Maylis de Kerangal torna alle origini con 'Giorno di risacca', un romanzo che esplora le ombre di Le Havre

Maylis de Kerangal torna alle origini con ‘Giorno di risacca’, un romanzo che esplora le ombre di Le Havre

Il romanzo ‘Giorno di risacca’ di Maylis de Kerangal esplora il legame tra memoria, guerra e identità attraverso la voce di una doppiatrice, ambientato nella storica città di Le Havre.
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Maylis de Kerangal torna alle origini con 'Giorno di risacca', un romanzo che esplora le ombre di Le Havre - Gaeta.it

Il nuovo romanzo di Maylis de Kerangal, intitolato ‘Giorno di risacca’, rappresenta un ritorno alle radici per l’autrice francese, che ha trascorso la sua infanzia a Le Havre. Presentato durante l’evento Libri Come a Roma, l’opera si distingue per una narrazione innovativa, in cui De Kerangal utilizza per la prima volta la prima persona per immergere il lettore in una trama carica di mistero e introspezione. In questo articolo esploreremo i temi centrali dell’opera e l’importanza del legame tra la scrittrice e la sua città d’origine.

Le havre: una città intrisa di storia e atmosfera

Le Havre, situata sulla costa settentrionale della Francia, emerge come un personaggio a sé stante nel romanzo di De Kerangal. L’autrice descrive la città come un luogo dalle caratteristiche uniche, contraddistinto da una forte identità operaia e da un’atmosfera che sa di nostalgia e memoria. “Le Havre si sposa bene con il genere noir,” spiega De Kerangal, poiché la sua storia segnata dalla Seconda guerra mondiale e il suo paesaggio urbano evocano ombre e luci che arricchiscono il racconto. La presenza del cadavere trovato sulla spiaggia all’inizio del romanzo funge da catalizzatore per una serie di riflessioni sulle guerre passate e contemporanee, collegando il passato della città e le sue cicatrici a un presente inquieto.

La scelta del noir come genere letterario appare funzionale nel contesto della narrazione. La scrittrice desidera distaccarsi da un semplice racconto autobiografico, sfruttando i codici narrativi del genere per dare una visione più ampia e complessa della realtà, lontana da una semplice ricostruzione biografica. “Volevo scrivere un romanzo, non un libro di ricordi,” sottolinea De Kerangal, rivelando così il suo intento di immergere il lettore in un viaggio di scoperta attraverso la memoria collettiva e individuale.

Tra passato e presente: le cicatrici della guerra

Il tema della guerra risuona fortemente nel romanzo, non solo attraverso la narrazione di eventi storici ma anche grazie al simbolismo della risacca che permea tutto il racconto. De Kerangal riflette sull’impatto devastante del bombardamento di Le Havre nel 1944, un evento che ha segnato profondamente la città e la sua popolazione. La scrittrice si lascia influenzare dall’attualità drammatica dei conflitti nel contesto europeo, i cui echi si avvertono anche nella sua opera. “Durante la scrittura, le notizie dall’Ucraina e da Gaza risuonavano nelle mie orecchie,” afferma, sottolineando il legame tra passato e cronaca attuale.

Attraverso la voce della protagonista, una doppiatrice, De Kerangal riesce a esplorare temi complessi come il trauma e la memoria. I ricordi della protagonista si sovrappongono come le onde del mare, emergendo con forza e violenza, riflettendo il tumulto interno e le scarsità di riconosciuta stabilità. La scrittrice si propone di far emergere i ricordi in modo incisivo, con l’intento di rendere Le Havre non solo uno sfondo, ma un luogo intriso di significato e di storia che si intreccia con la vita della protagonista e i suoi incontri.

Un romanzo corale: identità e alterità

Un aspetto distintivo di ‘Giorno di risacca’ è l’approccio corale della narrazione, che svela una miriade di voci e prospettive diverse. La protagonista, doppiatrice, funge da medium attraverso cui si esprimono esperienze di vita di personaggi con storie e traumi diversi, dalle ragazze ucraine ai testimoni del bombardamento. De Kerangal chiarisce che la scelta di far parlare diversi personaggi mira a evitare una narrazione eccessivamente introspettiva e a garantire un’alterità necessaria per una rappresentazione più autentica della realtà.

La doppia identità della protagonista – doppiatrice di film e simbolo di una generazione che stravede per l’arte – permette all’autrice di esplorare il tema della voce e dell’identità. Le esperienze di vita dei vari personaggi si intrecciano e si sovrappongono, creando una sorta di mosaic inscindibile di emozioni e esperienze umane. “Il romanzo riflette quest’idea di una voce che si inserisce nel corpo di altri,” spiega De Kerangal, suggerendo che ogni storia raccontata nel libro si fa eco di una lotta più ampia, sia personale sia collettiva, per la memoria e l’identità.

Attraverso ‘Giorno di risacca’, Maylis de Kerangal offre un’opera profonda e complessa, che non solo celebra la sua città natale, ma invita anche il lettore a interrogarsi sul significato di guerra, memoria e identità in un contesto contemporaneo segnato da conflitti e instabilità.

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