Milano si è fermata per ricordare Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, noti come Fausto e Iaio, i cui nomi sono legati a un duplice omicidio rimasto senza giustizia per oltre quattro decenni. Il 18 marzo del 1978, i due giovani militanti sono stati assassinati nei pressi del centro sociale Leoncavallo. L’eco di quella violenza è ancora presente, e la città continua a cercare risposte. La riapertura del caso, avvenuta lo scorso anno grazie a un’iniziativa del Consiglio comunale, ha riacceso la speranza nei cuori di chi chiede verità e giustizia.
L’omicidio di Fausto e Iaio: una ferita aperta nella memoria collettiva
Il duplice omicidio di Fausto e Iaio rappresenta un capitolo oscuro della storia milanese. Entrambi i ragazzi, entrati nel cuore dei movimenti giovanili per la loro attività politica, furono vittime di un agguato avvenuto in via Mancinelli, un luogo che oggi è simbolo di resistenza e lotta per la verità. A distanza di 47 anni, la ferita resta aperta e il bisogno di fare chiarezza su quanto accaduto è diventato una questione che unisce esponenti di diverse ideologie politiche.
Il Consiglio comunale, sotto la guida del consigliere del Partito Democratico Rosario Pantaleo, ha approvato un ordine del giorno per richiedere un approfondimento su questo caso irrisolto, mostrando un fronte unito per onorare la memoria dei due giovani. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha sostenuto l’iniziativa, sottolineando l’importanza di non dimenticare i fatti storici che hanno segnato profondamente la città.
La commemorazione e le parole dei familiari
Oggi, come consuetudine, molte persone si sono riunite per commemorare Fausto e Iaio. Tra i partecipanti c’era Ivano Vallese, presidente dell’associazione dei familiari e amici delle vittime, che ha dichiarato: “Siamo qui 47 anni dopo la loro morte, nel luogo in cui sono stati uccisi. Purtroppo, rispetto ad altre persone, i nostri morti non hanno avuto giustizia. Abbiamo una verità storica, ma manca quella giudiziaria.” Le sue parole riflettono un dolore collettivo, un desiderio di verità e giustizia che continua a mobilitare la comunità milanese.
Vallese ha anche espresso gratitudine verso il Consiglio comunale, elogiando la decisione bipartitica di sostenere l’inchiesta per portare alla luce la verità. Il suo intervento ha risuonato tra i presenti, rinnovando la speranza che la riapertura del caso porti alla scoperta di nuovi elementi che possano chiarire le circostanze dell’omicidio.
Le prospettive future: speranze e indagini
Nonostante gli anni trascorsi, il caso di Fausto e Iaio non è stato dimenticato. Giovanni Tagliavini, un amico dei giovani e membro attivo dell’associazione che ne perpetua la memoria, ha condiviso le sue speranze riguardo alle indagini in corso. “Ci sono delle attività investigative in atto. Speriamo che emergano prove utili,” ha affermato. Tuttavia, ha anche ricordato che alcune tracce potrebbero essersi perse nel tempo, rendendo il percorso verso la verità ancora più complesso.
La tenacia di chi continua a lottare per la giustizia è un segnale di resilienza. La speranza è l’ultima a morire e il ripristino dell’interesse pubblico e politico per questa vicenda dimostra che il desiderio di verità non è affatto svanito. A Milano, la memoria di Fausto e Iaio continua a essere un faro per chi crede che ogni crimine debba avere una punizione e ogni famiglia meriti giustizia.