Il recente parere del Ministero dell’Università e della Ricerca ha sollevato preoccupazioni tra i medici specializzandi in Italia, che si trovano ora a dover affrontare l’abolizione del test di passaggio previsto dalla recentemente approvata legge 56/2024. La situazione è complessa e potenzialmente rischiosa per la carriera di molti di questi giovani professionisti, già sottoposti a pressioni lavorative significative.
Il parere ministeriale: rischi di minacce e ricatti
L’interpretazione della normativa
La controversa circolare del Ministero affermava che anche i medici assunti tramite il «decreto Calabria» sono obbligati a sostenere gli esami di passaggio da un anno all’altro nel corso di specializzazione. Questa previsione ha suscitato forti critiche dalle associazioni di categoria, che vedono in essa un potenziale strumento di ricatto da parte dei direttori delle scuole di specializzazione. La norma che aboliva il test era stata introdotta con l’intento di snellire e semplificare la carriera formativa, ma il parere ministeriale sembra vanificare gli sforzi legislativi.
Le voci nel mondo medico
Le organizzazioni come l’Anaao giovani, l’Associazione liberi specializzandi e i Giovani medici per l’Italia si sono espresse in termini forti e chiari. Secondo le loro dichiarazioni, il documento ministeriale tenta di elevarsi al di sopra di una legge votata dal Parlamento e rappresenta un’invasione di campo. Questa situazione, avvertono, oltre a essere inammissibile, rischia di mantenere un esame che i professori universitari usano come leva per limitare le opportunità lavorative per i neospecialisti, spingendo molti di loro a rimanere in posizioni lavorative precarie e a basso stipendio.
Conseguenze per il futuro professionale
Le associazioni sottolineano che l’impatto di questa decisione potrebbe essere devastante, con migliaia di giovani medici a rischio di non essere assunti a causa di intimidazioni legate ai risultati degli esami di passaggio. Con la minaccia di voti negativi o bocciature in ballo, il clima di lavoro in alcune scuole di specializzazione rischia di diventare insostenibile. Gli specializzandi affermano inoltre di essere spesso impegnati in ore di lavoro straordinario, con turni che possono superare le 90 ore settimanali in attività non sempre allineate con i loro obiettivi formativi.
Il sostegno dell’assessore al welfare
L’intervento di Guido Bertolaso
Guido Bertolaso, assessore al Welfare della Regione Lombardia, ha espresso il suo supporto per i medici specializzandi e ha definito “sconcertante” il parere del Ministero. Secondo Bertolaso, la decisione di mantenere gli esami per il passaggio d’anno contrasta con le già stabilite normative della legge 56/2024. L’assessore ha evidenziato l’importanza di avere medici formati e motivati a operare nel Servizio sanitario nazionale, sottolineando come la recente circolare possa avere conseguenze negative sull’attrattiva delle carriere sanitarie.
L’impatto sulla continuità del servizio sanitario
Bertolaso ha inoltre avvertito che un tale approccio rischia di scoraggiare ulteriormente i giovani medici, già provati da fattori esterni e dalla necessità di una formazione di qualità. La Regione Lombardia è pronta a intraprendere misure di tutela per garantire l’effettiva applicazione della legge, denunciando la mancanza di allineamento tra le decisioni ministeriali e le necessità reali del sistema sanitario.
Se il contesto attuale persiste, i medici specializzandi potrebbero continuare a trovarsi in una situazione di incertezza, dovendo affrontare la propria crescita professionale in un clima di tensione e controproducenti pressioni al lavoro.