Manovre legali e dure condanne: il clan di Moscarella nel mirino della Dda di Napoli

Manovre legali e dure condanne: il clan di Moscarella nel mirino della Dda di Napoli

La DDA di Napoli richiede oltre 75 anni di reclusione per il clan Moscarella, guidato da Michele Onorato, accusato di estorsioni ai danni di commercianti locali. Processo in corso.
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Manovre legali e dure condanne: il clan di Moscarella nel mirino della Dda di Napoli - Gaeta.it

L’attenzione della DDA di Napoli si concentra sull’azione repressiva contro il clan Moscarella, guidato dal boss Michele Onorato, noto con il soprannome ‘o pimuntense. Nell’ambito di un processo in corso, sono state avanzate richieste di condanne per un totale di oltre 75 anni di reclusione. Le accuse principali riguardano estorsioni che avrebbero colpito numerosi commercianti e imprenditori delle aree limitrofe a Castellammare, in particolare nella zona a nord, confinante con Pompei e Santa Maria la Carità.

Il quadro accusatorio e i soggetti coinvolti

Le richieste di condanna evidenziano il peso delle accuse, che non risparmiano nemmeno i familiari di Onorato. Oltre al boss stesso e al figlio Silverio, sotto processo ci sono la moglie Carmela Zurlo e la figlia Maria Onorato, attualmente agli arresti domiciliari. Le accuse non si limitano a loro, ma coinvolgono anche Salvatore Scotognella, Pasquale Palma, Renato Avitabile, Luciano Polito, Giuseppina Concilio e Michele Santarpia.

La critica situazione legale del clan accentua l’importanza di questo processo, che si articola in un contesto di intensa attività della magistratura contro la criminalità organizzata. La legge mira a porre fine alle pratiche estorsive che hanno afflitto il tessuto commerciale dell’area, creando un clima di paura e intimidazione tra gli imprenditori locali. I nomi implicati, per la loro notorietà e il loro ruolo, suggeriscono l’entità di un’organizzazione radicata nel territorio, la cui influenza si è protratta nel tempo.

Dettagli sulle richieste di pena

Le pene richieste dalla DDA per i membri del clan riflettono la gravità delle loro azioni. Michele Onorato affronta una richiesta di condanna a 12 anni di carcere, oltre a una multa di 12 mila euro, mentre Salvatore Scotognella è accusato per 10 anni e una sanzione pecuniaria di 6 mila euro. Anche Silverio Onorato, riconosciuto come parte attiva nel clan, si trova a dover rispondere di una richiesta di 10 anni, affiancato da una multa di 6 mila euro.

Le condanne per i familiari di Onorato non sono da meno, con Carmela Zurlo proposta per 6 anni di reclusione e una multa di 6 mila euro, e la figlia Maria Onorato con 4 anni e una multa di 8 mila euro. I dettagli continuano a tracciare un profilo di un’organizzazione con diversi nodi di responsabilità, dai ranghi inferiori, come indicato per Pasquale Palma, con una pena prevista di 6 anni e 9 mesi, fino ai capi indiscussi.

Prossimi passi e sviluppi del processo

Il processo ha subito un rinvio, con la prossima udienza fissata al 20 febbraio 2025, momento in cui si svolgeranno le discussioni finali delle difese. La successiva udienza, programmata per il 12 marzo, sottolinea il lungo percorso legale che resta da affrontare. I ritardi sono parte integrante di un sistema complesso, dove le motivazioni, come il malore del boss, hanno influito sulla tempistica. Questo caso non solo rappresenta uno scontro giudiziario, ma segna anche un importante capitolo nel contrasto alla criminalità organizzata in Campania.

Il collegio difensivo presenta vari avvocati, tra cui Gennaro De Gennaro, che rappresenta tre membri della famiglia Onorato, oltre a Giuliano Sorrentino, Michele Torrente, Olga Coda, Renato D’Antuono e Michele Morelli. La diversità dei legali coinvolti suggerisce una strategia difensiva articolata, pronta a opporsi alle richieste di condanna della DDA. Questo processo è quindi cruciale non solo per i detenuti ma anche per il messaggio che manda a un territorio ancora segnato dalla presenza della criminalità organizzata.

La lotta contro i clan continua a essere un tema centrale delle politiche di sicurezza e giustizia in Italia, dimostrando l’importanza della magistratura nel preservare la legalità e la sicurezza nei quartieri.

Ultimo aggiornamento il 19 Dicembre 2024 da Sofia Greco

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