La città di genova si è trasformata nel cuore verde d’Europa con l’avvio di euroflora 2025, una delle esposizioni floreali più grandi e apprezzate, che richiama migliaia di visitatori dall’italia e dall’estero. Questo evento, che si svolge lungo il waterfront di levante, propone centinaia di giardini tematici, innovazioni tecnologiche e incontri dedicati alla sostenibilità ambientale. Le attività proseguiranno fino al 4 maggio, dando al pubblico la possibilità di osservare da vicino piante, progetti e tecniche all’avanguardia.
La prima giornata di euroflora e il nuovo parco urbano alla foce
genova ha accolto migliaia di visitatori in una lunga giornata di inaugurazione all’insegna della natura e del design. euroflora 2025 si è aperta nei nuovi spazi espositivi realizzati nell’area della Foce, un tratto di waterfront in riqualificazione studiato dall’architetto Renzo Piano. L’evento occupa una superficie di circa 85mila metri quadrati e coinvolge 400 florovivaisti, oltre a 154 giardini a tema affacciati sul mare.
Fin dalla mattina, si sono formate lunghe code agli ingressi, testimoni della grande attesa nata intorno a questa manifestazione, che punta a una partecipazione superiore ai 200mila visitatori. Gli organizzatori sperano che questo debutto rappresenti un segnale positivo per il futuro della rassegna e della zona, destinata a trasformarsi in un nuovo polmone verde cittadino. Mauro Ferrando, presidente della società organizzatrice Porto Antico di Genova Spa, ha commentato la partenza con prudenza ma fiducia.
Un progetto urbano che unisce natura, arte e innovazione
Un progetto urbano di questa portata ha riscosso interesse non solo tra gli appassionati di giardinaggio ma anche tra chi si occupa di architettura e rigenerazione urbana. L’intento è offrire un’esperienza immersiva che coniughi natura, arte e innovazione, contribuendo alla rinascita di spazi urbani trascurati. Il waterfront della Foce diventa così un laboratorio a cielo aperto, attorno al quale si intrecciano cultura e sostenibilità.
Stefano mancuso e l’idea della città verde del futuro
Tra le occasioni di riflessione alla kermesse, la conferenza del professor Stefano Mancuso ha attirato un pubblico numeroso. Mancuso, neurobiologo vegetale di rilievo internazionale, ha illustrato i principi di ‘fitopolis’, un concetto che immagina le città del futuro come organismi viventi capaci di integrare la natura in modo profondo. Secondo lo scienziato, le aree urbane stanno subendo forti trasformazioni a causa del cambiamento climatico e dell’aumento delle temperature.
Il dato che colpisce è che l’78% della popolazione italiana vive in città, dove l’ambiente tende a diventare sempre più ostile, con fenomeni come le isole di calore che intensificano disagio e rischi. Mancuso ha sottolineato come interventi verdi, in particolare la piantumazione di alberi, rappresentino uno strumento naturale per contrastare l’inquinamento atmosferico. Ogni euro dedicato alla cura del verde si traduce in una capacità di assorbire anidride carbonica maggiore rispetto a molte tecnologie ingegneristiche.
Ripensare l’urbanistica con fitopolis
Questa visione spinge a ripensare l’urbanistica, puntando a forme di convivenza più stretta con le piante che, oltre a migliorare la qualità dell’aria, intervengono sull’umidità e favoriscono il benessere psicofisico dei cittadini. Il modello di ‘fitopolis’ guarda anche a soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale nelle città e prepara la strada a scenari in cui natura e metropoli si sviluppano in armonia.
Tecnologie spaziali e robotica per la coltivazione nel futuro
Un altro punto forte della manifestazione è stata la presentazione di tecnologie avanzate legate all’agricoltura e alla coltivazione in condizioni estreme. Franco Malerba, primo astronauta italiano originario di genova, ha mostrato un prototipo di ‘serra spaziale’ realizzato per permettere la coltivazione di piante alimentari in ambienti extraterrestri.
Questo sistema è pensato per future missioni nello spazio, su stazioni orbitali o sulla luna, dove mantenere un ambiente favorevole per le piante richiede soluzioni tecniche complesse. L’innovazione proposta offre un modello sperimentale per garantire alimentazione e sopravvivenza in luoghi lontani dalla terra, aprendo prospettive concrete per la ricerca spaziale.
Robotica e agricoltura di precisione
In parallelo, l’Istituto Italiano di Tecnologia ha mostrato un robot dedicato alla potatura delle vigne, con applicazioni in agricoltura di precisione. Questo strumento automatizzato facilita il lavoro dei viticoltori, migliorando l’efficienza e la cura delle colture in modo più sostenibile. Questi esempi indicano quanto la tecnologia possa diventare alleata nella gestione della natura, anche nei contesti più tradizionali come la viticoltura italiana.
L’arte tradizionale dei muretti a secco e la tutela del patrimonio culturale
Tra le molte iniziative culturali di euroflora 2025, un focus speciale è andato alla dimostrazione delle tecniche per la costruzione dei muretti a secco nel Parco Nazionale delle Cinque Terre. Questi muri, realizzati senza malta con pietre impilate, rappresentano un’antica arte riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.
La tecnica dei muretti ha un ruolo fondamentale nell’antropizzazione del territorio e nella difesa del suolo, impedendo frane e proteggendo le colture terrazzate caratteristiche di questa area ligure. Gli esperti che hanno effettuato la dimostrazione hanno mostrato il valore di questa pratica, che unisce saperi antichi a una funzione ambientale decisiva.
Natura e cultura in un racconto complesso
La valorizzazione di queste tradizioni si conferma un tratto distintivo dell’evento, dove natura e cultura si fondono in un racconto complesso. Il pubblico ha potuto seguire da vicino la maestria degli artigiani, comprendendo come molte tecniche tradizionali rimangano indispensabili per la gestione sostenibile del territorio.