Manifestazioni in Italia dopo la morte di Hassan Nasrallah: il grido di solidarietà a Palestina e Libano

Le manifestazioni in Italia, scatenate dalla morte di Hassan Nasrallah, hanno visto centinaia di partecipanti esprimere solidarietà ai palestinesi e libanesi, suscitando polemiche e reazioni politiche.
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Manifestazioni in Italia dopo la morte di Hassan Nasrallah: il grido di solidarietà a Palestina e Libano - Gaeta.it

Le recenti manifestazioni in Italia hanno suscitato grande attenzione mediatica e politica, specialmente dopo l’annuncio della morte di Hassan Nasrallah, il leader del gruppo libanese Hezbollah. Centinaia di persone si sono radunate a Roma e Milano per esprimere la loro solidarietà verso i palestinesi e i libanesi, contestando le azioni israeliane in corso. Le dimostrazioni si sono caratterizzate da slogan accesi e cartelli controversi, attirando sia il sostegno che le critiche da parte di diverse comunità e personalità politiche.

La reazione alle manifestazioni di Milano

Durante la manifestazione milanese, i partecipanti hanno esibito cartelli con scritte provocatorie, uno dei quali presentava l’immagine di Liliana Segre, storica figura della resistenza e senatrice a vita, etichettata come ‘agente sionista’. Questo gesto ha sollevato indignazione e preoccupazione sia tra le comunità ebraiche che tra le autorità politiche italiane. Il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha condannato fermamente tali manifestazioni dicendo che rappresentano “una violenza verbale inaccettabile e un attacco diretto a persone rispettate del panorama politico e sociale.” Accuse simili sono state rivolte contro altre figure pubbliche, come il ministro della Difesa Guido Crosetto e Riccardo Pacifici, mettendo sotto i riflettori le potenziali conseguenze di tali atti.

La manifestazione, che ha visto la partecipazione di circa 250 persone, ha anche visto cori di protesta e un minuto di silenzio in memoria di Nasrallah e dei civili libanesi che perdono la vita a causa del conflitto. Gli organizzatori hanno espresso la loro intenzione di continuare a far sentire la loro voce, malgrado le autorità abbiano negato l’autorizzazione per lo svolgimento di altri cortei nelle prossime settimane.

Prossimo appuntamento a Roma

La tensione si intensifica in vista della manifestazione programmata a Roma, pare però non autorizzata dalla questura. Diversi gruppi, tra cui il movimento Cambiare Rotta e Osa, insieme ad attivisti dei Giovani Palestinesi Italiani, si sono riuniti in sit-in nei pressi del Pantheon per chiedere la cessazione dei bombardamenti in Libano e il rispetto dei diritti dei palestinesi. Uno striscione esposto chiaramente chiedeva un immediato “stop ai bombardamenti in Libano e al genocidio a Gaza,” evidenziando la necessità di fermare le violenze in corso.

Nonostante il rifiuto da parte delle autorità locali, i promotori della manifestazione pianificano di continuare il loro percorso di protesta. I rappresentanti del movimento hanno accusato il governo di voler soffocare il dissenso, decidendo di non rinunciare al loro diritto di manifestare. La decisione della questura di impedire il corteo è stata definita dall’Unione Democratica Arabo-Palestinese come “arbitraria e motivata da ragioni politiche, piuttosto che da questione di ordine pubblico.”

Un anno di manifestazioni per la Palestina

Negli ultimi dodici mesi, l’Italia ha visto un incremento significativo delle manifestazioni a favore della causa palestinese, ma pochi eventi hanno generato rischi per l’ordine pubblico, contrariamente alle preoccupazioni sollevate dagli organi di sicurezza e dal governo. Diverse organizzazioni hanno mobilitato le proprie forze per garantire una presenza continua nelle piazze italiane, a sostegno della lotta per i diritti dei palestinesi e contro le politiche israeliane.

Il corteo di Milano, partito da piazzale Loreto, è stato dedicato alla memoria di Nasrallah, con impassionati discorsi dei leader della comunità palestinese che hanno affermato la determinazione a non arrendersi e a continuare la lotta. Chef Rubio, noto chef e attivista, ha esortato il pubblico a partecipare al prossimo appuntamento del 5 ottobre, ignorando i divieti imposti. “La fine della colonia sionista si avvicina,” ha dichiarato, rimanendo fermo nella sua denuncia contro le politiche di Israele.

Le manifestazioni diventeranno quindi un palcoscenico per esprimere dissenso e solidarietà, mantendendo viva l’attenzione su un tema divenuto centrale nel dibattito politico e sociale nazionale.

Ultimo aggiornamento il 29 Settembre 2024 da Elisabetta Cina

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