sta per attivare misure significative per contrastare gli effetti dei dazi imposti dall’amministrazione Trump. Noto come ‘bazooka’, lo strumento anti-coercione punta a tutelare le scelte politiche degli Stati membri da pressioni esterne. Questa iniziativa, tuttavia, non gode del consenso unanime tra i Paesi dell’Unione.
Cosa prevede il ‘bazooka’ anti-coercizione
Il ‘bazooka’ è un dispositivo che l’Ue ha messo a punto come risposta alle aggressioni commerciali esterne, particolarmente in relazione alla strategia adottata dagli Stati Uniti. Secondo informazioni rilasciate da Adnkronos, questo strumento è concepito per far sì che l’Unione possa reagire a situazioni in cui paesi terzi tentano di influenzare le decisioni politiche degli Stati membri. Tali pressioni possono assumere forme diverse, attraverso misure legate al commercio e all’economia, come l’imposizione di dazi o boicottaggi.
La creazione di questo meccanismo è stata formalizzata nel Regolamento Ue, il quale consente all’Unione di attivare misure di deterrenza in caso di comportamenti scorretti da parte di Paesi non membri. Esistono già linee guida per il suo utilizzo, che prevedono un primo passo di dialogo con le nazioni coinvolte prima di passare a misure più severe. Sebbene il ‘bazooka’ sia stato introdotto nel 2023, non è mai stato realmente impiegato in un contesto operativo.
Le modalità di attuazione dello strumento
Il ‘bazooka’ dell’Unione Europea non si limita a misure di natura economica, ma si espande anche a settori come appalti e investimenti. Inizialmente, vi è un tentativo di collaborazione e dialogo con i Paesi extra-Ue, per cercare una risoluzione pacifica. Nel caso in cui questo primo tentativo non porti ai risultati sperati, l’Unione si riserva il diritto di attuare misure punitive. Queste misure possono comprendere restrizioni su beni e servizi, con l’intento di esercitare pressioni sui governi che minacciano l’integrità e l’autonomia degli Stati membri.
È importante notare che l’applicazione dello strumento non ha come obiettivo il colpire specificamente un paese, ma piuttosto mira a rispettare la legalità internazionale. Il regolamento stabilisce chiaramente che tutte le azioni intraprese devono essere orientate a salvaguardare gli interessi dell’Unione e dei suoi membri.
Le posizioni dei Paesi membri
Nonostante il pressing di grandi nazioni come Francia e Germania, che spingono per l’attivazione del ‘bazooka’ contro gli Stati Uniti, ci sono paesi membri che si oppongono a questa strategia. Tra le nazioni scettiche spiccano Italia, Grecia, Ungheria e Romania. Questi Paesi temono che le ripercussioni economiche possano danneggiare le loro economie, già provate da altre crisi.
La posizione dell’Italia in particolare, con il governo guidato dalla Presidente Meloni, si contrappone fermamente a un uso aggressivo di questo strumento. Mentre alcuni Paesi membri insistono su una risposta immediata alle politiche americane, l’Italia sembra propendere per un approccio più cauto. La distanza delle posizioni interne all’Unione Europea evidenzia come questioni di commercio e politica estera possano creare linee di frattura tra Paesi che, in teoria, dovrebbero essere uniti nella gestione delle sfide globali.
La questione dei dazi imposti da Trump riapre un dibattito cruciale all’interno dell’Ue, riguardante la coesione tra i suoi membri e la strategia da adottare per affrontare le mutevoli relazioni internazionali.