Mobilitazione contro il progetto di impianto di trattamento rifiuti a Jesi: il sit-in dei manifestanti

Manifestanti marchigiani protestano contro un impianto di trattamento rifiuti a Jesi durante il vertice G7 salute, chiedendo moratorie e risanamenti per affrontare le emergenze ambientali locali.
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Mobilitazione contro il progetto di impianto di trattamento rifiuti a Jesi: il sit-in dei manifestanti - Gaeta.it

Il pomeriggio di ieri ha visto un vivace presidio davanti alla sede della Provincia di Ancona, in coincidenza col vertice G7 salute. I manifestanti, rappresentanti di diversi gruppi e comitati della regione Marche, hanno bloccato la strada per protestare contro il progetto di realizzazione di un impianto di trattamento di rifiuti pericolosi a Jesi. L’iniziativa si inserisce in una serie di mobilitazioni incentrate su questioni ambientali che interessano il territorio marchigiano.

La protesta e le richieste dei manifestanti

I manifestanti, uniti nella Campagna No G7 – Not on my body, hanno esposto vari striscioni, tra cui uno che recitava “Area elevato rischio ambientale, piano di risanamento subito“. Altre scritte hanno evidenziato le preoccupazioni per il Molo Clementino e il disastro ambientale in corso. Le richieste avanzate durante il sit-in non si limitano soltanto all’impianto di Jesi: gli attivisti hanno chiesto anche la chiusura della raffineria Api a Falconara, un blocco dell’ampliamento del Molo Clementino e il risanamento immediato dell’ex area Aerca.

Questi punti toccano un nervo scoperto in un’area già fortemente colpita da problematiche ambientali, dove il rischio è considerato elevato per la salute dei cittadini. I promotori della protesta si sono fatti portavoce delle necessità di una moratoria sui nuovi impianti, così da garantire che il territorio venga sottoposto a piani di bonifica e risanamento adeguati prima di intraprendere ulteriori sviluppi industriali.

Il dialogo con le istituzioni

Dopo la mobilitazione, una delegazione formata da rappresentanti di vari comitati, tra cui quello del porto e dell’Unione sindacale di base Ancona, è stata ricevuta dal Presidente della Provincia. I manifestanti hanno sottolineato che il loro obiettivo è quello di sensibilizzare le autorità sulla necessità di una protezione efficace dell’ambiente e della salute pubblica.

Durante l’incontro, il Presidente della Provincia ha esplicitato la propria posizione, confermando che pur non essendo di per sé contrario agli impianti, la sua funzione è soprattutto quella di proteggere la salute dei cittadini. Ha anche chiarito che è necessario seguire le procedure burocratiche previste dalla legge. Tuttavia, è stato fatto notare che l’opinione pubblica ha chiaramente espresso il suo dissenso nei confronti dell’impianto Edison.

La valutazione di impatto ambientale e le prospettive future

Una questione centrale emersa dal presidio è stata la valorizzazione della procedura di Valutazione di impatto ambientale . I manifestanti hanno richiesto che essa non venga solo considerata una questione tecnica, ma che venga trattata come un fondamentale strumento politico a servizio degli enti territoriali. A loro avviso, è cruciale che la Provincia di Ancona adotti una posizione contraria alla costruzione dell’impianto di trattamento rifiuti e che si faccia portavoce delle aspirazioni della popolazione nella definizione delle politiche ambientali.

In un contesto in cui le problematiche legate all’inquinamento e alla salute stanno diventando sempre più preoccupanti, il grido d’allerta di questi cittadini marchigiani si fa sentire forte e chiaro. La richiesta di una riflessione approfondita sui rischi legati alla salute e alla qualità della vita rappresenta quindi una sfida non solo per le autorità locali, ma per tutte le istituzioni coinvolte nella pianificazione territoriale e nella gestione ambientale.

Ultimo aggiornamento il 10 Ottobre 2024 da Sofia Greco

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