La comunità letteraria italiana celebra il talento emergente di Michele Ruol, che ha conquistato la 31ma edizione del Premio Letterario "Giuseppe Berto" con la sua opera "Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia", pubblicata da TerraRossa. Questo prestigioso premio, fondato nel 1988 da Cesare De Michelis, onora l'eredità di Giuseppe Berto, scrittore veneto che ha dedicato la vita alla promozione dei giovani autori.
Cerimonia di premiazione a Capo Vaticano
La cerimonia di premiazione si è svolta in una location suggestiva a Capo Vaticano, in Calabria, un luogo emblematico per la vita e l'opera di Giuseppe Berto. È qui che lo scrittore ha creato alcune delle sue opere più celebri. L’evento si è svolto nell’ambito del festival "Estate a casa Berto", ricevendo una notevole affluenza di pubblico e partecipanti. A guidare la serata è stato il noto giornalista Giancarlo Loquenzi, che ha presentato l’evento con il contributo di Emanuele Trevi, presidente della Giuria.
L'atmosfera della serata è stata arricchita dalla presenza di vari ospiti e autorità, testimoni dell'importanza culturale del premio. Dalla letteratura alla politica, la cerimonia ha visto la partecipazione di sindaci e rappresentanti locali, che hanno ribadito l'importanza della letteratura per la comunità.
Il racconto di un’opera potente e incisiva
Il romanzo di Michele Ruol, "Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia", è descritto dalle motivazioni di assegnazione del premio come un'opera "fera e misteriosa". La narrazione si sviluppa pagina dopo pagina, mettendo in luce i complessi rapporti umani e la loro vulnerabilità di fronte alla sventura. La giuria ha sottolineato come il libro riesca, attraverso una prosa incisiva e dettagliata, a trasmettere una riflessione profonda sulla transitorietà della vita e sui significati che costruiamo.
Le parole scelte dalla giuria rispecchiano l'intensità delle tematiche trattate da Ruol: la fragilità umana, l'assurdità della vita e la resilienza dell'individuo. Si tratta di un'opera che invita alla riflessione, capace di colpire il lettore con la sua profondità e verità.
La giuria e i finalisti del premio
La giuria del Premio "Giuseppe Berto" è composta da nomi di spicco della letteratura italiana, quali Elena Stancanelli, Silvia Avallone, Luigi Mascheroni e Emanuele Zinato. La presentazione del premio è stata curata da Elena Stancanelli, vincitrice del Berto nel 1999 con il romanzo "Benzina", divenuto poi un film. Un esempio di come il premio riesca a generare un ciclo virtuoso di valorizzazione di talenti letterari.
Oltre a Ruol, sono stati riconosciuti altri quattro finalisti: Andrea Bazzanini con "L'ultima stagione", Fiammetta Palpati con "La casa delle orfane bianche", Giulio Spagnol con "Charlie palla di cannone" e Samuele Cornalba con "Bagai". Ognuno di questi autori ha portato un contributo originale alla narrativa contemporanea, evidenziando la ricchezza e la diversità dell'attuale panorama letterario italiano.
Il premio e le sue radici culturali
Il Premio "Giuseppe Berto" non è solo un riconoscimento per gli scrittori, ma rappresenta anche un’azione culturale significante, promossa dall'Associazione culturale omonima in collaborazione con i comuni di Mogliano Veneto e Ricadi. La rotazione delle sedi di premiazione tra questi due luoghi simbolici riflette l’intento di mantenere viva la memoria di Berto e del suo legame con la terra natale.
Con il sostegno economico di partner come Distillerie Caffo, produttore dell'iconico "Amaro del Capo", il premio continua a sostenere la crescita della letteratura italiana, fungendo da piattaforma di lancio per le nuove generazioni di scrittori. Questa sinergia culturale tra il Veneto e la Calabria rappresenta un importante valore aggiunto per il riconoscimento, mantenendo viva la tradizione letteraria e celebrando il talento italiano.
Ultimo aggiornamento il 7 Settembre 2024 da Laura Rossi
