Il Comune di Milano si trova al centro di una controversia riguardante la vendita dell’area dello stadio di San Siro, con un prezzo proposto di circa 430 euro al metro quadro. Questa situazione è emersa a seguito della denuncia presentata da Luigi Corbani, ex vicesindaco della città e promotore del Comitato Sì Meazza. Il fascicolo aperto in merito non ha attualmente indagati né ipotesi di reato, eppure ha sollevato un dibattito acceso sulla valutazione dell’area e sulle modalità di vendita.
Il valore dell’area dello stadio di San Siro
La questione centrale riguarda la stima proposta dagli esperti. Luigi Corbani ha fatto riferimento alla valutazione effettuata dall’Agenzia delle Entrate, che quantifica il valore dell’area in 30.196.909,60 euro. Tale cifra corrisponde a un prezzo di 430,77 euro a metro quadro, ben al di sotto delle valutazioni stabilite dalla Giunta comunale di Milano. In un provvedimento datato 6 dicembre 2024, il comune aveva fissato i valori di monetizzazione compresi tra 615,22 e 703,11 euro al metro quadro. La disparità tra le diverse valutazioni è significativa, variando tra il 43% e il 63%.
Corbani ha evidenziato questa differenza come un elemento critico da tenere in considerazione nella gestione della vendita, ritenendo che un prezzo così ridotto possa rappresentare un danno per le casse comunali e i cittadini milanesi. La preoccupazione si estende oltre il valore economico; la storia e il valore simbolico di San Siro potrebbero essere compromessi da una vendita inadeguata.
Le denunce di presunti accessi non autorizzati
Non si limita a questo un’altra parte della denuncia presentata da Corbani. Il suo avvocato, Giammarco Brenelli, ha depositato una querela per “invasione di terreni”. Questo atto legale fa riferimento a presunti episodi di carotaggio avvenuti in area, che a loro volta sembrerebbero preparatori per l’apertura di un cantiere.
Le date indicate per tali episodi si concentrano in particolare sul 10 e il 14 gennaio, con ulteriori accessi segnalati nei giorni successivi. L’accusa è che queste operazioni siano state effettuate senza le necessarie autorizzazioni, sollevando interrogativi sulla trasparenza delle operazioni e sulla legittimità delle stesse. L’uso improprio di terreni comunali è un tema scottante, soprattutto in una città dove il patrimonio immobiliare è continuamente sotto scrutinio.
Le reazioni e il futuro del progetto
Le ripercussioni di queste denunce potrebbero rimanere a lungo nel dibattito pubblico, con molti cittadini e associazioni che manifestano preoccupazione per il futuro dell’area di San Siro. Il valore emotivo e culturale di questo stadio, simbolo di Milano, è un argomento che esce dai confini economici per entrare in una dimensione più ampia di identità collettiva.
Molti esperti e residenti temono che una vendita affrettata possa comportare la perdita non solo di un luogo amato, ma anche di opportunità di sviluppo più significativo per la città . Il destino di San Siro, così come le modalità attraverso cui il comune intende gestire il suo patrimonio, sarà osservato con attenzione, così come le decisioni future che seguiranno a questo contenzioso. Milano, dunque, si prepara a un periodo di intenso dibattito e riflessione sulla destinazione d’uso di uno dei suoi luoghi più iconici.