Un recente studio della NASA offre una chiave di lettura su un enigma cosmico: come Marte ha acquisito le sue due lune, Phobos e Deimos? Grazie a sofisticate simulazioni condotte su supercomputer, i ricercatori sono giunti a una conclusione intrigante, che coinvolge un asteroide e la potente forza gravitazionale del Pianeta Rosso.
Le simulazioni rivelatrici
Un team di scienziati, guidato da Jacob Kegerreis presso l’Ames Research Center della NASA, ha messo a punto una serie di simulazioni al computer per esplorare la possibile origine delle lune di Marte. La ricerca ha suggerito che un asteroide di passaggio, avvicinandosi troppo al pianeta, potrebbe essere letteralmente distrutto dalla sua attrazione gravitazionale. Questo evento catastrofico avrebbe generato una nube di frammenti rocciosi, alcuni dei quali sarebbero stati catturati dall’orbita marziana.
Le simulazioni eseguite, utilizzando il codice SWIFT sviluppato dal team, si sono concentrate non solo sulla collisione iniziale, ma anche sulla dinamica dei detriti generati. È emerso che più della metà dei frammenti prodotti dall’asteroide distrutto sarebbe fuggita verso lo spazio profondo. Tuttavia, è probabile che altri frammenti abbiano trovato una nuova casa stabilendosi in orbita attorno a Marte.
I dettagli sulla formazione delle lune
Le simulazioni hanno rivelato che i resti dell’asteroide potrebbero aver subito ulteriori collisioni tra di loro, portando a una continua riduzione delle dimensioni dei pezzi. Questi detriti avrebbero potuto formare un disco attorno a Marte, dove nel tempo altre interazioni gravitazionali e scontri avrebbero favorito l’aggregazione del materiale. Con il passare del tempo, questo processo avrebbe dato vita alle lunette Phobos e Deimos, ora visibili nel cielo marziano.
Per verificare la plausibilità di questa teoria, il team di Kegerreis ha esplorato una vasta gamma di configurazioni possibili, modificando parametri come le dimensioni, la velocità e la distanza dell’asteroide durante il suo avvicinamento a Marte. Queste simulazioni hanno dimostrato che in molte delle ipotesi testate, sufficienti detriti sopravvivono dopo la collisione per costituire il materiale necessario alla formazione delle lune marziane.
Implicazioni della ricerca
I risultati di questo studio offrono uno spunto importante non solo per comprendere meglio la nostra vicina Marte, ma anche per esplorare il destino di altri corpi celesti e le dinamiche che governano la formazione dei satelliti naturali. L’analisi dei dati e delle simulazioni offre una nuova prospettiva sulla storia del Sistema Solare, suggerendo che eventi simili potrebbero essersi verificati in altri contesti planetari.
L’articolo dettagliato dei ricercatori è stato pubblicato sulla rivista Icarus il 20 novembre, aggiungendo un capitolo significativo alla discussione scientifica riguardante l’origine delle lune di Marte e accrescendo l’interesse verso ulteriori studi sulla superficie e l’atmosfera del Pianeta Rosso. La ricerca ha aperto nuove strade per la comprensione dei processi di formazione lunare, sottolineando l’importanza degli asteroidi come potenziali architetti di mondi e satelliti nel vasto universo.
Ultimo aggiornamento il 27 Novembre 2024 da Sara Gatti