Nei primi tre mesi del 2025, il mercato del lavoro in Veneto ha mostrato un saldo positivo con +21.300 nuovi posti di lavoro dipendente. Questo dato, sebbene sia negativo rispetto al risultato dello scorso anno , risente di fattori legati al calendario, in particolare agli spostamenti temporali delle assunzioni nel settore turistico, influenzate dalle festività pasquali che si sono celebrate più tardi rispetto al 2024.
analisi delle assunzioni e delle cessazioni
Il mese di marzo ha evidenziato una flessione significativa delle assunzioni, con un calo dell’11%. Questo rallentamento è principalmente attribuibile al posticipo dell’apertura della stagione turistica, fondamentale per molte località venete. Analizzando il trimestre nel suo complesso, la domanda di lavoro è diminuita del 5%, mentre il numero delle cessazioni è rimasto stabile. Quest’ultimo aspetto è influenzato dall’aumento delle cessazioni a termine , contrapposto a una diminuzione dei motivi come dimissioni e licenziamenti individuali.
Un dato significativo riguarda il mercato del lavoro femminile, dove le assunzioni sono scese del 9%. Inoltre, si registra un trend negativo tra i cittadini italiani e i lavoratori di età compresa tra i 30 e i 54 anni, gruppi di lavoratori che tipicamente rappresentano una porzione consistente del mercato del lavoro.
Nella dinamica del lavoro, anche la tipologia contrattuale appare in evoluzione. La rilevanza del lavoro part-time, pur rimanendo elevata, ha mostrato una leggera flessione rispetto all’anno precedente, attestandosi attorno al 33% del totale delle assunzioni. Questo potrebbe rappresentare un cambiamento nelle preferenze lavorative o nel fabbisogno delle aziende.
impatto dei contratti a tempo determinato e indeterminato
L’analisi dei contratti rivela un rapido cambiamento nel panorama occupazionale. I contratti a tempo determinato, fondamentali per il settore turistico, hanno visto un drastico calo quasi dimezzandosi rispetto all’anno precedente. Al contrario, i contratti a tempo indeterminato sono aumentati di 11.600 unità, grazie all’incremento delle trasformazioni da contratti a termine e alla contemporanea diminuzione delle cessazioni.
Questo scenario suggerisce che le aziende stanno cercando di stabilizzare i loro organici attraverso contratti più stabili, reagendo così a una domanda di lavoro che, sebbene diminuita, continua a evidenziare la necessità di personale qualificato e designato. La nuova tendenza verso i contratti a tempo indeterminato potrebbe essere interpretata come una strategia per affrontare il mercato del lavoro in un contesto di maggiore incertezza economica.
dati sull’apprendistato e sue attivazioni
Nonostante le altre dinamiche contrattuali mostrino segni di crescita, il settore dell’apprendistato continua a contrarsi, con una diminuzione di 240 attivazioni rispetto allo scorso anno, che corrisponde a un calo del 9%. Questo dato potrebbe indicare una contrazione generale nelle opportunità formativa per i giovani, rendendo più difficile il loro inserimento nel mercato del lavoro. Questo decremento nella creazione di apprendistati potrebbe avere ripercussioni a lungo termine, sia per il sistema formativo che per le aziende stesse, soprattutto in un periodo in cui le competenze specialistiche sono sempre più richieste.
Si percepisce una necessità di riformulazione delle politiche occupazionali, affinché l’apprendistato possa posizionarsi nuovamente come un’opportunità adeguata per attrarre e formare giovani lavoratori. Senza interventi mirati, il rischio è quello di perpetuare una crisi occupazionale che vede penalizzati in particolare i più giovani.
Il report sull’occupazione in Veneto racconta così le sfide di un mercato del lavoro in transizione, dove non mancano possibilità, ma bisogna affrontare con attenzione le criticità che emergono da un contesto in cui la determinazione delle assunzioni sembra avere bisogno di un nuovo impulso.