Maxisequestro nel rione don guanella, blitz contro il clan licciardi e il mercato delle auto rubate

Maxisequestro nel rione don guanella, blitz contro il clan licciardi e il mercato delle auto rubate

La direzione distrettuale antimafia di Napoli e la squadra mobile colpiscono il clan Licciardi a Secondigliano, smantellando traffici di droga, armi e auto rubate nel rione Don Guanella.
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La direzione distrettuale antimafia di Napoli ha eseguito otto misure cautelari contro il clan Licciardi, smantellando un’organizzazione dedita allo spaccio di droga e al traffico di auto rubate nel rione Don Guanella. - Gaeta.it

Un’operazione della direzione distrettuale antimafia di Napoli ha colpito in profondità il clan licciardi, storicamente presente a secondigliano. L’indagine, condotta dalla squadra mobile della questura partenopea, ha portato all’emissione di otto misure cautelari nei confronti di presunti affiliati, svelando attività criminali radicate nel rione don guanella.

come il clan gestiva le piazze di spaccio a don guanella

Le indagini hanno messo in luce come il clan licciardi gestisse in modo stabile le piazze di spaccio di hashish e cocaina nel cuore del rione don guanella. La rete di spaccio si strutturava con fornitori collegati ad altri gruppi criminali presenti in diverse aree di napoli, con un sistema ben organizzato di approvvigionamento e distribuzione della droga.

Gli investigatori hanno dettagliato la logistica delle consegne e la rotazione degli spacciatori, capace di resistere a eventuali arresti da parte delle forze dell’ordine. Le armi da fuoco, numerose e detenute illegalmente, venivano usate per intimidazioni e per mantenere il controllo territoriale. Questo sistema permetteva al clan di mantenere salda la sua presenza criminale nella zona, alimentando un’attività continua nel traffico di stupefacenti.

il meccanismo del “cavallo di ritorno” e il mercato delle auto rubate

Oltre allo spaccio, il clan licciardi si occupava anche del traffico di veicoli rubati sfruttando il cosiddetto “cavallo di ritorno”. Le auto venivano sottratte ai proprietari e poi restituite solo dietro il pagamento di un riscatto. In altre circostanze, questi mezzi venivano rivenduti a terzi, generando ulteriori guadagni per il gruppo criminale.

L’inchiesta ha ricostruito l’intero processo: il furto, la detenzione e la commercializzazione dei veicoli, che costituiva una fonte consistente di denaro per finanziare altre attività illecite. I proventi venivano poi reinvestiti nell’acquisto di nuove partite di droga, chiudendo così un circuito economico che assicurava al clan risorse stabili e continuità operativa.

le misure cautelari e l’impatto sull’organizzazione criminale

La squadra mobile di napoli ha eseguito otto misure cautelari su ordine della direzione distrettuale antimafia. I soggetti coinvolti sono ritenuti elementi chiave del clan licciardi, con ruoli specifici nella conduzione delle attività di spaccio, della gestione delle armi e del traffico delle auto rubate.

Questa azione rappresenta un colpo importante per l’organizzazione, in grado di colpire non solo la filiera dello spaccio ma anche i flussi di denaro derivanti da altre attività illegali come il “cavallo di ritorno”. L’operazione conferma l’attenzione delle forze dell’ordine verso le dinamiche criminali che ancora influenzano alcune zone della città di napoli.

il rione don guanella al centro dell’intervento

Il rione don guanella, teatro da anni di queste attività, è al centro di un intervento che punta a interrompere un sistema radicato, fatto di violenza, traffici illeciti e controllo del territorio. Le indagini continueranno per approfondire ulteriori collegamenti e responsabilità all’interno del gruppo.

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