In risposta al conflitto in corso tra Israele e Palestina, Milano ospita per il 42° sabato consecutivo una mobilitazione organizzata da associazioni palestinesi, centri sociali e studenti. Questo fervente evento, che punta a richiamare l’attenzione sull’urgenza della situazione nella Striscia di Gaza, ha visto la partecipazione di circa 500 persone secondo le stime degli organizzatori. Le manifestazioni si svolgono a partire dalle 17:00 in piazza San Babila, un punto centrale della città noto per la sua vita pulsante.
Il percorso della protesta: dall’azione simbolica al corteo
Il boicottaggio al McDonald’s
L’evento odierno ha preso un avvio simbolico poco dopo le 16:00, quando i manifestanti hanno effettuato un boicottaggio al ristorante McDonald’s situato in via Santa Radegonda, nei pressi di piazza Duomo. Questa azione ha rappresentato un gesto di protesta contro il presunto sostegno indiretto che le grandi catene di fast food potrebbero fornire a politiche di oppressione in relazione al conflitto in corso. L’iniziativa ha attirato l’attenzione dei passanti e si è trasformata poi in un corteo che, nel suo percorso verso piazza San Babila, ha visto crescere il numero di partecipanti.
Il corteo verso piazza San Babila
Durante il tragitto, i manifestanti hanno scandito slogan e rivendicazioni per il riconoscimento dei diritti dei palestinesi. La manifestazione ha quindi assunto un significato collettivo, sottolineando la solidarietà e il sostegno verso coloro che vivono sotto occupazione. Con crescente enfasi, i partecipanti hanno esposto le proprie istanze, tra cui il diritto all’esistenza e alla resistenza per il popolo palestinese, il ritorno dei rifugiati e la libera autodeterminazione.
Richieste e denunce dei manifestanti
Diritto all’esistenza e alla resistenza
Le rivendicazioni emerse durante la protesta rispecchiano un forte desiderio di giustizia sociale e di tutela dei diritti umani. Tra i principali punti richiesti vi è il riconoscimento del diritto all’esistenza per i palestinesi, le cui terre sono storicamente oggetto di conflitti e appropriazioni. I manifestanti hanno sottolineato l’importanza di combattere per la resistenza a un sistema percepito come oppressivo e per la salvaguardia dei propri diritti in un contesto di continui attacchi.
Accuse di violenze sistematiche
Oltre alle richieste di autodeterminazione, i partecipanti hanno denunciato le condizioni disumane che molti palestinesi sono costretti a subire, tra cui violenze e torture nelle carceri israeliane. L’allerta sulle violenze perpetrate contro i detenuti palestinesi è stata al centro della retorica della manifestazione, evidenziando le gravi preoccupazioni per i diritti umani.
Le reazioni alle proteste
Critiche dalla politica milanese
Le mobilitazioni in corso non hanno mancato di suscitare reazioni da parte della classe politica locale. Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia, ha espresso una posizione critica nei confronti dei manifestanti, definendoli come “ostaggi” del centro città e lamentando i disagi causati al commercio e al turismo. Secondo De Corato, il Comune di Milano avrebbe adottato una posizione di silenzio di fronte a tali eventi, un atteggiamento che non ha destato il suo plauso.
Le manifestazioni a Milano continueranno nonostante le critiche, rimanendo un punto di riferimento nella narrazione delle attuali dinamiche geopolitiche e dei diritti umani. La mobilitazione sul campo infatti rimane vitale per garantire che la questione palestinese non venga dimenticata nel dibattito pubblico.