L’unione europea taglia del 26% le importazioni di gas russo dal 2021 al 2024 cambiando fornitura energetica

L’unione europea taglia del 26% le importazioni di gas russo dal 2021 al 2024 cambiando fornitura energetica

L’Unione europea riduce le importazioni di gas dalla Russia dal 45% al 19%, puntando su gas naturale liquefatto e forniture dalla Norvegia, mentre si prepara all’interruzione del transito attraverso l’Ucraina nel 2025.
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L’Unione europea ha ridotto drasticamente le importazioni di gas russo dal 45% nel 2021 a meno del 20% nel 2024, puntando su gas naturale liquefatto e forniture alternative, per aumentare l’autonomia energetica in un contesto geopolitico complesso. - Gaeta.it

L’Unione europea ha ridotto drasticamente le importazioni di gas provenienti dalla Russia negli ultimi anni, passando da una dipendenza superiore al 45% nel 2021 a meno del 20% nel 2024. Il cambiamento nasce da una strategia mirata a diversificare le fonti energetiche, aumentando l’apporto di gas naturale liquefatto e affidandosi a forniture via gasdotto alternative, come quelle dalla Norvegia. Nel contesto di una crisi energetica che ha coinvolto economia e politica, questi dati mostrano una trasformazione significativa nel mix energetico europeo.

Il calo delle importazioni di gas russo e le nuove fonti di approvvigionamento

Tra il 2021 e il 2024, l’Europa ha ridotto la sua quota di gas russo importato dal 45% a circa il 19%. Questa differenza si spiega con la ricerca di alternative più sicure e indipendenti. Il gas naturale liquefatto ha giocato un ruolo centrale, grazie ai terminali di rigassificazione creati o potenziati in diversi Paesi europei. Anche i gasdotti dalla Norvegia hanno incrementato le consegne, contribuendo a ridurre il peso del gas moscovita.

Questa trasformazione energetica ha richiesto decine di miliardi di euro in investimenti, sia nel settore infrastrutturale sia nella diversificazione delle rotte di approvvigionamento. Le società energetiche europee hanno dovuto riorganizzare i contratti e le strategie, trovando accordi con paesi esportatori alternativi. Una mossa che ha avuto impatti anche sulle tariffe e sulle disponibilità di gas nei mercati regionali.

Politica energetica e autonomia comunitaria

L’importanza di questo calo si riflette anche nella politica energetica comunitaria, che mira a garantire una maggiore autonomia e sicurezza degli approvvigionamenti. Le tensioni geopolitiche con la Russia, in particolare legate al conflitto in Ucraina e alle sanzioni, hanno spinto Bruxelles a velocizzare questo processo.

Effetti dell’interruzione del transito di gas attraverso l’ucraina nei primi mesi del 2025

La fine del transito del gas russo attraverso l’Ucraina, prevista per l’inizio del 2025, peserà ulteriormente su questa dinamica. Attualmente, parte del gas russo entra in Europa passando proprio dai gasdotti ucraini. Con l’interruzione, la percentuale di gas importato dalla Russia potrebbe scendere al 13%, secondo i dati ufficiali.

Questo cambio avrà conseguenze pratiche sulla distribuzione del gas nel continente. La capacità degli approvvigionamenti alternativi dovrà aumentare ulteriormente per colmare il gap. Gli operatori energetici europei sono già al lavoro per gestire reti e rifornimenti, soprattutto per evitare blocchi o scarsità durante l’inverno.

Piani di emergenza e strategie di adattamento

In molti stati membri, la riduzione del gas russo richiede una revisione dei piani di emergenza e la ricerca di soluzioni alternative, come l’incremento dell’efficienza energetica o l’accelerazione delle fonti rinnovabili. Il sistema europeo deve adattarsi in fretta a questa nuova realtà, che si accompagna a un contesto politico delicato.

L’addio al gas che passa dall’Ucraina sarà un test decisivo per l’Unione europea nella gestione delle crisi energetiche di stampo geopolitico, dimostrando la capacità o meno di sostituire una dipendenza storica con forniture più diversificate e meno vulnerabili.

Il ruolo del commissario europeo per l’energia e le iniziative contro i combustibili fossili russi

Dan Jorgensen, commissario europeo per l’energia, ha confermato l’impegno dell’Ue nel ridurre le importazioni di combustibili fossili dalla Russia, con un’attenzione particolare al gas. Durante una risposta a una interrogazione scritta di Adam Bielan, europarlamentare del gruppo Ecr, Jorgensen ha sottolineato che “al momento i combustibili russi rimangono comunque presenti nel mix energetico europeo.”

Il commissario ha annunciato che la Commissione sta completando una tabella di marcia destinata a eliminare progressivamente queste importazioni. Il documento, atteso per il 6 maggio, dovrebbe dettagliare i passaggi per raggiungere un’indipendenza energetica definita, tenendo conto delle esigenze dei mercati e degli impatti geopolitici.

Parallelamente, si seguono attentamente i negoziati internazionali e l’evoluzione delle infrastrutture, per garantire forniture stabili a lungo termine. Questa roadmap rappresenta un punto centrale nelle strategie energetiche dell’Ue, trovando riscontro nei piani climatici e nelle scelte politiche europee.

Sfide tra sicurezza energetica e sostenibilità

Mantenere un equilibrio tra sicurezza energetica e sostenibilità rimane una sfida aperta. La transizione da dipendenze russe si inserisce in una cornice più ampia di trasformazioni che coinvolgono le fonti di approvvigionamento e il modo stesso di concepire il consumo energetico nei Paesi membri.

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