Un gruppo di manifestanti ha preso parte a un presidio che si è tenuto questo pomeriggio in piazza Regina Margherita a L’Aquila, esprimendo il proprio dissenso nei confronti delle operazioni militari israeliane a Gaza e della complicità dei governi occidentali. La mobilitazione è stata promossa dal Comitato Palestina L’Aquila e ha visto la partecipazione di poche decine di persone, che hanno sventolato cartelli e intonato slogan come “Stop al genocidio in Palestina” e “Stop all’occupazione e alla pulizia etnica“.
Le ragioni dietro la mobilitazione
Gli organizzatori, attraverso un manifesto distribuito durante l’evento, hanno sottolineato l’ampiezza degli attacchi effettuati non soltanto in Palestina, ma anche in altri paesi mediorientali come Libano, Siria e Yemen. La Cisgiordania, in particolare, è stata descritta come teatro di violenze inaudite, che richiamano alla mente le drammatiche fasi della Seconda Intifada. I manifestanti hanno evidenziato come l’escalation militare si concentri particolarmente nei campi profughi a nord della Cisgiordania, in città come Jenin, Tulkarem, Nablus e Tubas. I manifestanti hanno espresso preoccupazione per la strategia di annientamento e deportazione dei palestinesi, sottolineando che la loro resistenza si intensifica di fronte a queste aggressioni.
Condizioni a Gaza e violazioni dei diritti umani
Durante il presidio, i partecipanti hanno attirato l’attenzione sulla situazione di emergenza a Gaza, dove, secondo le loro affermazioni, gli Stati Uniti e Israele avrebbero impedito l’accesso a aiuti umanitari durante i momenti di tregua. È stato denunciato anche il blocco dell’elettricità, aggravando la già critica situazione delle infrastrutture e della vita quotidiana per i residenti di Gaza. La presenza delle forze di occupazione israeliane ha portato a nuove operazioni di terra, delineando una strategia di controllo territoriale che comporta gravi violazioni dei diritti umani. Uno dei punti più allarmanti emersi dal presunto rapporto di una commissione indipendente delle Nazioni Unite è l’uso di torture sessuali come strumento di repressione contro i palestinesi, che gli organizzatori hanno definito pratiche genocidiarie.
Prossimi eventi di protesta
In risposta agli sviluppi creatisi recentemente, è già prevista una nuova mobilitazione all’Aquila, pianificata per mercoledì 2 aprile. In questa occasione, gli attivisti sono pronti a esprimere il loro sostegno per Anan Yaeesh, un resistente palestinese rinviato a giudizio con l’accusa di terrorismo, assieme ad altri due co-imputati, Ali Irar e Mansour Doghmosh. Le manifestazioni cercano di mantenere alta l’attenzione sulle questioni legate al conflitto israelo-palestinese e sulle ingiustizie che coinvolgono il popolo palestinese, sottolineando l’importanza di una continua mobilitazione per i diritti umani.