Milano celebra Felice Carena: una mostra imperdibile dedicata a un artista dimenticato

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Milano celebra Felice Carena: una mostra imperdibile dedicata a un artista dimenticato - Fonte: Ansa | Gaeta.it

A Milano, fino al 29 settembre, le Gallerie d'Italia di piazza Scala ospitano una mostra di grande rilevanza dedicata a Felice Carena, un pittore che, pur avendo avuto un ruolo di primo piano nella prima metà del Novecento, è oggi spesso dimenticato. Questa esposizione non solo punta a riscoprire il suo talento artistico, ma celebra anche un percorso creativo unico, caratterizzato da una continua ricerca di dialogo con le tradizioni classiche. Oltre cento opere, dalle sue prime creazioni a Torino fino a quelle più tarde a Venezia, raccontano una vita spesa nell'arte.

Il riconoscimento di Vittorio Sgarbi

Un'esperienza di riscoperta artistica

Vittorio Sgarbi, noto critico d'arte, ha visitato l'esposizione e l'ha definita "formidabile". Per Sgarbi, la mostra non è solo una raccolta di dipinti, ma una "vera resurrezione" di un artista che ha saputo mantenersi significativo senza mai allontanarsi dal contesto storico e culturale in cui operava. Quest'affermazione sottolinea l'importanza dell'esposizione non solo per i cultori dell'arte, ma anche per coloro che desiderano avvicinarsi a una figura storica del panorama artistico italiano.

La mostra comprende opere che vanno dal "Ritratto di signorina" del 1901 alle nature morte del 1964, permettendo ai visitatori di apprezzare l'evoluzione stilistica di Carena. Un viaggio che riflette la versatilità e la complessità del suo operato, arricchito da oltre sei decenni di esplorazione delle forme artistiche.

Un viaggio attraverso l'arte e la cultura

Le origini e il percorso di Felice Carena

Felice Carena nacque nel 1879 a Torino, contrariamente a quanto si pensava in passato riguardo alla sua nascita a Cumiana. Sin da giovane, Carena manifestò un'incredibile predisposizione per l'arte, che lo portò a Roma nel 1906, grazie a una borsa di studio. In questa città divenne uno dei membri di spicco della secessione romana, un movimento che cercava di dare nuova vita all'arte italiana, miscelando idee pre-raffaellite e post-impressioniste.

La sua opera "Ofelia" è tra i pezzi chiave di questa fase della sua carriera, simbolo dell'influenza di questi stili e della continua ricerca di Carena di raggiungere una sintesi personale tra tradizione e innovazione. Successivamente, si trasferì a Firenze nel 1924, dove insegnò e divenne direttore dell'Accademia di Belle Arti, mantenendo una forte influenza nelle generazioni successive fino al 1944.

L’umanità nell’arte di Carena

Un'arte intrisa di significato profondo

Il lavoro di Felice Carena è contraddistinto da una profonda umanità e una quasi religiosa dedizione verso la rappresentazione del mondo. Secondo Elena Pontiggia, co-curatrice dell'esposizione, "il senso della sua arte è in una autentica religiosità, tradotta in amore per gli altri". Questo approccio ha fatto sì che, purtroppo, il suo nome sia caduto nell'oblio dopo la sua morte nel 1966.

Carena ha saputo esprimere, nei suoi dipinti, una luce interiore che dà vita agli oggetti e mette in risalto l'essenza umana, specialmente quella più fragile e dolente. La mostra rappresenta un'opportunità per riscoprire questo aspetto della sua arte, che, sebbene sia stato trascurato per troppo tempo, è ricco di emozione e significato.

Le Gallerie d'Italia di Milano, quindi, non solo celebrano la figura di Carena, ma ballano un vero e proprio recupero della sua eredità artistica, invitando il pubblico a immergersi in una narrazione che sfida il tempo e ci ricorda l'importanza della memoria culturale.

Ultimo aggiornamento il 18 Settembre 2024 da Donatella Ercolano

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