Marzabotto ricorda l’80esimo anniversario dell’eccidio: le parole di Mattarella e Steinmeier

Marzabotto commemora l’80esimo anniversario dell’eccidio di Monte Sole con la partecipazione dei presidenti Mattarella e Steinmeier, sottolineando l’importanza della memoria per prevenire futuri orrori.
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Marzabotto ricorda l’80esimo anniversario dell’eccidio: le parole di Mattarella e Steinmeier - Gaeta.it

In un momento di grande significato storico e sociale, Marzabotto ha ospitato la commemorazione dell’80esimo anniversario dell’eccidio di Monte Sole. L’evento ha visto la partecipazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del suo omologo tedesco, Frank-Walter Steinmeier. Questa cerimonia non solo ha rappresentato un tributo alle vittime di un tragico capitolo della storia europea, ma ha anche serve come monito per le generazioni future affinché eventi simili non si ripetano mai più.

La commemorazione e le parole di Sergio Mattarella

Durante il suo intervento, Mattarella ha sottolineato l’importanza di ricordare le vite spezzate dalla brutalità del regime nazifascista. Ha definito l’80esimo anniversario come un’opportunità per “chinare il capo davanti a tante vite crudelmente spezzate”. Il presidente ha evidenziato come sia fondamentale riempire “le voragini” create dalla violenza con sentimenti di solidarietà e memoria attiva.

“Il dolore e la memoria richiamano responsabilità,” ha sostenuto. Secondo Mattarella, la Seconda guerra mondiale ha rappresentato il “fondo dell’abisso”, dove la dignità umana è stata gravemente compromessa, ma ha evidenziato come Italia, Germania ed Europa siano state in grado di risollevarsi, costruendo società basate su libertà, pace, democrazia e diritti. Questo richiamo al passato ha l’obiettivo di ispirare le future generazioni a mantenere viva la memoria storica, affinché gli orrori del passato non si ripetano mai più.

Il significato della memoria e della responsabilità

La riflessione del presidente non si è fermata al passato, ma ha aperto interrogativi sul presente. Mattarella ha richiamato le parole del noto scrittore Primo Levi, che ammoniva sulla pericolosità della dimenticanza. “E’ accaduto, quindi può di nuovo accadere,” ha esclamato il capo dello Stato, esortando alla vigilanza e alla consapevolezza rispetto ai principi di umanità e tolleranza. Ha osservato che le guerre e le sofferenze attuali nel mondo evidenziano la necessità di non essere mai “ciechi” o “immemori” rispetto ai conflitti.

Il presidente ha inoltre sottolineato come gli attuali problemi legati al razzismo, all’antisemitismo e al nazionalismo aggressivo rappresentino una continuazione di una battaglia mai completamente conclusa. “Non dobbiamo mai dimenticare,” ha affermato, ponendo l’accento su come le radici della sofferenza umana siano ancora vive e presenti nei cambiamenti geopolitici moderni.

Il ricordo delle vittime e la storia dell’eccidio

Il cessare il fuoco delle parole di Mattarella ha dato spazio a una dolorosa quanto necessaria ricostruzione storica: quasi ottocento le vittime dell’eccidio che si sono verificate tra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944 nei comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzane Morandi. Tra queste, circa duecento erano bambini. Questi tragici eventi si configurano come uno dei momenti più bui del conflitto in Italia, rappresentando l’applicazione sistematica di strategie di annientamento distorte dalla volontà di dominio e da ideologie razziste.

Mattarella ha citato il celebre caso di inagibilità della comunità ebraica e partigiana, sottolineando che l’orrendo eccidio non aveva in sé alcuna giustificazione militare. Ha ricordato la brutalità delle forze nazifasciste, incluse le SS e i brigatisti neri, che hanno compiuto atrocità in queste terre. Tra i martiri, anche sacerdoti come don Ubaldo Marchioni, vittime di una violenza che andava ben oltre il disprezzo per un’unica religione, ma costituiva piuttosto “la negazione radicale di ogni umanità,” come sottolineato dallo storico Giuseppe Dossetti.

Un richiamo alla costruzione del futuro

La lotta per la giustizia sociale e la condanna di ogni forma di violenza rimangono fondamentali nel percorso di costruzione di una società democratica e inclusiva. Le parole di Mattarella si inseriscono in una tradizione di commemorazione, che vede protagonisti i presidenti della Repubblica passati, come Einaudi, Pertini e Scalfaro, che hanno manifestato il loro impegno a non dimenticare.

La presenza di Steinmeier alla cerimonia ha confermato ulteriormente l’importanza della cooperazione e della comprensione tra le nazioni. La riflessione e il perenne impegno verso la memoria storica continuano a rappresentare un monito per l’umanità, affinché il compito di costruire un futuro di pace e tolleranza rimanga sempre al centro dell’azione di ogni singolo individuo e istituzione.

Nell’onorare il passato, Marzabotto si dimostra un simbolo resiliente di una società in cerca di giustizia e di riconciliazione, nella speranza di non ripetere gli errori della storia.

Ultimo aggiornamento il 29 Settembre 2024 da Laura Rossi

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