Le recenti decisioni economiche del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, hanno scosso i mercati asiatici. L’imposizione di tariffe del 25% su tutte le importazioni di acciaio e alluminio ha portato a una reazione immediata nei principali indici azionari della regione. Le borse stanno affrontando una fase di incertezza, con i timori per le conseguenze di queste misure che si fanno sentire anche nel mercato cinese degli acciai.
L’andamento delle borse asiatiche
Nella giornata di oggi, le borse asiatiche hanno mostrato una tendenza predominante al ribasso. L’indice HANG SENG di Hong Kong e lo SHANGHAI COMPOSITE hanno entrambi chiuso in calo, anche se le aperture iniziali erano state modeste. È importante notare che i mercati giapponesi non hanno potuto partecipare alla giornata di scambi a causa di una festività nazionale, contribuendo alla mancanza di direzione in tutta la regione.
In Australia, lo S&P/ASX 200 ha mantenuto una sostanziale stabilità, ma il KOSPI della Corea del Sud ha registrato un leggero incremento dello 0,41%, arrivando a 2.530,78. Le tensioni commerciali globali e l’atteggiamento protezionistico degli Stati Uniti continuano a influenzare negativamente le aspettative sulle performance future delle borse asiatiche.
L’impatto sui titoli dell’acciaio cinese
I principali produttori cinesi di acciaio hanno sentito immediatamente l’impatto delle nuove tariffe statunitensi. Con la Cina che è il primo produttore mondiale di acciaio, l’industria ha di fronte una sfida significativa. Le azioni di grandi aziende del settore come BAOSHAN IRON AND STEEL, HBIS, ANGUANG STEEL, HUNAN VALIN STEEL e SHANDONG IRON AND STEEL hanno subìto flessioni comprese tra lo 0,3% e il 3%. Anche i prezzi dell’acciaio sullo SHANGHAI FUTURES EXCHANGE hanno registrato un calo di oltre l’1%.
La decisione di Trump di applicare tariffe senza eccezioni potrebbe aggravare la già fragile situazione delle esportazioni di acciaio della Cina, che sta affrontando crescenti tensioni commerciali. Nonostante le esportazioni dirette dalla Cina verso gli Stati Uniti abbiano raggiunto nel 2024 le 890.000 tonnellate metriche, gran parte del settore teme che questi nuovi provvedimenti possano ridurre ulteriormente il volume delle spedizioni. La domanda interna per acciaio è già in calo, influenzata dalla crisi immobiliare protratta e dalle scarse prospettive del settore infrastrutturale.
Reazioni nei mercati e il rifugio nell’oro
Le incertezze generate dall’imposizione delle nuove tariffe hanno avuto un effetto evidente anche sui mercati statunitensi. Wall Street ha visto oscillazioni significative nelle ultime settimane, con esperti che prevedono ulteriori fluttuazioni. La reazione agli sviluppi commerciali suggerisce che gli investitori stiano cercando asset “sicuri” durante questi periodi di instabilità. Infatti, il prezzo dell’oro ha superato quota 2.930 dollari l’oncia, toccando un nuovo record. Tradizionalmente, l’oro è visto come un rifugio sicuro in tempi di incertezza economica.
Nella sua strategia, Trump ha dimostrato di essere disposto a rivisitare le sue posizioni, come attesta il suo ritiro dai dazi precedentemente imposti sul Canada e sul Messico, facendoli apparire più come strumenti di negoziazione piuttosto che misure di lungo termine. Resta da vedere come queste dinamiche si evolveranno nei prossimi mesi e quali saranno le ricadute finali sulle economie asiatiche.