Nel complesso scenario delle indagini sul presunto riciclaggio di denaro legato al clan Contini, si registrano importanti novità . La Corte di Cassazione ha disposto la scarcerazione di Massimiliano Di Caprio, 49 anni, mentre la moglie, Deborah Capasso, 47 anni, dovrà attenersi a un obbligo di firma. La decisione è connessa alle indagini che coinvolgono la storica pizzeria “Dal Presidente” di Napoli, sospettata di essere utilizzata per operazioni illecite. L’avvocato Fabio Visco, legale di entrambi, ha fatto sapere che il giudice non ha ritenuto fondate le prove che legavano i coniugi alla camorra.
La storia del caso
Il passato recente di Massimiliano Di Caprio e Deborah Capasso è segnato da eventi drammatici. Qualche mese fa, il tribunale del Riesame aveva confermato la custodia cautelare in carcere per Di Caprio, mentre per Capasso erano stati disposti i domiciliari. La difesa dell’uomo, rappresentata dagli avvocati Vittorio Giaquinto e Fabio Visco, ha contestato le accuse formulandole come infondate e sostenendo che non esistono prove concrete che collegano i loro assistiti alle attività criminose del clan.
L’indagine ha avuto inizio con l’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia che aveva messo nel mirino non solo Di Caprio e Capasso, ma anche un ispettore ritenuto socio occulto della pizzeria. Questo ispettore era accusato di aver svolto un ruolo cruciale nelle operazioni illecite. La DDA ha ritenuto il ristorante un punto centrale per il riciclaggio di denaro sporco, e come parte dell’operazione, si è proceduto al sequestro di beni per un valore stimato di 3,5 milioni di euro, che includeva la pizzeria stessa.
Le implicazioni del verdetto
La scarcerazione di Massimiliano Di Caprio è un passo significativo nel contesto delle indagini. Questo cambiamento di status giuridico potrebbe influenzare l’andamento del caso e dei procedimenti legali in corso. Di Caprio potrà ora affrontare le accuse da libero, mentre Deborah Capasso, soggetta a obbligo di firma, dovrà mantenere una certa regolarità in termini di presenza presso le autorità competenti.
Il verdetto della Corte di Cassazione non solo evidenzia la mancanza di prove che coinvolgono direttamente i coniugi nella criminalità organizzata, ma sottolinea anche l’importanza della presunzione di innocenza. Tuttavia, il caso rimane aperto e le indagini proseguono, gettando un’ombra su come la giustizia può, o deve, affrontare temi di camorra e infiltrazione nel tessuto socio-economico locale.
Il futuro di Massimiliano Di Caprio e Deborah Capasso resta un’incognita, poiché le ripercussioni legali e sociali delle indagini potrebbero influenzare non solo la loro vita personale, ma anche il funzionamento della pizzeria, punto focale dell’inchiesta.
Ultimo aggiornamento il 29 Novembre 2024 da Sofia Greco