Mercurio nel tonno in scatola: l'allarmante inchiesta mette a rischio la salute dei consumatori

Mercurio nel tonno in scatola: l’allarmante inchiesta mette a rischio la salute dei consumatori

Un’indagine di ONG rivela che il tonno in scatola venduto in Europa è contaminato da mercurio, con oltre il 57% dei campioni che supera i limiti normativi, sollevando preoccupazioni per la salute pubblica.
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Mercurio nel tonno in scatola: l'allarmante inchiesta mette a rischio la salute dei consumatori - Gaeta.it

Un’indagine recente condotta da ONG come Bloom e Foodwatch ha sollevato preoccupazioni significative riguardo ai livelli di mercurio nel tonno in scatola venduto in Europa. Con risultati allarmanti, lo studio ha rivelato che una buona parte dei prodotti testati supera i limiti normativi consentiti, lanciando un segnale di allerta su un tema poco considerato dai consumatori.

L’inchiesta sulle scatolette di tonno

L’inchiesta ha coinvolto un campione di 148 scatolette di tonno provenienti da diversi Paesi, tra cui Germania, Inghilterra, Italia, Spagna e Francia. È emerso che il 100% dei campioni era contaminato da mercurio, con oltre il 57% delle lattine che superano la soglia massima di mercurio di 0,3 mg/kg stabilita per altre specie ittiche. Questi risultati non solo confermano le preoccupazioni già espresse negli anni passati, ma forniscono dati concreti su una problematica diffusa e trascurata, evidenziando quanto questo argomento necessiti di attenzione e interventi decisivi.

Nonostante il dibattito pubblico sulla presenza di metilmercurio nel tonno in scatola sembri sia diventato quasi di routine, l’indagine dimostra che la situazione è ben più grave del previsto. Per molti consumatori, il tonno in scatola rappresenta una scelta pratica e salutare, ma questa nuova evidenza solleva interrogativi sulla sicurezza di questi alimenti.

Il problema del mercurio e le lobby

Il rapporto stilato da Bloom sottolinea come le pressioni esercitate dalle lobby del tonno abbiano portato a stabilire un limite di mercurio “accettabile” per il tonno, lievemente più alto rispetto ad altre specie. Questo limite, pari a circa tre volte la soglia fissata per altre specie ittiche come il merluzzo, sembra essere più una tutela per l’industria che una reale protezione per i consumatori.

Le ONG denunciano che il processo di definizione della soglia di contaminazione da mercurio non si basa su considerazioni sanitarie ma su necessità economiche. La scelta di fissare un livello “accettabile” di mercurio in base ai tassi di contaminazione invece che sulla salute pubblica mostra un evidente conflitto di interessi.

Le autorità e i gruppi di pressione dovrebbero prioritizzare il benessere dei consumatori, invece di assecondare gli interessi economici di un settore già fortemente incentivato. È inaccettabile che gli accorgimenti legislativi seguano logiche di mercato tralasciando le gravi implicazioni sanitarie che il mercurio può comportare.

Un rischio per la salute pubblica

L’ingestione regolare di metilmercurio, anche in piccole quantità, è un pericolo per la salute, particolarmente per feti e bambini in fase di sviluppo. Questa inchiesta mette in tutto il suo peso la grave inconsapevolezza che circonda un alimento consumato quotidianamente da molte famiglie.

La mancanza di un approccio fonderato sui dati degli effetti del mercurio sulla salute umana da parte delle autorità di regolamentazione è preoccupante. Secondo il report, non esistono metodi idonei per calcolare i limiti massimi di mercurio in relazione alle conseguenze sulla salute di adulti e bambini. Le valutazioni attuate da organismi pubblici sembrano ignorare la necessità di proteggere i consumatori, favorendo un’industria che cerca di mantenere alti i profitti commerciali.

Il caso della marca di tonno “Petit Navire”

Tra le marche testate, una si distingue negativamente: “Petit Navire”, che ha mostrato una concentrazione di mercurio oltre il 1200% superiore alla soglia massima consentita, con misurazioni di 3,9 milligrammi per chilo di tonno. Questo è un dato allarmante e richiama direttamente alla responsabilità delle autorità competenti che dovrebbero intervenire per ritirare il prodotto dal mercato.

In tal modo, i consumatori hanno diritto di sapere quali rischi possano correre consumando determinati prodotti. L’opacità riguardo ai livelli di contaminazione e la gestione poco trasparente dei dati da parte delle aziende coinvolte richiedono un’azione immediata. Solo tramite un’efficace regolamentazione alla luce di questi risultati sarà possibile garantire la sicurezza alimentare e la salvaguardia della salute della popolazione.

Ultimo aggiornamento il 31 Ottobre 2024 da Sara Gatti

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