Il Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Maurizio Fabbri, ha recentemente condiviso la sua visione sul ripopolamento delle aree montane, sottolineando l’importanza di una strategia integrata che unisca città, montagne e pianure. Durante la presentazione del volume “Sette montagne, otto colline e una pianura“, scritto dagli esperti Gianluigi Bovini e Franco Chiarini, Fabbri ha indicato la necessità di un approccio olistico per affrontare le sfide future del territorio regionale.
Un approccio metromontano
Maurizio Fabbri ha definito il concetto di “metromontana“, una strategia che mira a creare un legame armonioso tra diverse aree geografiche. Questa visione si basa sull’idea che il futuro delle aree montane e interne dell’Emilia-Romagna non può prescindere dalla sinergia tra città e aree rurali. Fabbri ha messo in evidenza che la regione potrà trarre vantaggio dalla cooperazione tra le parti del territorio, piuttosto che limitarsi a considerazioni isolate legate esclusivamente alla via Emilia.
Il Presidente ha manifestato la sua convinzione che per affrontare le sfide demografiche e sociali, sarà necessario unire le forze e collaborare a vari livelli. Secondo la sua analisi, le aree interne devono abbandonare una visione complessivamente rivendicativa e puntare sul potenziamento delle proprie potenzialità, sfruttando le risorse disponibili e ottimizzando i progetti futuri. Riconoscere le specificità di ogni area montana e adattare le strategie alle loro esigenze sarà cruciale per il raggiungimento di obiettivi comuni.
La nuova consapevolezza delle aree interne
Nel suo intervento, Fabbri ha rimarcato una “nuova consapevolezza” emersa negli ultimi anni, che considera la responsabilità primaria di chi vive le aree montane. Questo cambiamento di prospettiva è fondamentale, perché le comunità locali diventano protagoniste attive del loro sviluppo. Secondo il Presidente, un esempio di successo è fornito dall’Appennino bolognese, che ha saputo cogliere le opportunità offerte dai bandi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza , aumentando la propria capacità di attrazione di finanziamenti.
Fabbri ha esortato a mettere in secondo piano le lamentazioni e i cuori pesanti del passato, in favore di una visione proattiva e collaborativa che punti a valorizzare le risorse locali. Creare una rete tra gli abitanti e le istituzioni è, secondo lui, la chiave per gestire le sfide attuali e future delle zone appenniniche ed interne.
Il valore delle informazioni
Durante la presentazione del libro di Bovini e Chiarini, Fabbri ha elogiato il lavoro dei due statistici, mettendo in risalto come i dati e le informazioni contenute nel volume possano fornire una guida utilissima per gli amministratori pubblici. Questa risorsa, ricca di numeri e analisi specifiche, è fondamentale per pianificare con cognizione di causa e assumere decisioni informate riguardo allo sviluppo delle aree interne.
La sua esperienza diretta come sindaco di Castiglione dei Pepoli gli ha conferito una prospettiva unica sull’importanza di avere accesso a dati precisi e contestualizzati per affrontare le questioni legate al territorio. Fabbri ha suggerito che ogni amministrazione locale dovrebbe sfruttare tali informazioni per creare azioni coese e coordinate.
L’importanza della collaborazione
Fabbri ha concluso ribadendo l’urgenza della collaborazione tra aree montane e pianura. Ogni zona dell’Appennino ha le proprie caratteristiche, ma esiste un aspetto comune: le problematiche che affrontano possono essere superate solo con un lavoro di squadra. La creazione di sinergie tra comunità cittadine e montane non soltanto rafforza l’identità regionale, ma offre anche opportunità di sviluppo economico e sociale.
Questa visione integrata potrebbe consentire alla regione di affrontare al meglio le sfide attuali, generando un futuro più sostenibile e ricco di opportunità per tutti gli abitanti delle aree montane.
Ultimo aggiornamento il 7 Febbraio 2025 da Sara Gatti