Un medico di base di Milano è stato condannato per un’operazione di falsificazione massiva di ricette mediche, che ha coinvolto più di 15.000 documenti in un arco di tempo di circa 20 mesi. Questa condotta ha scatenato l’interesse degli investigatori della sanità e ha messo in evidenza una preoccupante rete di distribuzione di antidolorifici a base di oppioidi, con potenziali implicazioni gravi per la sicurezza pubblica e la salute dei pazienti.
La frode delle ricette mediche
Dettagli del reato
Tra il 1 gennaio 2020 e il 16 settembre 2021, il medico ha emesso una media di 25 ricette al giorno, superando i confini della legalità. Le indagini hanno rivelato che le ricette, intestate ai pazienti ignari, venivano cedute a un cittadino egiziano e ai suoi complici a un prezzo oscillante tra i 10 e i 20 euro ciascuna. Questo sistema ha permesso di creare un’ampia rete di spaccio, con la distribuzione di farmaci inappropriati che hanno suscitato preoccupazioni non solo per la salute pubblica, ma anche per l’integrità del Servizio Sanitario Nazionale.
La tipologia di farmaci coinvolti
Le ricette falsificate riguardavano esclusivamente due farmaci: OXICONTIN e CONTRAMAL. Questi potenti antidolorifici, classificati come oppioidi, sono medicinali frequentemente prescritti nella gestione del dolore acuto e cronico. Tuttavia, la loro somministrazione ha comportato crescenti preoccupazioni a livello globale, in particolare negli Stati Uniti, dove l’abuso di oppioidi ha portato a oltre 70.000 decessi annui. Sebbene in Europa l’epidemia non abbia raggiunto tali proporzioni, le autorità stanno monitorando con attenzione segnali di un possibile incremento nella domanda non regolamentata di questi farmaci. Le ricette consentivano all’organizzazione criminale di ritirare gratuitamente due confezioni di farmaci nelle farmacie di Milano e nell’hinterland, portando a un totale di 32.434 scatole immesse sul mercato illegale.
Conseguenze giuridiche e penali
La condanna del medico
La Corte dei Conti della Lombardia ha inflitto al medico una pesante condanna, ordinando un risarcimento che si attesta quasi a un milione e mezzo di euro per il danno provocato al Servizio Sanitario Nazionale. Le indagini hanno dimostrato che l’individuo ricopriva un ruolo cruciale all’interno della rete criminale. Secondo il giudice per le indagini preliminari di Monza, il medico era “l’elemento cardine e imprescindibile del gruppo“, evidenziando la gravità del suo coinvolgimento.
Sanzioni penali
A livello penale, il medico è stato condannato a otto anni di reclusione e a una multa di 22.000 euro. In aggiunta, la Corte dei Conti ha disposto il sequestro dei beni immobili dell’individuo e della sua pensione. La difesa ha tentato di giustificare l’operato del medico, sostenendo che le prescrizioni non erano sottoscritte con dolo, citando presunti problemi di “ubriachezza” e tratti della personalità caratterizzati da “sfiducia e pessimismo“. Nonostante queste argomentazioni, la Corte ha ritenuto insufficiente la difesa per scagionare il medico, sottolineando non solo l’intensità del dolo mostrato nelle operazioni illegali, ma anche il suo impegno continuativo in attività criminali di vasta portata.