Nella cornice della manifestazione “Fa’ la cosa giusta” tenutasi a Milano, Bioland ha presentato un’analisi approfondita sul mercato BIO in Italia. Questa ricerca si è rivelata fondamentale per comprendere le dinamiche emergenti e per affrontare le sfide attuali del settore agricolo biologico. Questo articolo esplora i diversi aspetti dell’analisi, delineando le opportunità e le difficoltà che influenzano il comparto agroalimentare nazionale.
La dinamica bipolare del mercato biologico
Il mercato biologico italiano mostra una configurazione ambivalente, caratterizzata da una crescente polarizzazione. Da un lato, le politiche e le strategie governative si muovono in direzione degli obiettivi fissati fino al 2027, mirando principalmente a un aumento delle superfici dedicate all’agricoltura biologica. In particolare, i finanziamenti previsti dai bandi per i distretti e le filiere, uniti alle ingenti risorse del nuovo Piano Strategico della Politica Agricola Comune , potrebbero giocare un ruolo fondamentale nel potenziare il settore. Infatti, la misura SRA29 ha stanziato oltre 2 miliardi di euro, corrispondenti a circa il 13% delle risorse destinate allo sviluppo rurale, per incentivare pratiche di agricoltura biologica.
Tuttavia, si va delineando un gap preoccupante tra le misure adottate e le reali esigenze dei produttori. Questi ultimi richiedono modelli di integrazione che permettano di garantire remunerazioni adeguate e costanti nel tempo. Davanti a tali contraddizioni, molti operatori si sentono disorientati e disillusi, poiché le misure adottate non sembrano avvantaggiare lo sviluppo sostenibile del settore.
Silvia Piconcelli, Responsabile territorio, agricoltura biologica e risorse boschive presso Confagricoltura, ha sottolineato la necessità di un maggior impegno per mantenere la fiducia nel comparto. “È cruciale evitare la fuoriuscita dalla logica di certificazione da parte degli operatori, e garantire una concorrenza equa con altri Stati membri,” ha dichiarato Piconcelli.
Il sistema di certificazione in Italia e la sua ricerca di migliorie
L’analisi ha evidenziato la robustezza del sistema di certificazione per l’agricoltura biologica in Italia, descritto come uno dei più efficaci in termini di controlli e di gestione delle irregolarità. Tuttavia, nonostante questi punti di forza, è essenziale lavorare su una comunicazione chiara e diretta con i consumatori per promuovere i vantaggi delle produzioni biologiche nazionali.
Il concetto di creare un marchio biologico nazionale è emerso come una proposta interessante per valorizzare prodotti biologici realizzati con materie prime coltivate in Italia. Tale marchio, già avviato in fase di concorso di idee dal Ministero, consentirebbe di differenziare ulteriormente i prodotti e di accrescere la consapevolezza dei consumatori sui benefici dell’acquisto di prodotti biologici nazionali.
Questa iniziativa mira a contrastare la percezione negativa che emerge a livello di consumi, un punto debole nel mercato che, sebbene mostri un aumento del valore, è minato da fattori inflattivi. Promuovere un “senso di appartenenza al sistema di certificazione BIO” si rivela dunque cruciale per rafforzare la coesione e la competitività del settore.
Prospettive future per il mercato biologico e le proposte di Confagricoltura
Per garantire un vantaggio competitivo e una maggiore stabilità nel mercato, è necessaria una strategia di investimento più articolata. L’adozione di misure strutturali, oltre alle attuali politiche a superficie, potrebbe fornire un valido supporto alla commercializzazione dei prodotti biologici, sia a livello domestico che internazionale.
La bozza di decreto sulle Organizzazioni di Produttori è un passo positivo, ma è fondamentale considerare anche la creazione di OP multiprodotto. Questo approccio permetterebbe di valorizzare filiere più eterogenee, unendo produttori con diversi tipi di prodotti e promuovendo l’equità nel mercato.
Nelle parole di Piconcelli, è proprio attraverso l’aggregazione che si possono realizzare economie di scala e sviluppare processi innovativi, felicitando così la collaborazione tra produttori. Non si può ignorare il legame tra queste iniziative e la necessità di affrontare l’instabilità climatica e le sfide legate all’approvvigionamento energetico.
Crescita delle superfici agricole biologiche e potenziali impatti
Un dato significativo emerso dalla recente analisi è l’aumento delle superfici a pascolo biologiche, contrariamente a quelle convenzionali. Questo trend rinforza l’idea che l’agricoltura biologica rappresenti un modello promettente per la sostenibilità economica e sociale delle aree interne. Tali luoghi possono diventare spazi ideali per sviluppare processi di valorizzazione ambientale e riconoscimento della qualità delle produzioni.
In definitiva, il panorama del biologico presenta sfide e opportunità che, se gestite adeguatamente, possono trasformarsi in veri e propri punti di forza per l’agricoltura italiana. Con una comunicazione efficace e una maggiore coesione tra gli operatori, il settore potrebbe rafforzarsi, rispondendo efficacemente alle aspettative di un mercato sempre più attento alla salute e alla sostenibilità.