L’argomento della sicurezza idraulica a Milano è tornato sotto i riflettori dopo le intense piogge del 5 settembre, quando il fiume Seveso ha sollevato preoccupazioni tra i residenti. L’assessore alla Protezione Civile Marco Granelli ha espresso le sue preoccupazioni attraverso un lungo post sui social, sottolineando significativi progressi, ma anche la necessità di un intervento aggiuntivo per far fronte a una situazione che richiede attenzione continua.
I danni causati dalle piogge del 5 settembre
Il 5 settembre, una forte tempesta ha colpito Milano, portando a esondazioni lungo il fiume Seveso. Granelli ha evidenziato come questo fenomeno non sia isolato e come le sue conseguenze siano state potenzialmente devastanti per le persone e le strutture della zona. Nonostante il tempo di esondazione sia diminuito da 12 ore a solo due all’anno grazie a interventi precedenti, c’è la consapevolezza che il sistema idraulico della città non è immune a crisi simili.
Granelli ha richiamato l’attenzione su quanto ancora ci sia da fare e sull’importanza di completare le vasche di accumulo lungo il fiume Seveso, progetti che sono essenziali per la gestione delle acque piovane. “Se ancora oggi sentiamo la gente dire che ‘non è cambiato niente in 50 anni’, bisogna anche considerare i cambiamenti che, sebbene non sufficienti, stanno avvenendo”, ha commentato l’assessore.
La necessità di ulteriori interventi
La questione della sicurezza idraulica si complica ulteriormente a causa dell’elevata urbanizzazione del territorio milanese. Granelli ha spiegato che, quando piove, l’acqua viene convogliata nelle fognature e nei depuratori della città. Tuttavia, in caso di piogge intense, il sistema non riesce a gestire il volume dell’acqua, costringendo le autorità a scaricare l’acqua in eccesso direttamente nei fiumi, aggravando ulteriormente la situazione.
Ecco perché Granelli ha sollecitato un’accelerazione dei lavori da parte della Regione Lombardia per terminare le vasche di Senago e Lentate. L’assessore ha anche suggerito l’idea di costruire ulteriori infrastrutture lungo il fiume Lambro, che corre tra Monza e Milano. Questa visione include un approccio sistemico che prevede l’implementazione di vasche di accumulo all’interno del sistema fognario, prima dei depuratori, per garantire un’adeguata gestione delle acque piovane.
La costruzione di un piano efficace
Granelli è consapevole che un approccio efficace richiede il coinvolgimento di tutti gli attori locali, comprese le province e i comuni. Ha sottolineato la necessità di un piano organico per affrontare l’emergenza idraulica di Milano, invitando le istituzioni competenti a unirsi per chiedere finanziamenti a Roma e in Europa.
“La Regione Lombardia deve sedere al tavolo con le Provincie, i Comuni capoluogo e i gestori dei servizi idrici e fognari per costruire un piano serio”, ha dichiarato. In questo modo, si potrà finalmente utilizzare parte delle tariffe idriche raccolte per finanziare opere di prevenzione, piuttosto che dover continuamente richiedere fondi per tamponare i danni causati da eventi estremi.
Granelli ha concluso affermando che l’investimento in opere durature e strutturali rappresenterebbe non solo una risposta ai problemi attuali, ma anche un passo significativo verso la riduzione delle problematiche future legate alle inondazioni. La sfida per Milano è chiara: unire le forze per realizzare obiettivi ambiziosi e garantire la sicurezza dei cittadini.