Mauro Giammaria assolto dalle accuse di frodi fiscali e riciclaggio: il manager di Poste Italiane torna libero

Mauro Giammaria assolto dalle accuse di frodi fiscali e riciclaggio: il manager di Poste Italiane torna libero

Mauro Giammaria, ex dirigente di Poste Italiane, è stato assolto dalle accuse di frodi fiscali e riciclaggio legate al consorzio Postemotori, dopo un anno e mezzo in custodia cautelare.
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Mauro Giammaria assolto dalle accuse di frodi fiscali e riciclaggio: il manager di Poste Italiane torna libero - Gaeta.it

Mauro Giammaria, ex dirigente di Poste Italiane, è stato assolto dalle accuse di frodi fiscali e riciclaggio che lo avevano portato in carcere nel 2018. L’assoluzione, pronunciata dalla settima sezione del Tribunale di Roma, chiude una vicenda intricata legata alla gestione di un consorzio di imprese, chiamato Postemotori, incaricato di gestire i pagamenti per le pratiche automobilistiche. Questo articolo esplorerà il caso di Giammaria, le accuse a suo carico e il contesto in cui si è svolta l’intera operazione.

L’arresto e le accuse contro Mauro Giammaria

Il 15 novembre 2018, la Guardia di Finanza eseguì un’ordinanza di custodia cautelare a carico di Mauro Giammaria, allora 54enne, originario di Alatri, in provincia di Frosinone. Giammaria era accusato di aver fondato e diretto un consorzio di imprese, Postemotori, attraverso cui si occupava della gestione e rendicontazione dei pagamenti effettuati dagli automobilisti in relazione a pratiche come il rinnovo della patente, le immatricolazioni e i collaudi.

Il consorzio operava su un affare di grande valore, pari a circa 490 milioni di euro all’anno, guadagnando una piccola commissione per ogni pagamento. Le accuse sostenevano che Giammaria avesse creato un sistema per frodare il ministero dei Trasporti, sostenendo che i fondi neri generati dalla cresta sui pagamenti servissero per corruzione e tangenti, ma le indagini non riuscirono a trovare prove concrete di queste affermazioni.

La gestione del consorzio Postemotori

Nel 2014, il ministero dei Trasporti affidò a Postemotori un contratto significativo per la gestione delle pratiche automobilistiche. Il consorzio implementò un sistema per monitorare ogni pagamento effettuato dagli automobilisti, assicurandosi che nessun falso bollettino venisse utilizzato. In precedenza, la frode dei bollettini falsi aveva causato notevoli perdite finanziarie all’ente governativo. Con tali misure di sicurezza, il consorzio mirava a ripristinare la fiducia nel processo di pagamento e ad eliminare le pratiche illecite.

Tuttavia, la Guardia di Finanza non credette alla trasparenza di queste operazioni, suggerendo che certa parte delle entrate fosse deviata per generare fondi non tracciabili. Giammaria, che aveva il ruolo di consigliere delegato del consorzio, si trovava al centro delle indagini, accusato di orchestrare e dirigerne l’operato in modo illecito. Nonostante le accuse gravi, il manager ha sempre sostenuto di aver operato legittimamente, evidenziando che il suo scopo fosse sempre quello di rispettare le normative sugli appalti pubblici.

Le indagini e le evidenze emerse

Le indagini sul consorzio Postemotori hanno portato alla luce un panorama complesso di affari e cattiva gestione. Gli approfondimenti contabili hanno rivelato che una delle aziende affiliate era insolvente e aveva accumulato debiti significativi verso il fisco. Tale azienda, dichiarata fallita, ha visto emergere distrazioni nei conti per un valore di circa 10 milioni di euro in un arco di tre anni e mezzo.

Durante il processo, l’ammontare totale delle false fatturazioni contestate ha superato i 45 milioni di euro. All’interno di questo contesto, gli amministratori delle aziende consorziate sono stati messi sotto processo, affrontando gravi accuse di frodi fiscali e riciclaggio. Le sentenze posteriori hanno visto condanne variabili dai tre ai sei anni di pena per diversi reati, mentre Giammaria si è distinto per la sua assoluzione.

Il verdetto e le prospettive future per il manager

Il Tribunale di Roma ha concluso che Mauro Giammaria non ha commesso alcun reato all’interno del consorzio Postemotori. Il suo legale ha dimostrato come l’ex manager avesse sempre agito nel rispetto delle leggi, cercando di rispettare gli interessi sia del consorzio che di Poste Italiane. Dopo un anno e mezzo trascorso in custodia cautelare, Giammaria è stato scagionato, recuperando la sua libertà.

Nonostante la sentenza favorevole, l’ex dirigente intende perseguire azioni legali per richiedere un risarcimento per il periodo di detenzione ingiustificata. La vicenda di Giammaria, ora chiusa con una decisione di assoluzione, porta con sé interrogativi importanti riguardo alla gestione delle appalti pubblici e alla lotta contro frodi e corruzione, ponendo l’accento sulle dinamiche interne delle aziende e sul rigore delle indagini finanziarie.

Ultimo aggiornamento il 15 Dicembre 2024 da Sofia Greco

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