Milano ha commemorato stamani le cinque vittime della strage mafiosa avvenuta il 27 luglio 1993, quando un’autobomba esplose in via Palestro, davanti al Padiglione d’Arte Contemporanea. Questo evento tragico, che ha segnato profondamente la città , è un doloroso promemoria della lotta contro la criminalità organizzata in Italia. Durante la cerimonia, sono state enfatizzate non solo le vittime, ma anche l’importanza della continuità nella lotta alla mafia.
Il ricordo delle vittime
Le identità perdute
La commemorazione è stata un momento intensamente emozionante, durante il quale sono stati ricordati i cinque uomini che hanno perso la vita a causa dell’attentato. Tra loro, i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, che erano intervenuti in risposta all’emergenza, trovandosi sul luogo dell’esplosione poco prima della deflagrazione. Questi uomini, simboli del coraggio e della dedizione, hanno sacrificato la propria vita nel tentativo di salvare gli altri.
Insieme a loro, l’agente di Polizia locale Angelo Ferrari ha avuto un ruolo cruciale; aveva notato il fumo proveniente dall’autovettura sospetta e aveva immediatamente allertato il 112, mostrando un’intuizione che purtroppo non è bastata a evitare la tragedia. Infine, Moussafir Driss, un senzatetto, è stato colpito mortalmente da pezzi di lamiera volanti mentre dormiva su una panchina, rappresentando così anche la vulnerabilità delle vite delle persone più emarginate.
Un atto di commemorazione
La cerimonia ha visto la partecipazione di numerose autorità , tra cui l’assessore alla Sicurezza del Comune, Marco Granelli. Durante il suo discorso, Granelli ha evidenziato l’importanza di non dimenticare quanto accaduto e il significato profondo di queste perdite. “Il processo e le sentenze dimostrano chiaramente che si tratta di una strage mafiosa,” ha detto, sottolineando come il crimine organizzato tenti di ricattare lo Stato e spaventare la società civile.
La lotta contro la mafia
Un impegno continuo
La lotta alla mafia e alla criminalità organizzata non è un capitolo chiuso, ma una battaglia in corso. Granelli ha ribadito che la società civile ha dimostrato di avere la forza di resistere e combattere per la libertà e la giustizia. La commemorazione non è solo un momento di tristezza, ma è anche un richiamo all’azione: tutti gli attori sociali, le istituzioni e la cittadinanza sono invitati a rimanere vigili e proattivi nel contrasto al crimine.
Cultura della legalitÃ
Il messaggio fondamentale è che la cultura della legalità deve permeare ogni aspetto della vita pubblica e privata. Solo tramite la coscienza civica e il rispetto delle leggi si riuscirà a sradicare le radici della mafia. “La mafia può essere sconfitta,” ha affermato Granelli, incoraggiando tutti a prendere parte attivamente a questa lotta.
La commemorazione di Milano rappresenta non solo un ricordo delle vite spezzate, ma anche una forte dichiarazione di intenti da parte delle istituzioni e della società civile che si uniscono contro ogni forma di illegalità . La memoria di chi è stato perso deve stimolare una determinazione incessante nella conquista della giustizia e nel mantenimento della pace sociale.