Un episodio di maltrattamenti in famiglia ha sollevato preoccupazione a Novara, dove un uomo di origine marocchina è stato arrestato per costringere la moglie e i figli minorenni a bere una sostanza liquida che lui stesso riteneva fosse necessaria per liberarli da presunti demoni. Questo caso denuncia una drammatica situazione di abuso, emersa grazie al coraggio della moglie che ha contattato le autorità.
L’allerta della moglie: una chiamata d’emergenza
La serata del 17 agosto scorso è stata cruciale per la famiglia coinvolta. La moglie dell’imputato, una donna straniera, ha deciso di chiedere aiuto contattando il numero di emergenza a causa delle ripetute violenze che lei e i suoi figli stavano subendo. Ha riferito agli operatori che il marito, di 47 anni, stava forzando il loro figlio a ingerire una grande quantità di liquido, suscitando immediatamente l’intervento degli agenti della Squadra volante della Questura di Novara.
Giunti sul posto, gli agenti hanno trovato la donna e i due figli minorenni in uno stato visibilmente preoccupante. Uno dei ragazzi appariva pallido e visibilmente sofferente, dichiarando di aver appena vomitato dopo essere stato obbligato dal padre a bere 5 litri di liquido. Questa testimonianza ha accresciuto la gravità della situazione, portando i poliziotti a compiere un intervento immediato.
Le prove raccolte dagli agenti
Durante il sopralluogo, gli agenti hanno ispezionato la camera da letto della famiglia, scoprendo due taniche dell’acqua. Una di queste era piena di un liquido non identificato, mentre l’altra presentava residui della stessa sostanza. Questo elemento ha ulteriormente corroborato le affermazioni della moglie e dei figli riguardo alle coercizioni e alle pratiche violente a cui erano sottoposti.
Un’altra parte della vicenda si è svolta presso i servizi sanitari: uno dei figli è stato trasportato al pronto soccorso pediatrico per accertamenti, mentre l’unica figlia della coppia in grado di parlare italiano ha fornito dettagli sui maltrattamenti subiti non solo recentemente, ma anche negli ultimi dieci anni. La sua testimonianza ha rappresentato un elemento chiave per comprendere l’ampiezza e la gravità delle violenze domestiche patite dalla famiglia.
Un comportamento inadeguato e le credenze distorte
Attraverso le indagini, gli agenti di polizia hanno accertato che l’uomo aveva mostrato segni di un progressivo deterioramento comportamentale a partire dall’estate del 2020. Durante questo periodo, il soggetto ha sviluppato una convinzione errata riguardo all’esistenza di demoni che affliggevano lui e i membri della sua famiglia. Questa follia ha sfociato nella coercizione familiare, con l’uomo che costringeva i suoi familiari a bere una sostanza ritenuta “purificatrice”.
La rituale somministrazione di questo famoso “intruglio” portava a conseguenze fisiche come vomito e diarrea, creando un ciclo di abusi e punizioni: chi rifiutava di bere veniva spesso aggredito fisicamente. Questa condotta crudele è stata determinante per le autorità nel catalogare l’uomo come autore di maltrattamenti in famiglia, un reato che ha portato al suo arresto immediato.
L’arresto e le conseguenze legali
L’arresto dell’uomo è avvenuto senza incidenti al termine delle indagini condotte dalla polizia, mentre la sua famiglia è stata posta sotto protezione. Dopo il fermo, il cittadino marocchino è stato condotto presso la casa circondariale di Novara. Durante l’udienza di convalida, l’Autorità Giudiziaria ha confermato la misura cautelare in carcere, evidenziando la necessità di proteggere la famiglia e prevenire il ripetersi di simili atti violenti.
Questo caso, oltre a evidenziare situazioni di violenze domestiche, ha messo in luce una problematica complessa legata alla salute mentale e alle credenze distorte che possono esservi alla base. La comunità e le autorità locali sono ora impegnate a sostenere la vittima e i figli, promuovendo programmi di sensibilizzazione su temi di abusi domestici e salute mentale.