Milano: un patto tra ultras di Inter e Milan minacciato dalla criminalità organizzata

Un accordo di non belligeranza tra ultras di Milan e Inter si trasforma in alleanza per traffici illeciti, rivelando un inquietante legame con la criminalità organizzata e minacciando il calcio italiano.
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Milano: un patto tra ultras di Inter e Milan minacciato dalla criminalità organizzata - Gaeta.it

Un accordo di non belligeranza che dura da oltre quarant’anni tra gli ultras del Milan e quelli dell’Inter si è evoluto in un sistema di relazioni inquietanti tra i gruppi di tifosi e la criminalità organizzata. La maxi-operazione della polizia e della guardia di finanza, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, ha rivelato che questo patto, inizialmente volto a mantenere la pace durante le gare, è diventato una rete di affari illeciti. Questo articolo esplora le dinamiche di questo rapporto e le recenti scoperte investigative.

Storie di ultras e criminalità organizzata

La recente operazione ha portato all’arresto di 19 ultras, molti dei quali figure di spicco nel panorama delle tifoserie italiane. Negli anni, il legame tra mafia e ultras è emerso in varie inchieste, testimoniando un fenomeno esteso e allarmante. Ad esempio, nell’operazione “Alto Piemonte”, i clan mafiosi tentarono di infiltrarsi nel mercato del bagarinaggio dei biglietti della Juventus, un business che generava profitti considerevoli. Questo caso ha dimostrato che le cosche mafiose sono disposte a utilizzare gruppi ultras per guadagnare illecitamente, approfittando della loro organizzazione e lealtà tra i membri.

Un’altra inchiesta emblematicamente significativa è stata “Last Banner”, che ha visto i leader della curva juventina condannati per associazione a delinquere, segnando un precedente importante per le indagini riguardanti le tifoserie. Anche se non emerse l’aggravante mafiosa, la severità delle pene inflitte dimostra la gravità delle operazioni illecite che si celano dietro le dinamiche di tifo. Il modo in cui i gruppi ultras esercitavano pressioni e intimidazioni sulla società per mantenere privilegi economici è un segnale preoccupante della commistione tra sport e criminalità.

Il caso di Fabrizio Piscitelli e le connessioni romane

Le ricerche sul fenomeno dell’influenza della criminalità organizzata sulle tifoserie non si limitano a Milano. L’inchiesta “Grande Raccordo Criminale” ha messo in luce come Fabrizio Piscitelli, il fondatore degli Irriducibili della Lazio, fosse sotto la protezione del clan camorristico Senese. La suo omicidio, avvenuto nel 2019, ha illustrato il rischio mortale associato alla criminalità organizzata nel contesto delle tifoserie, evidenziando la trasversalità del fenomeno in diverse città italiane.

Milano: un sistema inquietante sotto i riflettori

A Milano, il recente sviluppo investigativo ha svelato un intricato legame tra le curve dell’Inter e del Milan, radicato in un patto di non belligeranza che va oltre la superficie. Le indagini hanno rivelato che, nel tentativo di massimizzare i guadagni dai traffici illeciti, i vertici delle due tifoserie avevano stabilito una collaborazione. Le attività che rientrano in questo sistema includono il traffico di biglietti, la gestione dei parcheggi e la vendita non autorizzata di merchandising, tutte attività che alimentano un giro d’affari considerevole.

Le autorità hanno messo in guardia riguardo alla figura dei fratelli Francesco e Luca Lucci, entrambi coinvolti nelle dinamiche rossonere. Luca, simbolo controverso del tifo milanista, ha già avuto problemi con la giustizia per narcotraffico ma continua a essere venerato da una parte della curva. La sua immagine, insieme a quella di altri leader ultras, rappresenta il confine sempre più labile tra il tifo passionale e le attività criminali.

Una rivalità che si trasforma in alleanza silenziosa

Il patto di non belligeranza, un tempo volto a mantenere la sicurezza sugli spalti, ora si è trasformato in una sinergia tra i gruppi più radicali delle due tifoserie, cui scopo è quello di gestire i profitti derivanti da attività clandestine. Questa nuova alleanza non solo mina la storica rivalità tra i club, ma crea un contesto in cui le società sportive e le autorità devono affrontare minacce di maggior portata. I gruppi ultras, da nemici storici, si sono così trasformati in alleati silenziosi all’interno di un sistema commerciale sempre più alimentato dalla malavita.

Le indagini continuano a svelare un’inquietante realtà che ci spinge a riflettere sul futuro dell’intero panorama calcistico italiano, dove sport e criminalità stanno intrecciando i loro destini in modi mai visti prima.

Ultimo aggiornamento il 30 Settembre 2024 da Laura Rossi

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