Una folla variopinta ha riempito le strade di Roma in una manifestazione di forte impatto sociale contro il Ddl Sicurezza. Il corteo ha visto la partecipazione di cittadini di tutte le età, da anziani con una missione storica a giovani determinati a difendere i diritti civili. Questa protesta ha messo in luce timori riguardo a un clima di repressione che, secondo i manifestanti, mette in pericolo fondamentali libertà democratiche.
I racconti di chi ha vissuto il fascismo
Silvia Bicca, nonostante i suoi 86 anni, ha messo in evidenza l’importanza di ricordare il passato. Con notevole energia, si è unita al corteo impugnando bastoni da trekking, raccontando la sua esperienza. «So come comincia il fascismo, io c’ero», ha affermato mentre camminava. Ha fatto riferimento a come, all’inizio, le libertà vengano limitate e i diritti negati. «Ti negano il diritto a manifestare, poi poco a poco ti tolgono ogni libertà», ha spiegato, rievocando anche il sacrificio del padre, morto mentre serviva l’Italia in Africa.
La Bicca ha sottolineato l’importanza di rimanere vigili: «Siamo qui per dire di fare attenzione a come inizia una dittatura. Non dobbiamo sottovalutare i segnali», ha avvertito. La sua è una voce che risuona tra i partecipanti, un monito a non ripetere gli errori del passato.
Il punto di vista dei giovani: un futuro in pericolo
Tra i manifestanti spiccava la figura di Fabio Favara, un ragazzo di 18 anni che ha condiviso i motivi alla base della sua partecipazione. Proveniente da Salerno, ha spiegato che le restrizioni imposte dal Ddl Sicurezza sono un attacco diretto alla libertà di protesta. Con un piatto di pasta tra le mani, ha affermato che questa legge è «incostituzionale» e discrimina i diritti di chi manifesta, aumentando le pene per chi si oppone.
Fabio ha anche messo in evidenza la situazione precaria dei migranti, che rischiano la detenzione per aver cercato di esprimere il loro disagio nei centri in cui sono rinchiusi: «Le donne incinte ora possono finire in prigione senza ottenere il rinvio della pena come accadeva prima». Il suo intervento ha tracciato un quadro allarmante della realtà attuale, evidenziando la necessità di proteggere i diritti civili di tutti.
Un clima di repressione che preoccupa i cittadini
La manifestazione ha visto anche la presenza di attivisti e sindacalisti, come Pierlorenzo Parrinello, che ha parlato degli effetti distruttivi di una legge vista come una minaccia alla democrazia. «Questo Ddl mette in discussione i valori della nostra democrazia, sembra quasi una legge marziale», ha detto in un tono deciso. Ha posto l’accento sul rischio che i lavoratori in difficoltà, come quelli di Calenzano dopo un’esplosione in un deposito Eni, possano essere silenziati.
Le giovani partecipanti Aurora Coppi e Arianna Tripicchio hanno espresso preoccupazione per il crescente clima di repressione: «La dissidenza è la base di ogni democrazia. Non siamo attiviste, ma cittadine preoccupate», hanno affermato. La loro voce si è unita a quella di molti altri, richiamando l’importanza di garantire il diritto alla protesta pacifica, un diritto universale che non può essere calpestato.
La manifestazione di ieri ha acceso i riflettori su un tema cruciale, quello della libertà di espressione e del rispetto dei diritti civili, ricevendo in risposta la partecipazione di una comunità unita nel suo desiderio di proteggere i valori democratici.
Ultimo aggiornamento il 15 Dicembre 2024 da Armando Proietti