Mario Brunello e il Festival "I Suoni delle Dolomiti": Musica tra le Vette della Natura

Mario Brunello e il Festival “I Suoni delle Dolomiti”: Musica tra le Vette della Natura

Mario Brunello E Il Festival 22 Mario Brunello E Il Festival 22
Mario Brunello e il Festival "I Suoni delle Dolomiti": Musica tra le Vette della Natura - Gaeta.it

La fusione di musica e natura è al centro del Festival “I Suoni delle Dolomiti”, un evento che da quasi trent’anni unisce la grandiosità del paesaggio trentino all’arte musicale. Mario Brunello, uno dei violoncellisti più noti a livello nazionale e internazionale, ne è diventato il simbolo e il direttore artistico, portando avanti una visione di valorizzazione del territorio e della cultura. Questo articolo esplora la sua storia e il significato del festival, le cui edizioni continuano a regalare esperienze uniche.

una passione che trascende le note

il legame tra musica e montagna

Mario Brunello descrive il suo rapporto con la musica e la montagna come una ricerca costante, una scoperta personale che richiede dedizione e impegno. “Ho imparato a scoprire il mio suono in questi spazi,” afferma il musicista, evidenziando il potere della musica di raggiungere luoghi inimmaginabili, proprio come per uno scalatore di vette. Il violoncellista, originario di Castelfranco Veneto, esprime la bellezza di suonare in alta quota, dove il paesaggio avvolge e ispira ogni nota.

Dal 1996, il Festival “I Suoni delle Dolomiti” si propone di unire il mondo della musica con l’ambiente montano, regalando la possibilità a migliaia di persone di vivere concerti immersi nella natura. I concerti si svolgono in scenari mozzafiato, circondati da cime e boschi, un aspetto che rende ogni esibizione unica e indimenticabile. Il festival accoglie da sempre un’ampia varietà di generi musicali, da Bach a Haydn, fino alle sonorità jazz e folk, allargando così gli orizzonti della programmazione e attirando un pubblico eterogeneo.

un progetto innovativo

La prima edizione del festival ha segnato l’inizio di un’esperienza rivoluzionaria, in cui artisti e pubblico si uniscono per camminare lungo sentieri panoramici, raggiungendo rifugi e malghe. Questo approccio stimolante ha reso l’evento un’iniziativa pionieristica che ha attirato l’attenzione di artisti provenienti da tutto il mondo. Brunello, nel suo ruolo di direttore artistico, ha contribuito a creare un ambiente che favorisca la creazione e l’espressione musicale in contesti non convenzionali. “La musica vuole arrivare sempre più su,” afferma, evidenziando l’ambizione di spingersi oltre i limiti dell’ordinario.

Nel corso degli anni, oltre 1200 artisti hanno partecipato al festival, arricchendo l’evento con le loro storie e culture. Ogni edizione porta nuova vita alla montagna e valorizza i talenti emergenti. Brunello, con il suo spirito di innovazione, ha saputo creare un’atmosfera dove l’arte può fluire liberamente, riflettendo le emozioni e i sentimenti di ciascun artista.

l’edizione del trentennale: cosa aspettarsi

dettagli dell’evento

In vista dell’edizione del trentennale, prevista dal 28 agosto al 29 settembre, Brunello è già al lavoro con un gruppo di camminatori per esplorare i luoghi delle esibizioni. Quest’anno saranno 18 i concerti che si svolgeranno in Val Canali, un’area caratterizzata dalla presenza delle imponenti Pale di San Martino. Durante le escursioni di preparazione, il pubblico avrà la possibilità di assistere a performance estemporanee di artisti come le ragazze del gruppo folk pugliese Faraualla e il Coro Sass Maor lungo lo storico sentiero Buzzati.

Brunello sottolinea l’importanza di non essere invadenti con l’ambiente, affermando: “Non ci saranno cambiamenti per non esagerare ed essere invasivi con la natura e la montagna, che è fragile e ha bisogno di cure e attenzioni.” Questo approccio attento è fondamentale per preservare la bellezza e l’integrità del paesaggio montano, un aspetto che continua a essere al centro dell’ideale del festival.

una programmazione eclettica

Il cartellone di quest’edizione sarà particolarmente variegato, con artisti e generi che spaziano dalla musica classica al jazz, passando per la world music e la canzone d’autore. Tra i protagonisti ci saranno noti musicisti come Roberto Vecchioni e il contrabbassista francese Renaud Garcia-Fons, oltre a ensemble internazionali come la Camerata Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam. La varietà di stili e tradizioni riflette il desiderio di offrire un panorama musicale che possa attrarre un pubblico di tutte le età.

Il festival rappresenta un’importante opportunità per scoprire talenti emergenti e rinnovare l’esperienza della musica dal vivo, accostata a una natura incontaminata. La scelta di pianificare l’evento in settembre si spiega con il clima ideale e con l’intenzione di evitare la sovraffollamento turistico, dando a ogni performance un’atmosfera immersiva che sarà unica.

la filosofia dietro il festival

un impegno verso la natura

Brunello sostiene che la vera essenza del Festival “I Suoni delle Dolomiti” risiede nella connessione tra musica e natura. Nonostante sia un evento carico di artisti e concerti, l’obiettivo primario non è semplicemente intrattenere, ma anche promuovere una riflessione culturale e ambientale. “Non è il paesaggio che fa il Festival, ma la voglia di natura e di spazio,” spiega, riprendendo un concetto che guida il festival fin dalla sua nascita.

La musica in montagna offre un’esperienza sensoriale che va oltre la semplice esecuzione, creando un dialogo profondo tra l’arte e l’ambiente. I concerti si svolgono in luoghi che invitano alla contemplazione e alla riflessione, dove il pubblico può immergersi completamente in un universo sonoro che si fonde con la meraviglia della natura. Questo approccio sostenibile si traduce in un festival che si prende cura dell’ambiente e promuove una fruizione consapevole della musica.

il significato dell’esperienza

La filosofia del festival si traduce in un’incredibile opportunità per ogni partecipante di vivere un connubio tra arte e paesaggio. Brunello sottolinea l’importanza di affrontare questa sfida, con artisti invitati a riempire spazi naturali con la loro musica. “E’ la prima cosa che chiediamo e non tutti accettano, ma chi lo fa porta la propria arte in un contesto unico che amplifica l’esperienza,” afferma il violoncellista.

La presenza della montagna come cornice al festival diventa così un simbolo, non solo di altezza fisica, ma di profondità interiore. “La montagna è una scala verso il cielo,” riflette Brunello, considerando ogni vetta come un luogo di introspezione e spiritualità. La ricerca di avvicinarsi alla bellezza, come quella della musica, è un viaggio personale e universale al tempo stesso.

Il Festival “I Suoni delle Dolomiti”, quindi, non rappresenta soltanto un evento musicale, ma un’importante manifestazione culturale, capace di coinvolgere artisti e pubblico in un’esperienza condivisa e profonda, con radici nella tradizione e uno sguardo rivolto al futuro.

  • Laura Rossi

    Laura è la mente dietro una popolare rubrica su Gaeta.it, un rinomato sito dedicato alle notizie e agli eventi della città di Gaeta e dell'intero Lazio. La sua rubrica, apprezzata per l'approccio approfondito e analitico, si concentra su temi di attualità, cronaca locale e sviluppi culturali, offrendo agli abitanti e ai visitatori informazioni dettagliate e aggiornate. Grazie alla sua esperienza e passione per il giornalismo, Laura ha saputo creare un legame solido con la sua audience, fornendo contenuti che non solo informano ma stimolano anche il dibattito e la riflessione sulla vita nella regione.

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