Mariano Gallo, noto al pubblico come Priscilla, ha recentemente condiviso le sue esperienze e difficoltà artistiche in una conversazione su Instagram. Ospite del Politicamp di Reggio Emilia, Priscilla ha discusso dell’impatto che Drag Race Italia ha avuto sulla sua carriera e delle sfide che affronta nella ricerca di nuove opportunità nel panorama televisivo italiano. La sua testimonianza evidenzia non solo le barriere professionali, ma anche le dinamiche culturali che influenzano la rappresentazione delle drag queen in Italia.
La lotta per la visibilità e il riconoscimento
Un contesto difficile per le drag queen
Nel corso dell’intervista, Priscilla ha messo in evidenza le difficoltà nel trovare lavoro in un ambiente televisivo che storicamente ha faticato ad accettare la cultura drag. La sua agente ha confermato la difficile situazione, raccontando di porte chiuse e opportunità mancate. Secondo Gallo, la percezione della drag queen in Italia è spesso limitata a un “fenomeno da baraccone”, non riconoscendo il valore artistico e performativo che queste figure rappresentano. Queste limitazioni professionali sono amplificate dalla situazione politica attuale, che influisce sulla disponibilità di spazi per apprezzare e celebrare l’arte drag.
La testimonianza di Priscilla
Priscilla ha descritto la frustrazione condivisa con la sua agente, sottolineando come nella sua carriera sia stato più facile ottenere visibilità e accettazione grazie alla presenza solidale all’interno di un programma specifico come Drag Race Italia, dove la drag culture è celebrata. Tuttavia, la transizione verso altri contesti televisivi sembra rappresentare un ostacolo significativo. Frasi come “Priscilla va bene per Drag Race Italia” evidenziano la ristrettezza di vedute nel riconoscere la versatilità di un artista drag.
L’impatto di Drag Race Italia e la cultura drag in Italia
Un successo limitato
Drag Race Italia ha rappresentato un tentativo di integrare la cultura drag nel panorama televisivo italiano, ma il suo impatto è stato comunque limitato. Dopo tre edizioni trasmesse su Discovery e Paramount+, il programma non ha avuto un seguito, lasciando Priscilla e molti altri artisti nella lurch. La partecipazione di Priscilla come giudice e conduttrice ha sicuramente aumentato la sua visibilità , ma non ha garantito altrettanti spazi professionali al di fuori del format.
Il caso di Non sono una signora
Il programma Non sono una signora, andato in onda su Rai 2, ha rappresentato un tentativo di prolungare il discorso sulla cultura drag, ma la cancellazione del programma, nonostante gli ascolti favorevoli, dimostra quanto sia fragile la presenza delle drag queen nel mondo della televisione italiana. Alba Parietti, conduttrice dello show, ha recentemente espresso il suo rammarico per la decisione della Rai di non confermare il programma. Le sue parole sottolineano la dedizione e l’entusiasmo che il cast ha dedicato al progetto, nonostante la risposta insoddisfacente da parte della rete.
Prospettive future per le drag queen
Speranza e resilienza
Nonostante le sfide attuali, Priscilla ha trasmesso un messaggio di speranza per il futuro della comunità drag in Italia. La sua fiducia e determinazione a continuare a lottare per maggiore visibilità e riconoscimento artistico è un chiaro segnale che il percorso non è chiuso. Le drag queen, secondo Gallo, continuano a resistere e a cercare opportunità , con l’auspicio che un cambiamento culturale possa finalmente riconoscere il loro contributo artistico in modo significativo.
L’evoluzione della cultura drag
Per il futuro, vi è la speranza che il settore televisivo italiano possa evolversi e ampliare i propri orizzonti, offrendo maggiori spazi a talenti come Priscilla. La continua presenza di figure drag nel panorama culturale può contribuire a modificare le percezioni e a favorire una maggiore accettazione. Gli artisti drag, con la loro unicità e le loro storie, possono giocare un ruolo cruciale nella trasformazione delle narrazioni pubbliche e nel promuovere la diversità e l’inclusione nella società .