Maurizio Landini: il voto referendario come strumento di democrazia e difesa dei diritti

Maurizio Landini: il voto referendario come strumento di democrazia e difesa dei diritti

Maurizio Landini, segretario della Cgil, invita i cittadini a votare ai referendum dell’8 e 9 giugno per difendere diritti lavorativi e di cittadinanza, criticando l’approccio autoritario del governo.
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Maurizio Landini, segretario della Cgil, ha lanciato un appello ai cittadini per votare ai referendum su lavoro e cittadinanza, evidenziando l'importanza della partecipazione attiva. Ha criticato il Jobs Act per aver aumentato la precarietà e chiamato a un dialogo inclusivo tra governo e sindacati, denunciando l'approccio autoritario del governo di Giorgia Meloni. Landini ha sottolineato la necessità di garant - Gaeta.it

La Campagna per i referendum su lavoro e cittadinanza si fa sempre più incisiva. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha partecipato recentemente all’iniziativa Futura 2025, organizzata dalla Cgil presso la Camera del Lavoro di Milano. Qui ha lanciato un appello forte e chiaro ai cittadini: votare cinque sì ai referendum che si terranno l’8 e 9 giugno. L’incontro ha rappresentato non solo un momento di mobilitazione, ma anche una riflessione sulla natura del voto e l’importanza della partecipazione democratica.

l’importanza del voto referendario

Maurizio Landini ha evidenziato come il voto referendario rappresenti un’opportunità unica per i cittadini di esprimere direttamente le proprie opinioni, diversamente da un’elezione dove si delega qualcun altro. Questa distinzione è cruciale: il referendum permette a ogni individuo di prendere una decisione attiva riguardo a temi fondamentali come lavoro e diritti di cittadinanza. “Nella democrazia, il voto serve a prendere decisioni, non a delegare”, ha sottolineato Landini. A suo avviso, il crescente distacco dei cittadini dalle elezioni è un segnale preoccupante. Secondo il segretario, circa la metà degli italiani rinuncia a votare, alimentando l’idea che il proprio voto non conti. Tuttavia, ribadisce che un voto positivo ai referendum potrebbe tradursi in significativi diritti per milioni di persone.

aspetti chiave dei referendum

Il voto ai referendum si configura come un momento di alta partecipazione civica, in contrasto con l’idea di delegare a qualcuno le proprie decisioni.

critiche al Jobs Act e alla precarietà

Una parte centrale del dibattito è stata dedicata al Jobs Act, legge che, secondo Landini, ha deluso le aspettative. “Ci avevano promesso assunzioni e investimenti, ma ciò che abbiamo visto è solo un aumento della precarietà,” ha detto il segretario. Il risultato, sostiene, è che molte persone, pur avendo un lavoro, restano in condizioni di povertà. L’assegnazione di diritti tramite i referendum assume, quindi, un valore fondamentale nella lotta contro questa precarietà. La questione del lavoro non è solo una problematica economica, ma incide profondamente sulla dignità e sul benessere delle persone. Per Landini, abrogare il Jobs Act è un passo necessario, perché potrebbe restituire stabilità e dignità ai lavoratori.

la democrazia parlamentare e l’assenza di dialogo

Durante il suo intervento, Landini ha accusato il governo di adottare un approccio autoritario, ironizzando sulla concezione di democrazia del premier. “Pensare che vincere le elezioni dia il diritto di agire senza discutere con gli altri è un’idea sbagliata”, ha affermato. Questa visione non solo va contro il principio di rappresentanza, ma tradisce anche il valore della mediazione che deve esistere in una democrazia. Il confronto tra le istituzioni e le parti sociali è essenziale; le persone devono avere la libertà di organizzarsi, specialmente attraverso i sindacati, per difendere i propri interessi.

necessità di un dialogo inclusivo

Il dialogo tra governo e sindacati è fondamentale per garantire una democrazia sana e rappresentativa.

i recenti incontri con Giorgia Meloni: un approccio preoccupante

Landini ha anche ricordato che l’ultimo incontro avuto con Giorgia Meloni risale al 9 novembre, poco dopo la presentazione della Legge di Bilancio in Parlamento. Questo, secondo lui, dimostra un approccio poco collaborativo, dove il governo sembra agire in solitudine, senza tenere conto delle necessità o delle opinioni di chi rappresenta i lavoratori. Landini ha parlato di un’idea egemonica, secondo la quale la vittoria alle elezioni conferirebbe automaticamente il diritto di governare senza interlocutori. Un’idea contraria ai principi di una democrazia sana, dove il dialogo e il confronto dovrebbero essere la norma.

riflessioni sul potere e sulle responsabilità politiche

Infine, Landini ha toccato anche il tema delle influenze politiche e delle disuguaglianze economiche. Riferendosi a recenti accuse di “insider trading” nei confronti di Donald Trump, ha sottolineato che, non avendo strumenti per giudicare, resta a guardare i fatti. Ha messo in luce come in alcune situazioni, i privilegi di pochi si traducano in impoverimento per molti. In un contesto come quello attuale, fatto di crescenti disparità, l’aspetto della giustizia sociale diventa cruciale. A questo proposito, la lotta per un diritto al lavoro dignitoso e per una cittadinanza attiva si pongono come obiettivi irrinunciabili per il sindacato e il paese.

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