Michele Renzo, rinomato magistrato e figura di riferimento nel panorama giuridico italiano, è prematuramente scomparso all’età di 70 anni a causa di un malore. Il suo impegno professionale e la sua personalità ironica ne avevano fatto un personaggio amato e rispettato, tanto da guadagnarsi il soprannome di “dottor Sottile” dai colleghi cronisti. Originario di Alife, in provincia di Caserta, Renzo ha trascorso gran parte della sua carriera nel capoluogo umbro e ha lasciato un’impronta significativa nel mondo della giustizia.
La carriera di Michele Renzo
Michele Renzo ha iniziato la sua carriera come sostituto procuratore a Perugia, dove ha gestito casi complessi e delicati, tra cui le indagini su Luigi Chiatti, noto per gli omicidi di due bambini, definiti dalla stampa “mostro di Foligno“. La competenza e la preparazione di Renzo in ambito giuridico erano ammirate dai suoi colleghi e dalla comunità, che lo consideravano un professionista di altissimo livello.
Anni da procuratore capo
Nel 2016, Renzo è stato nominato procuratore capo a L’Aquila, un incarico di grande responsabilità. La sua carriera in questo ruolo è durata fino ad agosto 2023, quando è andato in pensione. Durante il suo mandato, ha coordinato indagini cruciali, come quella riguardante lo scontro di due aerei Tornado nel 2014, che aveva portato alla tragica morte di quattro giovani piloti. Oltre a queste indagini, Renzo è stato fondamentale anche nell’omicidio di Melania Rea, che ha comportato l’arresto di Salvatore Parolisi.
Dall’ufficio al ministero della giustizia
Dopo più di dieci anni come sostituto procuratore a Perugia, Renzo ha deciso di trasferirsi al ministero di grazia e giustizia nel 1998 come ispettore. In questa posizione, Renzo ha avuto l’opportunità di collaborare con alcuni dei suoi migliori colleghi, tra cui Fausto Cardella, Alessandro Cannevale e Silvia Della Monica. Insieme, hanno intrapreso un’importante serie di inchieste per combattere la corruzione, affrontando anche i noti scandali legati alle “toghe sporche“. La loro determinazione ha contribuito a mantenere alta l’integrità del sistema giudiziario.
Un cultore del diritto e tifoso del Napoli
Michele Renzo non era solo un magistrato di grande rispetto, ma anche un appassionato cultore del diritto. La sua approccio professionale si caratterizzava per il rigore e l’equilibrio, qualità che lo hanno reso un punto di riferimento per molti giovani colleghi. Al di fuori dell’ambito professionale, Renzo era un fervente tifoso del Napoli e amava il cinema, in particolare i film d’essai, che riflettevano la sua sensibilità culturale e il desiderio di esplorare sfaccettature della vita e della giustizia.
La sua improvvisa scomparsa ha lasciato un vuoto nel mondo giuridico, ma la sua eredità continuerà a vivere attraverso il lavoro di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo.