Milano in fermento: corteo contro lo sgombero di Casaloca, centri sociali in piazza

Milano in fermento: corteo contro lo sgombero di Casaloca, centri sociali in piazza

Proteste a Milano contro lo sgombero di Casaloca mobilitano centri sociali e cittadini, evidenziando la lotta per spazi di socialità e diritti in un contesto di precarietà abitativa ed economica.
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Milano in fermento: corteo contro lo sgombero di Casaloca, centri sociali in piazza - Gaeta.it

Un’ondata di protesta si è sollevata a Milano contro lo sgombero dello spazio occupato noto come Casaloca, una situazione che ha suscitato un forte coinvolgimento dei centri sociali locali. Il corteo, che ha preso forma sotto lo slogan provocatorio “Questa città di chi pensi che sia?“, ha visto la partecipazione di circa qualche centinaio di persone che si sono riunite in piazza Belloveso per esprimere le proprie preoccupazioni.

Contesto della protesta: un’azione che va oltre Casaloca

L’evento, che si è svolto nel tardo pomeriggio, è stato tanto un momento di aggregazione quanto un punto di riferimento per un movimento più ampio che si oppone non solo al singolo sgombero ma a una serie di iniziative che, a detta degli attivisti, mettono a rischio gli spazi di socialità e di autogestione della città. Tra gli striscioni esposti durante il corteo, alcuni erano carichi di significato e messaggi politici forti, come quello che recitava: “Ddl 1660 stato di polizia sgomberi galera. Rigurgito antifascista“, segno di una rabbia accumulata contro misure che la comunità considera oppressive.

La questione di Casaloca si inserisce in un contesto più ampio, quello della difficoltà crescente di trovare spazi di socialità in una città in continua trasformazione economica e sociale. Gli organizzatori hanno sottolineato che istanze come quelle dell’occupazione di spazi sono legate a storie più ampie di precarietà abitativa e lavorativa, situazioni in cui molti milanesi si trovano a dover affrontare il problema degli affitti esorbitanti e stipendi inadeguati, fenomeni resi ancora più insostenibili dalla crisi economica che ha colpito l’Italia negli ultimi anni.

Il corteo prende vita: striscioni, fumogeni e una voce collettiva

Poco dopo le sei di sera, il corteo si è snodato verso la zona Bicocca, trasportato dall’energia contagiosa degli attivisti. Guidati da uno striscione che replicava il motto della manifestazione, i manifestanti hanno mostrato la loro determinazione. Bandiere palestinesi e fumogeni rossi hanno colorato l’atmosfera di una protesta che non si limitava a un’appassionata richiesta di giustizia per Casaloca ma si allargava a un’intera città, quella di Milano, che reclamava di non essere dimenticata.

Un rappresentante del gruppo, con un megafono in mano, ha voluto parlare a nome di tutti. Ha dichiarato con fermezza: “Noi pensiamo che Milano sia la città di chi lavora e studia, degli immigrati, di chi ha stipendi da fame rispetto ad affitti abnormi“. Queste parole hanno trovato una risposta immediata e partecipata in mezzo alla folla, dimostrando un senso di unione e solidarietà tra i partecipanti al corteo.

La risposta agli sgomberi: una rioccupazione che segna il territorio

La manifestazione di ieri non è stata solo una reazione immediata alla difficile situazione di Casaloca, ma anche una testimonianza di resilienza e voglia di reazione. Il recentissimo sgombero dello spazio, avvenuto lo scorso agosto, è stato percepito come un attacco diretto non solo a quel singolo luogo ma, in un senso più ampio, a tutti gli spazi sociali. Gli attivisti non hanno esitato a proclamare che la rioccupazione dello spazio da parte della rete “Ci siamo” a fine settembre rappresenta, in effetti, la volontà di non soccombere alle pressioni e di lottare per il proprio diritto a un’esistenza dignitosa, per la salvaguardia degli spazi di libertà e autogestiti.

Allo stesso tempo, i manifestanti hanno eseguito un appello alla mobilitazione collettiva, sottolineando che la lotta è appena iniziata e che la resistenza è fondamentale in questo momento storico. Desiderano far passare il messaggio che si respira una nuova onda di opposizione sociale a Milano, pronta a combattere contro ogni ingiustizia, a favore di una città più inclusiva e accogliente.

Questa vibrante manifestazione ha messo in luce le varie sfide che i cittadini milanesi devono affrontare quotidianamente, confermando la volontà di un’intera comunità di non arrendersi, ma al contrario di agire insieme per difendere i propri diritti.

Ultimo aggiornamento il 12 Ottobre 2024 da Sara Gatti

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