L’emergenza umanitaria scatenata dal conflitto in ucraina ha visto una risposta concreta da parte di due organizzazioni altoatesine, Medici dell’Alto Adige per il Mondo e Croce Bianca. Questi enti, attivi da subito nelle zone colpite, hanno allargato la loro azione dalla fase iniziale di soccorso alla riconversione e alla ristrutturazione di strutture ospedaliere in territori ancora vicini alle aree di combattimento. L’impegno prende spunto dal sostegno della comunità locale e si concentra in particolare sulla ripresa dei servizi sanitari, indispensabili a sostenere la popolazione rimasta sul posto.
Attività sul campo subito dopo l’attacco
Dal febbraio 2022, quando è cominciata l’offensiva militare russa, Medici dell’Alto Adige per il Mondo e Croce Bianca hanno risposto subito all’appello fornendo assistenza medica alle persone costrette a lasciare ucraina. Il loro intervento ha preso forma innanzitutto nel supporto ai rifugiati arrivati in slovacchia, attrezzando ambulatori mobili per curare i malati e i feriti. Questo primo periodo è durato circa due mesi, durante i quali le due realtà hanno lavorato fianco a fianco per offrire risposte rapide alle necessità sanitarie più urgenti. La collaborazione ha messo in luce la capacità di muoversi rapidamente ed organizzare interventi in situazioni di crisi.
L’evoluzione del progetto nel 2024
A partire dal 2024 il lavoro congiunto fra Medici dell’Alto Adige per il Mondo e Croce Bianca si è ampliato, grazie anche all’ingresso di WeWorld, organizzazione impegnata direttamente all’interno dell’ucraina. Questa nuova alleanza ha focalizzato le risorse sulla ristrutturazione di infrastrutture ospedaliere danneggiate dagli scontri. In particolare, si è scelto di intervenire sull’ospedale di Velyka Oleksandrivka, situato nella regione di Beryslav , a una distanza contenuta dal fronte di guerra. La scelta di questo sito non è stata casuale: l’ospedale versava in condizioni critiche, soprattutto il reparto per le malattie infettive, che era rimasto inutilizzabile a causa dei bombardamenti.
Interventi strutturali e miglioramenti concreti
Le donazioni raccolte in Alto Adige hanno permesso di intraprendere lavori significativi nell’ala ospedaliera colpita. Sono stati messi in sicurezza e riparati impianti fondamentali come il riscaldamento, il sistema idrico e quello elettrico, elementi finiti fuori uso. Anche gli arredi, le pareti e i pavimenti sono stati rifatti in modo completo. Questi interventi hanno aumentato la capacità dell’ospedale, che si è dotato di ulteriori 40 posti letto. Il risultato è un miglioramento concreto nelle condizioni di cura per la popolazione locale, ancora molto provata dagli effetti del conflitto. Il ripristino delle stanze rende possibile accogliere più pazienti e garantire assistenza in condizioni più dignitose.
Parole dai responsabili sul valore dell’impegno
I rappresentanti delle due realtà coinvolte sottolineano l’importanza di questo tipo di azione durante il conflitto. Ivo Bonamico, direttore dell’Associazione provinciale di soccorso della Croce Bianca, ha parlato dell’alleggerimento della sofferenza garantito dal progetto. Gabriele Janssen, direttrice di Medici dell’Alto Adige per il Mondo, ha invece messo in risalto come la ricostruzione diventi un gesto di pace tangibile. Per lei, non si tratta solo di riparare strutture ma di mantenere viva la speranza in un futuro diverso, nonostante la guerra continui. Questo approccio riflette una visione che guarda oltre le difficoltà immediate, puntando a mantenere solide le basi per una ripresa possibile.