L’Universo continua a riservare sorprese inattese per gli scienziati, e di recente un segnale radio del tutto peculiare ha catturato l’attenzione della comunità astronomica. Rilevato da ricercatori della Curtin University e dell’International Centre for Radio Astronomy Research , questo segnale, chiamato GPMJ1839-10, si presenta in un pattern regolare, sollevando interrogativi sulla sua origine e natura. L’analisi di questo fenomeno è diventata centrale per comprendere meglio alcuni tra gli oggetti più misteriosi dell’Universo.
L’affascinante segnale GPMJ1839-10
Gli scienziati hanno registrato questo segnale misterioso proveniente da circa 15.000 anni luce di distanza dalla Terra. Per 35 anni, le esplosioni di energia sono apparse con una regolarità incredibile, manifestandosi a intervalli di circa 20 minuti e con una durata media di cinque minuti per ogni impulso. Si tratta di un’informazione cruciale per gli studenti dell’astronomia, poiché la regolarità di questo segnale suggerisce un’origine astronomica ben definita. Ma cosa potrebbe causare tale fenomeno?
La dottoressa Natasha Hurley-Walker, autrice principale della pubblicazione apparsa sulla rivista Nature, ha affermato che queste strane manifestazioni energetiche sfidano le attuali teorie sulle stelle di neutroni e sulle magnetar, oggetti noti per il loro comportamento strano e complicato. Da loro ci si aspetterebbe comportamenti più prevedibili, dato che queste stelle pulsano in modi ben documentati, ma GPMJ1839-10 ha superato tali aspettative, continuando a emettere colpi a intervalli mai attesi.
Le origini del segnale e la scoperta iniziale
La scoperta recente si basa su dati già raccolti nel 2018, durante la quale è stata rilevata un’altra magnetar che, sebbene rotasse più lentamente, produceva segnali simili a intervalli di 18 minuti. Tuttavia, nel 2020, quell’oggetto non generava più onde radio, portando i ricercatori a riprendere le osservazioni. Utilizzando il radiotelescopio Murchison Widefield Array, situato nell’Australia Occidentale, il team ha riavviato le ricerche, scandagliando la Via Lattea ogni tre notti per diversi mesi.
Durante queste osservazioni attentamente pianificate, hanno identificato questo nuovo segnale che si ripeteva ogni 22 minuti, alimentato da impulsi di cinque minuti. L’evoluzione delle osservazioni ha portato non solo alla scoperta di un nuovo oggetto, ma ha anche stimolato un’accresciuta curiosità sul tipo di fenomeno celeste che esso rappresenta. Gli astronomi ora si trovano all’incrocio tra curiosità e cautela, pronti a lanciarsi in uno studio più profondo per svelare la natura di GPMJ1839-10.
Ipotesi sulla natura del segnale
L’idea che questo segnale possa essere di origine extraterrestre è sicuramente affascinante e suscita interesse. Tuttavia, i ricercatori tendono a scartare questa ipotesi, suggerendo che l’origine del segnale possa essere rintracciata in fenomeni astrali più noti. L’oggetto potrebbe essere una pulsar, ovvero una stella di neutroni che ruota emettendo fasci di onde radio in base al suo movimento. Le pulsar perdono il loro impulso energetico nel tempo, diventando sempre meno attive fino a fermarsi completamente.
Un’altra opzione considerata dagli scienziati è che GPMJ1839-10 rappresenti una magnetar a lungo periodo, un tipo raro di stella di neutroni caratterizzata da campi magnetici straordinariamente intensi, in grado di generare enormi scariche di energia. La ricerca non è affatto destinata a fermarsi qui. Saranno necessari ulteriori studi e osservazioni per scoprire gli intricati dettagli di questo fenomeno cosmico e comprendere pienamente cosa possa celarsi dietro queste esplosioni di energia.
Nei prossimi anni, ci si aspetta un incremento di indagini e discussioni nel campo dell’astronomia. GPMJ1839-10 rappresenta solo un pezzo del vasto puzzle cosmico che continua a sfuggire alla nostra comprensione, ma promette di aprire nuovi orizzonti per la nostra conoscenza dell’universo.
Ultimo aggiornamento il 27 Dicembre 2024 da Armando Proietti