Nelle ultime ore, l’Abruzzo è stato teatro di un’importante mobilitazione sindacale. L’adesione allo sciopero generale, indetto da Cgil e Uil, ha visto la partecipazione di migliaia di lavoratori provenienti da tutti i settori, rendendo evidente il malcontento per le recenti misure legislative, in particolare il Ddl Bilancio e il Ddl Sicurezza. Le richieste dei manifestanti sono chiare: difesa del welfare, inasprimento delle normative sulla precarietà e maggiori investimenti per il rilancio delle politiche industriali e dei servizi pubblici.
Le motivazioni dietro lo sciopero generale
Il cuore della mobilitazione sorge dall’insoddisfazione verso due proposte di legge ritenute dannose per i diritti dei lavoratori e per il sistema del welfare. Il Ddl Bilancio è contestato per le sue implicazioni su investimenti e servizi pubblici, che rischiano di compromettere la qualità della vita dei cittadini. Parallelamente, il Ddl Sicurezza viene visto come un attacco diretto alla libertà di espressione, limitando il diritto di sciopero e di manifestazione. Negli ultimi anni, le politiche lavoro hanno oscillato, e ora si richiede un cambio di rotta per garantire salari dignitosi e una protezione adeguata delle pensioni.
La mobilitazione è accompagnata da richieste esplicite nei riguardi del governo: aumentare le assunzioni nel settore pubblico, affrontare la precarietà dei contratti di lavoro e garantire un piano straordinario per l’occupazione. Le organizzazioni sindacali chiedono un impegno concreto per affrontare le emergenze occupazionali e sociali, sottolineando che il tempo per i rinvii è finito.
La situazione della partecipazione
La risposta delle lavoratrici e dei lavoratori abruzzesi è stata significativa. Le stime indicano che circa il 75% degli addetti nell’edilizia ha aderito allo sciopero, con percentuali che scendono al 66% per il settore industriale e al 43% per quello dei servizi. Circa seimila persone hanno preso parte alle manifestazioni che si sono svolte simultaneamente in diverse città , tra cui Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo. La presenza di così tanti lavoratori ha dimostrato la determinazione e l’unità della classe lavorativa abruzzese.
I segretari regionali di Cgil e Uil hanno espresso soddisfazione per l’alta partecipazione, nonostante le avverse condizioni atmosferiche. Unendo le forze, i manifestanti hanno reso chiara la loro posizione, consegnando documenti ai prefetti delle province in merito alle criticità locali, con particolare attenzione alla sanità pubblica e alle sfide che interessano il settore industriale abruzzese.
Un focus sui settori più colpiti
Diversi esempi di adesione allo sciopero sono emersi da varie aziende della regione. Alla Marelli di Sulmona, il 40% dei lavoratori ha partecipato all’astensione dal lavoro. Situazione simile alla Baltour di Teramo, dove solo 3 lavoratori su 15 hanno scelto di rimanere al lavoro. Alla Kromoss di Aielli, il dato di adesione ha raggiunto il 70%, mentre l’adesione ha toccato picchi del 97% presso la Siapra di Avezzano.
Il settore della mobilità è emerso come particolarmente coinvolto. Ad esempio, alla Kone di Pescara, il 65% dei lavoratori ha aderito all’iniziativa, e alla Siniat sempre in Pescara, il dato di adesione ha raggiunto il 72%. Anche alla Pail di Atessa il tasso di partecipazione è stato significativo, fermandosi al 65%. Queste cifre mostrano un ampio consenso, evidenziando l’urgenza di interventi significativi.
Gli interventi dei dirigenti sindacali
Nel corso delle manifestazioni, i dirigenti sindacali hanno preso parola per ribadire le posizioni di Cgil e Uil di fronte a una platea di lavoratori attentamente ascoltata. A Chieti, rappresentanti come il segretario generale della Cgil territoriale, Francesco Spina, e il coordinatore confederale Uil Chieti, Nicola Manzi, hanno esposto le problematiche legate alla situazione economica e sociale della regione.
A L’Aquila, il segretario Francesco Marrelli ha parlato delle difficoltà che i lavoratori affrontano quotidianamente, mentre a Pescara la segretaria nazionale Cgil, Daniela Barbaresi, ha sottolineato l’importanza delle mobilitazioni come strumenti di pressione. A Teramo, Massimiliano Braco e Sandro Del Fattore hanno affrontato le questioni sociali e lavorative, promettendo di mantenere la lotta attiva per il miglioramento delle condizioni degli abruzzesi.
Questi interventi hanno aiutato a cementare l’unità e l’impegno degli scesi in piazza, rappresentando una voce collettiva determinata a lottare per un futuro migliore.
Ultimo aggiornamento il 29 Novembre 2024 da Elisabetta Cina