L’argomento dell’estensione del pagamento per l’Area C, la zona a traffico limitato nel centro di Milano, sta dividendo l’opinione pubblica e il mondo imprenditoriale. Secondo un sondaggio condotto da Confcommercio Milano, il 89,3% dei 549 commercianti intervistati si oppone all’introduzione di tariffe anche durante il fine settimana. Questa proposta, motivata come una misura per migliorare la gestione economica comunale, sta suscitando preoccupazioni per l’impatto sulle attività commerciali e sull’attrattività della città .
Posizione dei commercianti sul pagamento dell’Area C
Risultati del sondaggio
Il sondaggio flash lanciato da Confcommercio, che ha raccolto risposte in un breve lasso di tempo, è una chiara espressione del malcontento fra i commercianti. Solo il 10,7% si è mostrato favorevole all’ampliamento dell’Area C ai fine settimana, mentre il restante 77% ha evidenziato le conseguenze negative per le imprese.
Gran parte delle risposte ha messo in evidenza le preoccupazioni legate al possibile danno all’attività commerciale , alla perdita di attrattività del centro città e al previsto peggioramento del traffico nelle zone periferiche rispetto all’Area C . Solo una minima parte del campione, il 19%, ritiene che questa misura possa portare a una diminuzione significativa del traffico e a un miglioramento della vivibilità di Milano.
Implicazioni per il commercio milanese
Le opinioni espresse nel sondaggio suggeriscono che l’introduzione del pagamento anche durante i weekend potrebbe avere ripercussioni sull’economia locale. Le piccole e medie imprese, a forte vocazione commerciale, sono preoccupate per un potenziale calo del numero di visitatori e clienti nel centro, un’area già fortemente influenzata da misure di restrizione e dalla competizione con altre zone commerciali.
I commercianti sostengono che la vitalità del centro dipende in gran parte dalla facilità di accesso e dal costo dei parcheggi, che potrebbe diventare un deterrente per chi desidera visitare negozi e ristoranti. Una misura così restrittiva rischierebbe di alterare il paesaggio sociale ed economico, spingendo i clienti verso alternative più accessibili.
Le preoccupazioni sulla sosta dei SUV
Differenziazione tariffaria per SUV
In aggiunta alla proposta di estensione dell’Area C, il Comune sta considerando una differenziazione della tariffa per la sosta dei veicoli più grandi, come i SUV. Questa misura ha generato ulteriore malcontento, con il 75,3% dei rispondenti contrari a un inasprimento economico. Solo il 24,7% ha espresso supporto per questa iniziativa.
L’opposizione è motivata dalla percezione che penalizzare ulteriormente i proprietari di SUV non solo possa rappresentare un colpo per il mercato automobilistico, ma potrebbe anche allontanare un segmento di clientela dal centro città , aggravando la situazione già critica delle attività commerciali.
Riflessioni sulle tariffe future
La questione della tariffa per i SUV porta a una più ampia discussione su come si sta pianificando la mobilità urbana in vista di eventi come le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. I commercianti hanno respinto con decisione l’idea di ulteriori vincoli e aumenti tarifari, con l’88,9% delle imprese contrari a modifiche che potrebbero restringere l’accesso alla città in nome di una maggiore sostenibilità e miglioramento della qualità dell’aria.
Le dichiarazioni dei rappresentanti del commercio
Parere di Confcommercio
Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, ha dichiarato che l’ampia opposizione espressa dal sondaggio è un segno evidente del timore crescente tra i commercianti. Secondo Barbieri, l’introduzione di tariffe di accesso nel weekend non è solo una decisione errata, bensì una svalutazione della portata della vitalità commerciale di Milano. Ha sottolineato che, sebbene il sostegno al trasporto pubblico sia giusto, la strategia di fare cassa attraverso misure punitive non sarà vantaggiosa.
Opinioni di AssomobilitÃ
Simonpaolo Buongiardino, presidente di Assomobilità , ha condiviso un’analisi simile, evidenziando che i risultati del sondaggio non fanno altro che confermare il crescente malcontento tra le imprese rispetto a queste restrizioni. La consapevolezza che tali misure possano influenzare negativamente il sistema commerciale di Milano è un fattore da considerare seriamente da parte dell’amministrazione.
La questione dell’Area C e delle politiche di mobilità attende quindi un dibattito aperto e costruttivo, in grado di trovare un equilibrio tra sostenibilità ambientale e necessità economiche dei commercianti.