La serata di ieri ha visto esplodere disordini all’interno dell’istituto penale per minorenni ‘Cesare Beccaria’ di Milano, provocando danni significativi alla struttura e destando preoccupazione tra le autorità . Secondo quanto riportato dal Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità , l’agitazione è stata sedata e non si sono verificati tentativi di evasione da parte dei detenuti, contrariamente a quanto diffuso inizialmente. Le sole conseguenze serie sono stati alcuni contusi, sia tra i reclusi che tra gli agenti, e il ricovero di un detenuto per motivi sanitari.
i dettagli della rivolta
Una notte di caos e tensione
Nella notte tra il 27 e il 28 ottobre, i detenuti della struttura milanese, che all’epoca contava 58 reclusi, hanno preso parte a una rivolta collettiva. Durante questo caos, alcuni detenuti hanno tentato di evadere, e quattro di loro sono riusciti a scavalcare il muro di cinta. Fortunatamente, le forze di polizia penitenziaria sono intervenute rapidamente, consentendo di ripristinare l’ordine e di riportare i fuggitivi all’interno del perimetro incarcerato. È emerso che, nonostante il tentativo di evasione, non ci sono stati danni irrimediabili né fughe reali.
Gli interventi della polizia penitenziaria
L’azione tempestiva del personale della polizia penitenziaria è stata fondamentale per contenere la situazione. Grazie all’intervento coordinato, gli agenti, con l’assistenza di colleghi liberi dal servizio, sono riusciti a garantire la sicurezza della struttura e a contenere i disordini. Nonostante le tensioni, i rapporti ufficiali affermano che non ci sono state ferite gravi tra detenuti e personale. Solo alcuni contusi hanno necessitato di assistenza, tra cui un detenuto che è stato trasportato in ospedale per un trattamento diretto.
le conseguenze e le richieste politiche
Riflessioni sul sistema penale minorile
Questo episodio si colloca in un contesto di crescente preoccupazione riguardo la gestione delle strutture penali per minorenni in Italia. Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria, ha sottolineato che quanto accaduto al ‘Cesare Beccaria’ è emblematico di un problema sistemico e più ampio che affligge gli istituti per minorenni, simile a quello riscontrato nel sistema penale per adulti. Le richieste per un cambio di passo in ambito politico e gestionale sono diventate sempre più urgenti, con il sindacalista che sollecita misure immediate per garantire la sicurezza delle strutture.
Le proposte per miglioramenti strutturali
De Fazio ha evidenziato la necessità di potenziare il personale di polizia penitenziaria, attualmente carente di oltre 18mila unità , così come l’esigenza di una ristrutturazione delle strutture stesse. Citanto l’esperienza recente, ha suggerito che sarebbe opportuno riesaminare la decisione di trattenere nei penitenziari minorenni fino a 25 anni, poiché questa scelta potrebbe contribuire a esperienze problematiche all’interno delle carceri. La richiesta di un intervento significativo da parte del Ministero della Giustizia è stata ribadita con l’auspicio che si possano attuare misure concrete e utili.
Insoddisfazione e preoccupazione
Le dichiarazioni di De Fazio riflettono una profonda frustrazione per l’inerzia e la mancanza di azioni risolutive da parte delle autorità competenti. A suo avviso, ogni intervento deve andare oltre le mere promesse, affinché si possano affrontare veramente le problematiche strutturali dell’intero sistema penale minorile. La comunità attende ora risposte tangibili e misure che possano realmente migliorare la situazione, evitando che episodi come quello al ‘Cesare Beccaria’ si ripetano in futuro.