Il rapporto dell’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro nel Friuli Venezia Giulia offre uno sguardo approfondito sulle condizioni occupazionali e le tendenze emergenti nel primo semestre del 2024. Nonostante un saldo positivo nel numero di assunzioni, il contesto evidenzia una diminuzione rispetto all’anno precedente e una crescente precarizzazione del lavoro.
Il bilancio del mercato del lavoro: analisi generale
Nel primo semestre del 2024, il mercato del lavoro dipendente privato in Friuli Venezia Giulia evidenzia un incremento di +24.621 posizioni lavorative rispetto al periodo analogo dell’anno precedente. Tuttavia, questo risultato risulta essere inferiore di circa 2.600 unità rispetto ai dati registrati nel 2023, manifestando una certa stagnazione rispetto alla crescente domanda occupazionale. Questo calo è fortemente influenzato da un aumento significativo delle cessazioni di lavoro, che sono cresciute del 3,5%. Le assunzioni, al contrario, mostrano una crescita contenuta, inferiore all’1%. È da notare che il numero delle assunzioni a tempo determinato ha registrato un incremento del 4,9%, mentre quelle a tempo indeterminato hanno evidenziato una contrazione del 4,9%.
Inoltre, il report segnala un’ulteriore diminuzione nelle trasformazioni di contratti da tempo determinato a indeterminato, che sono calati del 3,8%. Anche le dimissioni volontarie hanno mostrato una riduzione, con un decremento pari all’1,7%. Questi dati forniscono un quadro di certo allarmante, in quanto dimostrano come il mercato del lavoro stia soffrendo a causa della crescente instabilità occupazionale e della difficoltà di mantenere posti di lavoro stabili.
Approfondimenti sulle varie tipologie di contratti
L’analisi dell’Osservatorio del mercato del lavoro mette in luce che, nonostante il bilancio complessivo delle assunzioni sia positivo, la componente di lavoro stabile è in sofferenza, con un incremento di +4.090 unità che risulta sensibilmente inferiore rispetto al +5.000 unità registrato nel 2023. Le assunzioni a tempo determinato, sebbene in crescita, hanno segnato una diminuzione rispetto al semestre del 2023, arrivando a +17.500 unità rispetto a +19.000 dell’anno precedente. D’altra parte, il contratto di apprendistato mostra un incremento moderato, nonostante una flessione nelle assunzioni pari all’1,2%.
Un’informazione significativa emerge dal saldo relativo alla somministrazione di lavoro, che ha chiuso in positivo con +1.070 unità, mantenendo valori in linea con il primo semestre del 2023. Tuttavia, le assunzioni in questo settore hanno visto una riduzione del 7,2%. Per quanto riguarda la parasubordinazione, si assiste invece a una crescita delle assunzioni pari al 19%, indicando la possibilità di un aumento della flessibilità lavorativa in questo segmento di mercato.
Settori di occupazione: tendenze e cambiamenti
Un’analisi più accurata rivela che la percentuale delle assunzioni a tempo indeterminato sul totale è scesa dal 9,5% nel 2023 all’8,6% nel 2024, suggerendo un aumento della precarietà nel mercato del lavoro. La tendenza al ribasso è particolarmente evidente nel settore manifatturiero, dove le assunzioni sono diminuite considerevolmente: -10% per il lavoro dipendente e -12,5% per quello stabile. Anche le costruzioni hanno registrato un calo sia nelle assunzioni che nel lavoro stabile, attestandosi su -4,8% e -3% rispettivamente.
In contrapposizione, il settore terziario ha visto un incremento nel lavoro dipendente pari all’8,7%, sebbene nel segmento del lavoro stabile si segnali una diminuzione dell’1,6%. Queste dinamiche settoriali evidenziano come il mercato del lavoro stia subendo trasformazioni significative, con il terziario che continua a rappresentare un pilastro dell’occupazione, mentre il settore manifatturiero e delle costruzioni sperimenta una contrazione.
Il scenario delineato dal report dell’Osservatorio mette in luce la necessità per le imprese e le istituzioni di adottare strategie efficaci per affrontare le sfide dell’occupazione, promuovendo la stabilità lavorativa e cercando di aumentare le opportunità, soprattutto per le nuove generazioni nel mercato del lavoro.